È ufficiale: questa è l’Amministrazione dei cantieri. E non ce ne dispiace affatto, tutt’altro. È vero, sarà una gestazione lunga in alcuni casi ed estenuante in altri, ma sarà necessaria per superare alcuni problemi infrastrutturali rilevanti per la città di Barletta. Ma poi, ci chiediamo, tutti questi cantieri chi li segue? I dirigenti comunali, risponderete voi. Bene, a Barletta c’è un problema: i dirigenti sono pochi e i funzionari non sembrano mai abbastanza. La macchina amministrativa avrà anche una nuova squadra alla regia, ma nel dietro le quinte non è cambiato nulla, neanche quando i cantieri inaugurati raggiungono quasi il numero dei Consigli comunali svolti, anche questi, alle volte, estenuanti. Solo ultimamente pare che qualcosa si stia muovendo, con nuovi bandi di concorso per l’assunzione di Dirigenti, pubblicati proprio in queste ore sul sito internet del Comune.
Insomma, la domanda che ci poniamo è se sia davvero necessario concentrare in così poco tempo i cantieri in città o se sarebbe stato meglio ridurre i ritmi, attendendo prima la fine di qualche opera. Se da un lato, infatti, l’apertura di cantieri in fila indiana è un dato importante che attesta la volontà politica (forse scarsa in precedenti amministrazioni) di sbloccare qualche ingranaggio inceppato, dall’altro sorge un problema “qualitativo”. Siamo certi che saranno conclusi ad opera d’arte tutti i lavori, da via Foggia allo stadio Puttilli, dal momento che sembra sempre più difficile seguirli tutti con le dovute attenzioni? Dietro un cantiere aperto, infatti, ci dovrebbero essere controlli e monitoraggi costanti da parte del Comune affinché proceda tutto per il meglio, per non parlare di permessi, di documenti e di firme.
Ne abbiamo parlato con il Dirigente del settore Lavori Pubblici Donato Lamacchia, dopo aver discusso del “No” della Regione Puglia al finanziamento per lo stadio Lello Simeone. «Io vorrei aprire 100 cantieri – ci dice il Dirigente, fiero del suo lavoro – ma sulla considerazione che tutti quelli che apro devo poterli seguire, altrimenti mi diventa una preoccupazione. Su di me c’è una responsabilità e un’attesa elevata ma quando hai un carico di lavoro importante, qualcosa potrebbe anche non andare».
Ad emergere è la necessità di riorganizzare la macchina amministrativa, di farlo sulla scorta di esperienze di amministrazioni a noi vicine che, subito dopo le elezioni, hanno proceduto a nuove assunzioni. Ad entrare, inoltre, non dovrebbero essere solo nuovi dirigenti, ma anche funzionari: «Il Dirigente è una figura importante, ma quanto le altre, si tratta solo di una scala – ha precisato Lamacchia – e per questo ha bisogno anche di collaboratori per migliorare l’attività di gestione».
E sulla dirigenza, ricordiamo, il sindaco Cannito ha più volte utilizzato, durante la sua campagna elettorale, lo slogan: «La politica deve recuperare il primato sulla Dirigenza amministrativa». L’idea dei Dirigenti dipinti come spregiudicati accentratori di potere, in realtà, sembra essere molto diffusa, ma sarà davvero così?
«Che interesse posso avere a decidere sulla città? – ci risponde il Dirigente Lamacchia – Qualcuno mi ha detto che sono molto influente sulla città. Questo però non è dovuto alla mia persona, ma a tutti i settori che mi vengono attribuiti in cui la competenza è gestionale». Facciamo notare al Dirigente, infine, che probabilmente ad alimentare questo “accentramento” di potere potrebbe essere la politica stessa, decidendo, come spesso dimostrano le Commissioni, di affidarsi all’intervento salvifico dei Dirigenti anche in questioni che richiederebbero atti di indirizzo, non gestionali: «Non mi sento vincolato da nessuno – ci ha risposto – solo responsabilizzato dai settori che mi competono».