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Tennistavolo: la Pol. Dil. ASI Barletta non può più attendere

Cosimo Sguera
Il club pongistico barlettano, legittimamente obbligato ad applicare un rigido Protocollo anti - Covid emanato dalla FITET, ha urgentissimo bisogno di un impianto sportivo
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Un mese e mezzo, solo un mese e mezzo separa il sodalizio pongistico barlettano dallo start della stagione agonistica FITET 2020 – 2021. Otto mesi dopo le restrizioni che costrinsero lo sport italiano tutto (e, di conseguenza, anche “l’innocuo” tennistavolo) ad uno stop subitaneo a causa del rapido propagarsi del Coronavirus, la macchina pongistica federale annuncia la riaccensione dei motori per il secondo week-end di novembre. Ai nastri della tanto agognata ripartenza non potra’ e non dovra’ mancare la Polisportiva Dilettantistica ASI Barletta, club pongistico che tra 10 mesi tagliera’ il prestigioso traguardo dei 40 anni d’ininterrotta attivita’ agonistica.

La societa’ sportiva barlettana e’ riuscita a sopravvivere al terribile periodo tristemente noto a tutti con l’inglesismo lockdown, ha subito un incommensurabile danno economico a seguito della sospensione dell’attivita’ e della conseguente perdita delle quote mensili di frequenza ma non ha issato bandiera bianca.Il sodalizio ha rispettato ad litteram le disposizioni emanate dalle Autorita’ competenti in materia di salvaguardia della salute pubblica,non ha certo preteso di rientrare in palestra prematuramente e ha tirato un inimmaginabile sospiro di sollievo quando, lo scorso 17 maggio, il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, all’interno dI un D.P.C.M. ,ha disposto la riapertura di tutte gli impianti,sia pubblici che privati, a partire dal 26 maggio. Fine delle traversie per il movimento sportivo barlettano? Purtroppo no. La disposizione ministeriale, rinvigorita da una successiva Ordinanza Regionale emanata dal Presidente Michele Emiliano, e’ rimasta “lettera morta”. Nel preciso istante in cui l’attivita’ sportiva indoor (della quale il tennistavolo e’ un insigne esponente) sembrava essere ad un passo dalla meritata ripartenza, la sciocca ed insensata burocrazia ha rappresentato il nuovo ostacolo di non facile sormontabilita’. Qualche “genio incompreso” ha ritenuto opportuno, in un momento tutt’altro che fausto, tirare fuori dal cilindro il cavillo che nessuno avrebbe potuto considerare: la sanificazione dei locali adibiti ad uso sportivo. Dopo la tragedia socio – sanitaria causata dal Covid – 19 si poteva serenamente fare a meno di ingigantire un onere, quello della sanificazione, che compete esclusivamente agli Enti proprietari degli immobili e non ai soggetti (societa’ sportive dilettantistiche nel caso specifico) fruitori degli impianti. Sic rebus stantibus,e’ lecito chiedersi: perche’ si e’ tentato di caricare sulle fragilissime spalle dell’associazionismo sportivo dilettantistico, gia’ ridotto allo stremo delle forze della pandemia, un fardello di cotanto peso? Perche’ quelle istituzioni che si sono fatte promotrici di un’idea cosi’ scellerata non hanno erogato contributi a favore delle a.s.d. messe in ginocchio dal lungo periodo di inattivita’? In attesa di scoprire la ratio misteriosa, alcuni Enti locali (Comuni,Province e Regioni) hanno cercato di tendere una mano ai sodalizi sportivi, altri hanno osteggiato la ripartenza dell’attivita’ indoor pretendendo che l’onere teste’ menzionato fosse ad esclusivo carico degli organismi sportivi.

Il Comune di Barletta,ovvero quello che diede i natali all’indimenticabile Pietro Mennea e che la Pol. Dil. ASI Barletta rappresenta in campo nazionale da oltre un terzo di secolo, ha tentato di soccorrere il locale associazionismo sportivo dilettantistico ma lo sforzo compiuto si e’ rivelato ben presto vano e non sufficientemente energico. Nello scorso mese di luglio il Primo cittadino dott.Mino Cannito e la dott.ssa Caterina Navach (Dirigente dell’Ufficio Sport del Comune) incontrarono presso il Palazzo di Citta’ tutte le a.s.d. locali, illustrando le modalita’ di sanificazione degli immobili adibiti ad uso sportivo, tranquillizzando tutti i presenti sui costi relativi e garantendo un confronto con tutti i dirigenti scolastici per dare corso all’immediata riapertura delle palestre. Sono trascorsi oltre due mesi da quel consesso senza che le istituzioni scolastiche abbiano mostrato una briciola di sensibilita’ nei confronti delle associazioni sportive dilettantistiche. Alla luce di una situazione siffatta non bisogna commettere l’errore di ascrivere le colpe ad una “parte” ma avere l’onesta’ di ripartire equamente la responsabilita’ del mancato adempimento. Entrambe le istituzioni (quella politica e quella scolastica) hanno scelto il “confortevole sentiero” dell’indifferenza e, quel che e’ piu’ grave, della sottovalutazione di un problema che da tanti, troppi mesi, attanaglia la parte piu’ sana e piu consistente dello sport.Ci sono realta’ associative, come quella targata ASI Barletta, che non possono e non devono piu’ attendere.

Il
club pongistico barlettano, legittimamente obbligato ad applicare un
rigido Protocollo anti – Covid emanato dalla FITET, ha urgentissimo
bisogno di un impianto sportivo
all’interno del quale disputare
(rigorosamente a porte chiuse) le gare casalinghe di un Campionato
Nazionale (oltreche’ delle Serie Regionali in orari diversi per evitare
assembramenti).La storica Polisportiva barlettana ha le ore contate:
entro e non oltre il 30 settembre (pena l’esclusione da qualsivoglia
Serie) l’ASI Barletta dovra’ comunicare alla Federazione di appartenenza
un idoneo campo di gara e di allenamento.Tempus fugit e le istituzioni non possono piu’ fuggire dinanzi a doveri ben precisi!

venerdì 25 Settembre 2020

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