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Tennistavolo, la Federazione si riunira’ il 28 aprile

Cosimo Sguera
Non si sprechino altri giorni o altre settimane ad individuare soluzioni
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La tragedia socio-sanitaria in atto oramai da due mesi è costata cara, troppo cara ad una Nazione che si e’ ritrovata a fare i conti con oltre 25.000 morti, con la media inquietante di 500 decessi pro die e con una gestione farraginosa dell’emergenza sanitaria.

Una serie di misure sempre più restrittive ha trasformato l’Italia, inizialmente “superficiale”, in una Nazione blindata e surreale.Tutte le attività sociali, considerate ad alto rischio di contagio a seguito degli assembramenti, sono state costrette alla sosta subitanea.In ottemperanza ai decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha invitato tutte le Federazioni Sportive Nazionali,nonché tutti gli Enti di Promozione Sportiva, ad interrompere immediatamente l’attività agonistica (a qualsivoglia livello) oltreché le sedute di allenamento. Il tennistavolo, sport d’indubbia popolarità ma in possesso di esigue risorse economiche , ha fatto salti di gioia per essere stato “risparmiato”( in quanto disciplina priva di contatto fisico) dal primo giro di vite istituzionale. Una piu’ attenta valutazione ha indotto gli organi preposti (che non hanno potuto fare a meno di considerare la pallina, con la quale entrano in contatto manuale i due giocatori, un pericolosissimo vettore di contagio) a sancire anche lo stop del tennistavolo, sia a livello agonistico che formativo.Oltre seicento sodalizi operanti sull’intero territorio nazionale, 13.000 atleti e 700 allenatori hanno dovuto rinunciare improvvisamente alle inenarrabili emozioni agonistiche, alle estenuanti sedute di allenamento ed alla necessaria divulgazione della pratica sportiva.La sosta ,resa necessaria dal rapido propagarsi del coronavirus, ha destato immediata e legittima preoccupazione nel microcosmo pongistico nazionale.Ben tre le spade di Damocle incombenti sul capo dei pongisti italiani. In primo luogo l’incommensurabile danno tecnico che la disciplina, caratterizzata da movimenti rapidi e dalla prontezza di riflessi, rischiera’ di rimediare.D’importanza tutt’altro che secondaria il contraccolpo morale che non potra’ non travolgere le giovani leve così come i neo – iscritti (demotivati da una pausa che, a tutt’oggi, sembra essere a scadenza non imminente).Assolutamente allarmante il danno economico arrecato alle societa’ dalla mancata riscossione delle quote mensili di frequenza.

Alla luce di una situazione
siffatta, situazione che rischia di ledere irrimediabilmente il
tennistavolo italiano, urge l’intervento concreto da parte delle
autorità preposte.

Il governo, attraverso
l’emanazione del Decreto “Cura Italia”, ha manifestato assoluta
incompetenza in materia sportiva ed inquietante insensibilità nei
confronti dell’associazionismo dilettantistico (di cui il tennistavolo
e’ uno dei piu’ insigni esponenti), riservando allo stesso risorse
irrisorie ed assolutamente insufficienti
a fronteggiare la crisi
economica prodotta dalla pandemia.Il CONI, ovvero il Governo dello Sport
Italiano, e’ stato inequivocabilmente solerte nell’esortare tutte le
discipline (tennistavolo incluso) a “fermarsi” ma non ha usato
altrettanta tempestività nello spronare la Federazione Italiana
Tennistavolo ad aiutare le proprie societa’.Benche’ consapevole del
dramma economico che ha travolto tutti i sodalizi affiliati, la FITET ha
ritenuto opportuno affrontare un dramma di queste proporzioni,
chiudendosi nella sua “torre d’avorio”.

