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Tennistavolo, anche a Barletta la burocrazia impedisce la ripartenza

Cosimo Sguera
Il ministro dello Sport Spadafora ha disposto la riapertura delle palestre per gli allenamenti dal 25 maggio
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Pochi giorni, davvero pochi giorni ci separano dal terzo mese di “sosta obbligata” di qualsivoglia attività sportiva a seguito del tristemente noto coronavirus che tanto dolore, tanto panico, tanta incredulità, tanta malinconia, tanto smarrimento, tanto pessimismo ha generato in ogni italiano.

Lo sport, ovvero quell’attività che per
tanti è una salutare “forma di evasione” (o “valvola di sfogo” che dir
si voglia) dallo stress quotidiano oltreché da tanti altri problemi, ha
dovuto pagare un altissimo tributo attraverso lo stop coatto. In
ottemperanza ai Decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, il CONI ha invitato tutte le Federazioni Sportive Nazionali,
nonché tutti gli Enti di Promozione Sportiva, a sospendere qualsivoglia
attività (agonistica, formativa, ricreativa) fino a nuove
disposizioni.Tutte le discipline, obtorto collo, hanno scrupolosamente
rispettato il “semaforo rosso” imposto dalle Autorità.

Anche il
tennistavolo, lo sport noto a tutti come ping – pong, ha dovuto spegnere
i motori ex abrupto. Illusoriamente sfuggito al primo “giro di vite”
delle istituzioni, in quanto ritenuto sport privo di contatto fisico
(valutazione più che appropriata dal momento che i due giocatori, tanto
in allenamento quanto in gara, sono tenuti distanti dal tavolo di
gioco, lungo ben due metri e 74 centimetri), lo sport degli “invincibili
cinesi” è finito,dopo ulteriori valutazioni scientifiche, nel
calderone insieme a tutte le altre discipline a causa della
pallina, toccata ripetutamente dai due players e considerata vettore di
contagio. Abbandonate le speranze di poter proseguire regolarmente la
stagione, tante migliaia di pongisti, tante centinaia di coaches ed
oltre seicento clubs si sono visti costretti a dovere accettare il
verdetto di gran lunga più mesto della peggiore sconfitta rimediata in
campo. Per tutti è iniziato il countdown, nella speranza di potere
tornare quanto prima a sudare, a crescere tecnicamente, a lottare contro
qualsivoglia avversario, a socializzare. Quando lo sconforto sembrava
avere preso il sopravvento sul movimento pongistico nazionale,
all’orizzonte si è profilata una piccola grande chance: il ministro
dello Sport Spadafora, in riferimento al D.P.C.M. emanato lo scorso 17
maggio, ha disposto la riapertura di tutte le palestre, sia pubbliche
che private, a partire dal 25 maggio, consentendo di fatto la ripresa
dell’attività sportiva indoor.
La notizia, accolta come una sorta di
evento provvidenziale dal pongismo nazionale, ha incontrato tanta
disponibilità ma anche altrettanta ostilità da parte delle locali
Autorità.

La città di Barletta, quella che ha dato
i natali all’indimenticabile Pietro Mennea, quella dove opera da ben 39
anni la Polisportiva Dilettantistica ACSI ONMIC, ha messo in mostra una
storica insensibilità nei confronti di una disciplina dilettantistica,
ovvero nei confronti della parte più sana e più pura dello sport.

Cosa ha impedito allo storico sodalizio pongistico di riprendere la necessaria attività di preparazione?

Per
tentare di trovare una risposta a questo angosciante interrogativo
bisogna addentrarsi nei contorti meandri di una burocrazia
amministrativa
, quella locale, che è Campione d’Italia
dell’ostruzionismo aprioristico e pretestuoso.

L’esposizione
dei fatti, a questo punto, è quanto mai necessaria per potere
comprendere in quale ginepraio è costretta a muoversi una società sportiva, quella di tennistavolo targata ACSI ONMIC ,che per il lustro
conferito alla Città della Disfida attraverso successi in campo
regionale e nazionale, meriterebbe trattamento “altro”.

Venerdì
22 maggio il sodalizio pongistico barlettano ha comunicato, tramite
PEC, alla dott.ssa Caterina Navach (Dirigente Settore Sport del Comune
di Barletta) che in data 25 maggio avrebbe ripreso gli allenamenti,
così come previsto dal D.P.C.M. datato 17 maggio e dalla successiva
Ordinanza Regionale emanata dal Presidente Michele Emiliano.

Il
Dirigente Comunale testé menzionato non ha inviato benche’ minimo riscontro per cui, a seguito di un
silenzio tanto ingiustificato quanto mortificante, la dirigenza
societaria è tornata alla carica e ha nuovamente contattato, sempre
tramite PEC, la dott.ssa Navach, indicandole lunedì 1° giugno come data
per la ripresa, non più procrastinabile, degli allenamenti. A questa
seconda comunicazione è stato allegato il Protocollo redatto dalla
Federazione Italiana Tennistavolo (protocollo approvato dal CONI, dal
Comitato Italiano Paralimpico e dagli organi tecnico – scientifici
governativi), documento che il club pongistico barlettano si è impegnato a rispettare scrupolosamente, salvaguardando la salute dei
suoi atleti e sollevando le Autorità tutte da qualsivoglia
responsabilità.

Siamo,dunque, alla “seconda
puntata” di una telenovela di pessima fattura e dalla trama
inquietante.Se si considera che le telenovelas sono un genere
televisivo tramontato da un pezzo e che i loro “tempi biblici” mal si
conciliano con la gravità del momento, chi riveste incarichi
istituzionali a livello locale non può né deve servirsi della
burocrazia per impedire il sacrosanto diritto a riprendere l’attività sportiva indoor, diritto ribadito in primis da un D.P.C.M. e in secundis
da un’Ordinanza Regionale.

E’ vero che
un’emergenza sanitaria, come quella che ha attanagliato la Nazione tutta
per un arco temporale così ampio, ha generato legittimo timore in chi
ricopre incarichi d’indubbia responsabilità, ma è altrettanto vero che
l’attività sportiva dilettantistica (di cui il tennistavolo è una
delle icone più pregiate) non può più essere ferma ai box, non può e
non deve aspettare ancora un solo minuto. Non c’è più spazio per insensati pretesti (la sanificazione degli impianti adibiti
ad uso sportivo, usata sia dalla FITET che dalle istituzioni
locali come appiglio per non adempiere, compete esclusivamente agli Enti
proprietari degli immobili e non ai soggetti fruitori) e non c’è più tempo per rimpalli di responsabilità (tra istituzioni
scolastiche ed Enti locali).

Il 25 maggio è già passato ed il sodalizio pongistico barlettano, pur avendo sacrosanto
diritto di riprendere l’attività di formazione, non è ancora rientrato
nella Palestra scolastica di via Botticelli
per un incomprensibile eccesso di zelo.

Le istituzioni locali siano amiche leali e non inguaribili antagoniste dello sport “senza portafoglio”!

sabato 30 Maggio 2020

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