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Tennistavolo, la ripresa lascia intravedere tante ombre e poche luci

Cosimo Sguera
Quali sono i timori che angosciano i sodalizi pongistici italiani?
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Il coronavirus, vero e proprio tsunami che da quasi due mesi non concede tregua alla nazione (oltreché a gran parte del pianeta) e che continua a seminare morte ed incredulità, ha travolto anche l’ambito sportivo.

In
ottemperanza ai numerosi decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri, tutte le Federazioni Sportive Nazionali (oltreché gli
Enti di Promozione) sono state costrette ad interrompere l’attività
agonistica e quella di preparazione alle gare
. Anche il tennistavolo,
inizialmente risparmiato dalle drastiche restrizioni in quanto ritenuto
sport privo di contatto fisico ( “la gatta frettolosa fece i figli
ciechi” dal momento che, nonostante il tavolo da gioco sia lungo ben
m.2.74, due giocatori, tanto in gara quanto in allenamento, restano a
distanza di sicurezza ma toccano ripetutamente la pallina che si
trasforma in un pericoloso veicolo di contagio), si e’ dovuto adeguare
alla normativa vigente e fermarsi ex abrupto.In un
batter d’occhio,dunque, centinaia di societa’, migliaia di pongisti e
tantissimi coaches hanno dovuto appendere (sia pure pro tempore) la
racchetta al chiodo e riporre nel cassetto qualsivoglia ambizione.Lo
stop, reso ineluttabile dall’elevatissima velocita’ di contagio ed
attualmente ancora in corso, e’ diventato il vero e proprio incubo del
movimento nazionale di tennistavolo.

Quali sono i timori che angosciano i sodalizi pongistici italiani?

La
preoccupazione che rende insonni le notti degli allenatori oltreché degli stessi atleti è quella di natura tecnica: una disciplina (il
tennistavolo), caratterizzata dalla mobilità articolare e dalla
prontezza di riflessi, non può non essere praticata per un
considerevole arco di tempo. I pongisti, in particolar modo quelli di
età giovanile ed i neofiti, rischiano una seria compromissione del
bagaglio tecnico e la perdita della gestualità da fissare attraverso la
pratica costante dello sport teste’ menzionato. Un’altra componente che
sta tenendo con il fiato sospeso tanto i tecnici quanto i dirigenti
societari e’ quella psicologica: la lunga pausa (il cui termine eèancora difficile da calendarizzare) puo’ demotivare ed allontanare dai
sodalizi le “giovani racchette” cosi’ come i neo – iscritti, arrecando
nocumento ad una disciplina che fatica non poco nell’attivita’ di
reclutamento. Per ultimo (anche se realisticamente merita l’assoluta
priorita’) va considerato l’aspetto economico.

L’interruzione
brusca e lunga dell’attività (sia formativa che agonistica) di
tennistavolo sta già arrecando perdite economiche ad uno sport che fa
leva sostanzialmente sulle quote mensili di frequenza,
sull’autotassazione e su sporadici contributi da parte di privati.

Per
scongiurare il danno economico, quello che davvero può compromettere
la sopravvivenza di gran parte dell’associazionismo pongistico italiano, è quanto mai necessario l’intervento degli organi preposti.

La
Federazione Italiana Tennistavolo, inizialmente apparsa poco attenta al
destino dei sodalizi affiliati, si è notevolmente e concretamente
riscattata. Nella riunione svoltasi martedì 28 aprile (riunione
tenutasi rigorosamente in videoconferenza cosi’ come impongono le
vigenti disposizioni), il Consiglio Federale ha decretato la conclusione
della stagione agonistica 2019 – 2020, emanando verdetti che, in un
momento di profonda mestizia come quello che anche il microcosmo
pongistico sta vivendo,si sono rivelati una salutare iniezione di
fiducia. L’organismo federale ha eliminato le retrocessioni in
qualsivoglia Campionato a Squadre (sia nazionale che regionale),
assicurando la promozione alla Serie superiore delle prime due
classificate di ogni girone. Per tentare di sanare le piaghe
“finanziarie” causate dal Covid – 19
, il Governo del tennistavolo
italiano ha deciso di restituire a tutti i sodalizi federali il 30%
delle quote di tesseramento, di riaffiliazione e di iscrizione ai
Campionati a Squadre (di qualsivoglia Serie), versate dagli stessi nella
corrente stagione agonistica (terminata prematuramente a causa della
pandemia). Al fine di consentire a tutte le società affiliate una
“ripartenza agonistica” meno traumatica del previsto (a causa dei
mancati introiti per la lunga pausa), il Consiglio Federale ha
deliberato l’esenzione di tutto il movimento pongistico italiano da
qualsivoglia onere
(tassa di riaffiliazione, quote di tesseramento
tecnici e atleti, quote d’iscrizione ai Campionati a Squadre sia
regionali che nazionali) per la prossima stagione.

