Cronaca

Stadio “Lello Simeone”, la Regione dice No al finanziamento: e adesso?

Cosimo Giuseppe Pastore
Il progetto da 500 mila euro non è più finanziabile dopo il parere negativo della Regione Puglia. Il Comune cerca altri fondi
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Rifacimento del manto erboso e degli spogliatoi. Erano questi gli interventi in programma per restituire dignità allo storico impianto sportivo barlettano “Lello Simeone”, intitolato, negli anni ’50, al medico della città della Disfida che aveva fatto dello sport cittadino la sua seconda vita. Inserito nel Piano triennale dei Lavori Pubblici 2019-2021, l’intervento ha un costo complessivo di 500 mila euro. La somma, tuttavia, non è a disposizione del Comune di Barletta. Perché? La Regione ha rispedito al mittente il progetto in quanto non aderente alla finalità “Diffusione della legalità richiesta dall’area tematica del bando SISUS a cui il Lello Simeone faceva riferimento e tramite il quale, lo stadio sarebbe stato finanziato.

A rivelarlo è il Dirigente comunale Donato Lamacchia che ci conferma, inoltre, l’ottenimento della proroga al 7 febbraio (il termine ultimo fissato dal bando era lo scorso 7 gennaio) per la presentazione alla Regione Puglia di tutti i progetti che, dal bando SISUS, otterrebbero ben 5 milioni di euro utili a finanziarli. Una proroga, arrivata a fine anno, utile a colmare la distanza tra i tempi fissati dal bando e quelli imposti dal codice degli appalti, incompatibili tra loro. Sui progetti che sperano nel finanziamento di 5 milioni di euro, aggiungiamo, l’Amministrazione confida molto, tanto da averli integralmente inseriti nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici.

La sonora bocciatura della Regione, in realtà prevedibile, arriva lo scorso novembre, quando ormai il progetto da 500 mila euro era già stato inserito nel Piano Triennale. Per semplificare: il rifacimento del manto erboso e degli spogliatoi, fanno sapere dalla Regione, non è propriamente aderente all’area tematica “Diffusione della legalità”, né può rientrare nelle altre aree tematiche previste dal bando. Allora cosa ne sarà del Lello Simeone? L’interesse dell’Amministrazione Cannito resta quello di aprire la struttura sportiva e di renderla fruibile alla città, perciò, ci riferisce il Dirigente Lamacchia, si stanno cercando nuovi canali di finanziamento, possibilmente pensati ad hoc per lo sport, per un progetto che aspetta solo di partire.

Dal Lello Simeone alla palazzina dell’ex Enaip: l’intervento da quasi 3 milioni di euro

Tutto questo non basta. I 500 mila euro, originariamente posti sul Lello Simeone, sono stati spostati per un altro intervento, quello del recupero della palazzina di Santa Lucia, meglio nota come sede dell’Ex Enaip, per la creazione di uno spazio di aggregazione sociale nel quartiere Santa Maria. Il “No” della Regione, infatti, non significa perdita del finanziamento da mezzo milione, ma aiuta a comprendere quale sia la strada da perseguire, in conformità al bando, per non perdere il ben più cospicuo finanziamento complessivo. Là dove, infatti, la Regione avesse espresso valutazione negativa sul progetto solo alla scadenza del termine fissato dal bando (e prorogato al 7 febbraio), il rischio irreparabile, sarebbe stato quello di perdere l’intero finanziamento di 5 milioni di euro.

Essendo possibile, secondo quanto previsto dal bando, spostare gli importi all’interno di una stessa area tematica senza mai rinunciare all’intera area, si è dato seguito all’indirizzo politico del sindaco Cannito di portare a compimento almeno un intervento. È questo che rende possibile, allora, destinare, non solo i 500 mila euro del Lello Simeone, ma l’intero importo della relativa area tematica sull’ex Enaip, per un totale di 2.830.000 euro. Si rinuncia, in questo modo, ad altri due interventi: quello che avrebbe attivato servizi ricreativi per anziani al piano terra della palazzina in area ex Distilleria (300 mila euro) e quello volto al recupero della parte sotterranea del PalaDisfida (500 mila euro).

Se siamo abbastanza certi, questa volta, che la creazione di servizi di assistenza e prevenzione del disagio familiare e sanitario nella palazzina di Santa Lucia, sia conforme alle finalità del bando, siamo anche sicuri che i quasi 3 milioni di euro ad essa destinati non saranno sufficienti a completare l’opera. L’immobile in questione, infatti, richiede una capacità finanziaria più elevata – ci ha spiegato Lamacchia – per risolvere gli importanti problemi strutturali di cui soffre e che lo qualifica come “a rischio crollo”. Il progetto (anche questo interno agli uffici comunali) al quale si sta lavorando prevede sì la messa in sicurezza dell’intero edificio (che prima o poi sarebbe stato necessario fare), ma la rifunzionalizzazione del solo piano terra. Il finanziamento, infatti, non permetterebbe di rifunzionalizzare anche il secondo e terzo piano dello stabile, i quali saranno solo messi in sicurezza, evitandone il pericolo di crollo.

Non ci resta da attendere il prossimo 7 febbraio, con la stessa fibrillazione dell’Amministrazione. Il Comune, infatti, in quella data dovrà consegnare tutti i progetti definitivi candidati al finanziamento. La Regione Puglia, allora, esprimerà una valutazione, questa volta vincolante, su tutti i progetti candidati e decreterà l’ammissibilità o meno al finanziamento da 5 milioni di euro. E se il parere fosse negativo? A quel punto molti dei progetti inseriti nel Piano Triennale 2019-2021, cioè quelli candidati al bando, dovranno trovare (e anche velocemente) un’altra fonte di finanziamento.

sabato 12 Gennaio 2019

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