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Tennistavolo, quando terminerà la via crucis dell’ Acsi Onmic Barletta?

Cosimo Sguera
I costi di gestione sono esageratamente lievitati nel corso dell'ultimo decennio, le istituzioni (salvo rarissime eccezioni) sono state quasi sempre latitanti
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Nel microcosmo del tennistavolo targato FITET, il segmento finale della stagione estiva è solitamente caratterizzato dagli impegni agonistici individuali, sia in ambito nazionale che regionale.

La situazione
testè menzionata è quella che, per ben 36 anni consecutivi, la
Polisportiva Dilettantistica ACSI ONMIC Barletta ha vissuto ed
affrontato con estrema professionalità, con assoluta umiltà,con
moderata serenità e con l’auspicio di potere operare sempre meglio per
la crescita quantitativa e qualitativa della disciplina rappresentata.
Nella corrente stagione agonistica (la trentasettesima consecutiva del
sodalizio pongistico barlettano), iniziata nello scorso mese di luglio,
un meccanismo che per trentasei anni ha funzionato quasi perfettamente (
il “quasi” è moralmente doveroso dal momento che la perfezione non è di questo mondo!) si è improvvisamente, ma non inspiegabilmente,
bloccato. Cos’è accaduto “ex abrupto” ad un club storico come l’ACSI
ONMIC che sembrava non avere punti deboli? Per meglio comprendere
l’accaduto, non si può fare a meno di analizzare , sia pure
velocemente, il passato remoto e quello prossimo del movimento
pongistico barlettano.Dal 1981( primo anno di attività’) fino al 2004
(prima stagione supportata dallo sponsor Ottica Lamusta) la società sportiva barlettana di tennistavolo ha formato tanti giovani, ha
conseguito prestigiosi risultati in campo agonistico (sia nazionale che
regionale) SENZA AVERE RICEVUTO UN CENTESIMO DA PRIVATI MA FACENDO LEVA
ESCLUSIVAMENTE SULLE ENERGIE MATERIALI DEI PROPRI ASSOCIATI.

Nell’anno
agonistico 2004 – 2005, grazie al subentrato supporto economico
dell’Ottica Lamusta, il club barlettano non ha vinto un “tredici” da
favola, né tantomeno ha potuto disporre di cifre astronomiche ma ha
avuto (e non ha potuto fare a meno di sfruttare) l’irripetibile chance
di dare il via ad un ciclo memorabile che gli ha consentito, in ben
tredici stagioni di fila, di conquistare podii nazionali,
prestigiosissime medaglie ai Campionati Italiani Individuali,
inenarrabili promozioni a Campionati Nazionali a Squadre di altissimo
livello, di ospitare manifestazioni di inequivocabile valore tra le quali
non può non “campeggiare ” l’incontro Italia – Slovenia (disputato
nella Città’ della Disfida il 18 settembre 2012 e valido per i
Campionati Europei ETTU), di riservare particolare attenzione alla
formazione giovanile con l’acquisizione di tecnici di elevatissima
caratura tecnica come il molfettese Leonardo Balacco ed il cinese Gao
Mingchuan.Tempus fugit, i costi di gestione sono esageratamente
lievitati nel corso dell’ultimo decennio, le istituzioni (salvo
rarissime eccezioni) sono state quasi sempre latitanti, lo sponsor
“storico” è stato costretto a ridimensionare il proprio supporto
economico, la locale imprenditoria è stata sorda (per oltre un terzo di
secolo) a qualsivoglia istanza d’intervento da parte del gruppo
sportivo barlettano e quella che ,fino a pochi mesi fa, sembrava essere
una “banale ferita” destinata a rimarginarsi, in meno di un anno eèdiventata una piaga che sanguina vistosamente e che rischia di porre
fine ad una “nobile esistenza”.

A rigor di logica, un ” effetto” siffatto altro non è che la tragica consecutio di una ” causa” indiscutibilmente grave.

E
allora scopriamo la ratio che ha generato un vero e proprio disastro
societario. Come è stato ripetutamente sottolineato in precedenti
articoli, il male che affligge il club pongistico barlettano ha radici
lontane. Nei gloriosi e presumibilmente irripetibili 37 anni di
attività sportiva, la Polisportiva ACSI ONMIC Barletta ha
incessantemente lamentato l’inspiegabile (solo per i non addetti ai
lavori) atteggiamento di assoluta indifferenza da parte delle autorità politiche locali e ha sempre sperato che questo stillicidio prima o poi
avesse fine. L’ineluttabile scorrere del tempo non ha fatto registrare un
cambiamento di rotta da parte di chi, non avendo intravisto nel
sodalizio barlettano un capiente contenitore di consensi elettorali, ha
ritenuto opportuno ghettizzare, ignorare, minimizzare, mortificare
qualsivoglia traguardo conseguito dal club ACSI ONMIC. L’assenza di
cultura sportiva (eccezion fatta per quella calcistica) associata
all’egoismo politico ha arrecato danni irreversibili alla polisportiva
barlettana, condannandola ad una vera e propria “via crucis senza fine”.

Alla
luce di una situazione siffatta, è possibile che nello scenario locale
nessun esponente politico avverta l’insopprimibile bisogno di
distinguersi moralmente e di tendere concretamente la mano a questo
storico sodalizio che, soprattutto negli ultimi mesi, ha lanciato
ripetuti SOS senza ricevere una briciola di reale attenzione?

E’
possibile che anche il Primo Cittadino, dott. Mino Cannito, il cui
intervento è stato instancabilmente invocato da parte della dirigenza
societaria, rimanga imperturbabile dinanzi alla thanatos di uno sport a
Barletta?

La politica dovrebbe avere nel “servizio a
vantaggio della collettività ” la sua mission ossessiva.Se, invece, le
locali istituzioni discriminano un sodalizio sportivo che, da ben 37
anni, svolge un’innegabile oltreché meritoria azione sociale, queste
autorità sono affette da un “misterioso strabismo politico”.

Ed
una patologia siffatta richiede adeguata terapia. Quantomeno per
scongiurare il rischio che il ” campo visivo” si riduca ulteriormente!

Intelligenti pauca.

lunedì 10 Settembre 2018

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