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Tennistavolo, l’interminabile calvario dell’ACSI ONMIC Barletta

Cosimo Sguera
L'appello alla politica e all'imprenditoria locale
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Da due settimane, da sole due settimane, è calato il sipario sull’anno agonistico 2018 – 2019 targato FITET.
E da 15 giorni ha portato a termine il suo trentottesimo anno consecutivo di attività agonistica anche la Polisportiva Dilettantistica ACSI ONMIC Barletta.Perfettamente centrati i numerosi obiettivi stagionali: la permanenza delle due compagini facenti capo al sodalizio nei Campionati Nazionale di Serie C1 e Regionale di Serie C2, la partecipazione a tutti i Tornei Regionali Individuali di Categoria,l’iscrizione ai Campionati Regionali Individuali di Categoria, la presenza ad alcuni (non tutti per le note difficolta’ economiche che attanagliano il club barlettano) Tornei Nazionali Individuali di Categoria, l’immancabile partecipazione ai prestigiosi Campionati Italiani Individuali di Categoria (svoltisi ,nella stagione da poco terminata, a Riccione dal 26 maggio al 10 giugno).

Se ci si sofferma ad esaminare ,sia pure per qualche istante, il volume di attività sviluppato dal sodalizio barlettano, sembrerebbe (il condizionale è quanto mai doveroso nel caso specifico) che l’ACSI ONMIC Barletta navighi con il vento in poppa. E invece, dietro questa intensa e capillare attività svolta, si celano tanti ,troppi guai. E’ davvero inconcepibile, intollerabile e ,per certi versi, surreale che, dopo oltre un terzo di secolo dedicato alla formazione delle giovani leve ed alla conquista di prestigiosi risultati in ambito nazionale oltreché regionale, il movimento pongistico barlettano si ritrovi a dovere affrontare difficoltà uguali o addirittura superiori a quelle incontrate nei primissimi anni di attività.E’ inammissibile che uno dei sodalizi più anziani della Federazione Italiana Tennistavolo sia costretto ad operare in condizioni di vergognoso disagio.

E’ inaccettabile che la classe politica locale “tutta” (in ordine cronologico, l’ultimo esponente ad avere mostrato una briciola di attenzione nei confronti del gruppo pongistico e ad essersi inspiegabilmente “dileguato” e’ stato il Presidente del Consiglio Comunale Sabino Dicataldo), informata dettagliatamente da anni sulla crisi economica che penalizza gravemente l’ACSI ONMIC Barletta, continui a rimanere del tutto indifferente dinanzi ad un tarlo che,lentamente ma inesorabilmente, sta compromettendo la sopravvivenza del gruppo sportivo teste’ menzionato.E’ assurdo che il Primo Cittadino, uomo sensibile alle tematiche sportive, da oltre un anno invitato a valutare con la dovuta attenzione la drammatica condizione in cui versa il club barlettano e ad individuare un’adeguata soluzione, non sia stato neanche “incuriosito” da un sodalizio che, da ben 38 anni, conferisce,con inequivocabili risultati sia in ambito nazionale che regionale, tanto lustro alla Città della Disfida. E’ imbarazzante che il mondo imprenditoriale cittadino, stranamente attento ai bisogni di acclarate discipline che non hanno, nel modo più assoluto, bisogno “vitale” come il tennistavolo, continui a “sbadigliare” dinanzi alle incessanti richieste di aiuto pervenute dal movimento pongistico e ad investire risorse in iniziative frivole oltreché di opinabilissima valenza sociale. Estremamente dannoso si è rivelato l’abbandono, messo in atto esattamente un anno fa, dai due sponsor che avevano lasciato intendere di voler supportare, longo tempore, l’attività sviluppata dall’ACSI ONMIC.
L’insensibilità della classe politica barlettana e l’indifferenza della locale imprenditoria sono diventati, in poco pù di un anno, una vera e propria “bomba ad orologeria” per il club pongistico operante nella Città della Disfida. Disinnescare questo ordigno ad altissimo potenziale richiede particolari competenza ed attenzione.L’intervento eviterà presumibilmente il peggio ma non porrà fine al calvario che il sodalizio barlettano è costretto ad affrontare quotidianamente.
In ambito politico bisognerà individuare tempestivamente una figura che, al contrario di tutte le altre finora sensibilizzate, prenda concretamente a cuore il dramma che angoscia il pongismo barlettano e tenda davvero una mano.Nel campo imprenditoriale è impensabile che nessuno sia disposto ad investire modeste risorse per trarre in salvo una disciplina, il tennistavolo, capace di assicurare considerevole visibilità a chicchessia.
Per un sodalizio che ,in quasi 40 anni di prestigiosa attività, ha scritto pagine indelebili di sport nazionale e regionale la migliore scialuppa di salvataggio è rappresentata dalla SENSIBILITA’. Dopo tantii anni di vergognoso lassismo, politici ed imprenditori locali interroghino le proprie coscienze.Assicurare un concreto sostegno a chi svolge un’ innegabile funzione sociale (senza intascare un centesimo) è un preciso dovere morale!

sabato 13 Luglio 2019

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