E’ assurdo
ed inammissibile che, anche in una situazione emergenziale come quella
che sta attanagliando la Nazione oltreche’ l’ambito sportivo, la
Federazione Italiana Tennistavolo non abbia avvertito la necessita’ di
riunirsi (con le precauzioni che la vigente normativa impone), e’
inaccettabile che, da ben quattro mesi, sia stata programmata una sola
riunione del Consiglio Federale per lo scorso 23 febbraio e che questa
sia stata misteriosamente rinviata. Questo sconcertante e pernicioso
immobilismo sembra avere conosciuto una provvidenziale (e probabilmente
illusoria) battuta d’arresto: dopo un considerevole arco di tempo
contraddistinto dalla assoluta apatia, il Governo del tennistavolo
italiano ha dato un appena percettibile segno di vita,
inviando a tutte
le societa’ affiliate (tramite mail) i diversi decreti emanati dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri e, udite udite, una scheda di
rilevazione dei mancati introiti relativa al periodo 1 marzo – 30 giugno
2020. Si affronta con cotanta leggerezza un disastro siffatto? Perche’
tutti i sodalizi affiliati sono stati abbandonati al loro tragico
destino in un momento infausto come quello attuale? Perche’ la FITET
temporeggia ancora?
Nell’autorità federale non si percepisce la ferrea
volonta’ di porre fine alle sofferenze economiche che rischiano
seriamente di compromettere l’esistenza di un gran numero di A.S.D. e,
quel che e’ piu’ grave, nel governo del tennistavolo italiano non si
riesce a rilevare una chiarezza di intenti.Un altro timido, per certi
versi insignificante, segnale puo’ essere rappresentato dalla riunione
del Consiglio Federale,fissata per il prossimo 28 aprile.
Ancora una
volta, tanto per cambiare, tutto e’ avvolto nel mistero: non e’ stato
redatto un ordine del giorno, ne’ tantomeno e’ stata data relativa
comunicazione alle societa’ aderenti. Si continua a scherzare col fuoco,
si continuano ad oltraggiare la dedizione ed il sacrificio di
giocatori, allenatori e dirigenti,si continuano a gestire in modo
opinabile le risorse disponibili. E sono proprio queste ultime a
rappresentare l’ultimo barlume di speranza per l’associazionismo tutto.

L’improvvisa
sospensione dell’attivita’ agonistica (sia individuale che a squadre,
sia a carattere regionale che nazionale) ha fatto risparmiare alla
Federazione un importo di quasi 400.000 euro.Se a cio’ si aggiunge un
contributo straordinario, assegnato recentemente da Sport e Salute a
tutte le Federazioni (e quindi anche alla FITET) per garantire un
adeguato sostegno finanziario a tutte le associazioni sportive
dilettantistiche, lese profondamente dall’emergenza sanitaria, si
perviene alla conclusione che la Federazione Italiana Tennistavolo non
puo’ addurre giustificazione alcuna per non avere ancora erogato le
risorse necessarie (sia pure con le dovute proporzioni) a tutti i
sodalizi affiliati.

Si vogliono davvero mettere in
sicurezza tutte le societa’? Non si sprechino altri giorni o altre
settimane ad individuare soluzioni vacue ed inconsistenti. Nel consesso
programmato per il prossimo 28 aprile si passi dalle “verba” ai “facta”:
si ufficializzi subito la conclusione della corrente stagione
agonistica (omologando i risultati dell’attivita’ a squadre maturati al
termine del girone di andata, cosi’ come deciso da altre Federazioni
Sportive), si sollevino tutti i sodalizi da ogni onere (tassa di
riaffiliazione, quote di tesseramento atleti e tecnici, quote di
iscrizione ai Campionati Individuali e a Squadre di qualsivoglia
livello) per la stagione agonistica 2020 – 2021, si eroghi a favore di
tutte le A.S.D. un contributo forfettario a titolo di risarcimento per
le perdite economiche subite a partire dallo scorso mese di marzo fino
al termine del corrente anno agonistico.

Concretezza,
tempestivita’ di intervento, sensibilita’
: sono queste,dunque, le tre
ancore di salvezza che la Federazione ha il dovere morale di mettere a
disposizione di tutti i sodalizi. In un momento tragico come quello che
sta vivendo anche il microcosmo pongistico italiano, si abbandonino le
sciocche ambizioni, il patologico carrierismo e si tenda realmente una
mano a chi, da sempre, pratica questa meravigliosa disciplina a costo
d’inenarrabili sacrifici.

Ex tenebris ad lucem.

giovedì 23 Aprile 2020

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