Ammirevole,
assolutamente encomiabile ed audace la decisione maturata da un
organismo aportivo, quello targato FITET, che ha ben compreso l’entità del danno rimediato dalle società affiliate e che ha compiuto il
massimo sforzo ( il Consiglio Federale ha stanziato la cifra ,tutt’altro
che irrisoria, di un milione di euro) per sostenere le stesse nella
fase più difficile della loro esistenza.Nel buio pesto che circonda e
che angoscia l’associazionismo pongistico italiano quella della FITET,
al momento, è l’unica luce. Per superare uno scoglio di cotanta
insormontabilità il tennistavolo italiano non può, né deve contare
sulla sola sensibilità da parte della Federazione. Ci sono altre
Autorita’, ancora latitanti, ancora sorde dinanzi al grido di dolore
levatosi da un movimento sportivo nazionale che e’ ad un passo, davvero
ad un passo, dallo strapiombo.

Il Governo
italiano, attraverso l’emanazione del Decreto “Cura Italia”, ha messo in
mostra un’inammissibile incompetenza in materia sportiva ed
un’intollerabile insensibilità nei confronti dello sport
dilettantistico (di cui il tennistavolo è una pregiatissima
icona),destinando allo stesso risorse assolutamente inadeguate.

A
tutt’oggi il “tanto sventolato” bonus di 600 euro (relativo al mese di
marzo), stanziato da Sport & Salute per i collaboratori sportivi,
non è stato ancora erogato
a favore di un solo avente diritto. Avere
promesso lo stesso importo per i mesi di aprile e di maggio, senza avere
ancora provveduto alla corresponsione della prima rata, è davvero un
traumatico schiaffo alla povertà conclamata dei sodalizi
dilettantistici oltreché degli allenatori (veri e propri missionari
dello sport).

Grave ed ingiustificata la latitanza
di Regioni, Province e Comuni che non possono continuare a nascondere la
testa sotto la sabbia, fingendo di non essersi ancora accorti del
dramma che attanaglia le A.S.D. (in particolar modo proprio quelle di
tennistavolo). Gli Enti locali teste’ menzionati, in perfetta sinergia
con le Federazioni Sportive (nello specifico con la FITET), con il CONI e
con il MIUR, devono intervenire tempestivamente per consentire ai
sodalizi dilettantistici di tornare a fruire, dal 18 maggio in poi (come
previsto dall’ultimo D.P.C.M.), delle palestre scolastiche senza
aggravio alcuno di spese.E questo sia solo il primo passo da compiere
“senza se e senza ma” per mettere in sicurezza le numerose realta’
associazionistiche di tennistavolo.Cosi’ come gia’ fatto dalla FITET,
anche i tre Enti Locali dovranno “mettere mano al portafoglio” e, senza
addurre misere giustificazioni, erogare contributi a favore delle
A.S.D., messe in ginocchio dall’emergenza coronavirus. Per non infierire
sui sodalizi ridotti alla fame, i tickets per l’utilizzo delle
palestre scolastiche (oltreche’ degli impianti sportivi di proprieta’
comunale) dovranno essere sospesi per un periodo non inferiore a 12 mesi
e le spese di sanificazione di qualsivoglia struttura destinata ad uso
sportivo dovranno essere ad esclusivo carico dell’Ente proprietario.

Ognuno,
dunque,faccia la sua parte.Senza ingiustificate perdite di tempo, senza
pretestuosi e capziosi rimpalli di competenze, senza ulteriori
vessazioni a danno di chi, come l’associazionismo dilettantistico (nello
specifico quello di tennistavolo) ha gia’ pagato un elevatissimo
tributo e sta continuando ancora a pagarlo.Non tanto a causa
dell’emergenza sanitaria quanto a seguito delle altrui inadempienze.

Il
mondo politico (a qualsivoglia livello) smetta,dunque, gli abiti del
“temporeggiatore” ed indossi subito quelli del “soccorritore”.

Mai come in un caso siffatto ,la chance di un riscatto morale è davvero irripetibile!

sabato 2 Maggio 2020

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colibrì american bar
colibrì american bar
3 anni fa

se il problema è la pallina,basterebbe usare i guanti…