Egregio Signore, non m’interessa il suo C.V. non voglio entrare in polemica con nessuno e per questo mi limiterò a far scendere un velo pietoso su questa vicenda e, su chi pensa di avere la verità assoluta. Voglio precisare alcuni punti per me importanti ma che a qualcuno sfuggono e, che mi costringono ancora una volta a dover puntualizzare, senza paura di essere smentito, da chi è mosso da fremiti di ambizione compulsiva e cerca di compensare la sua inadeguatezza chiamando in causa terze persone addirittura come biografi, per cercare di dare sostanza e costrutto al proprio smisurato “ego”.
1) la pista in sportflex di Barletta è stata regalata a Pietro dalla FIDAL allora presidente Primo Nebiolo, costo £. 350.000.000 pagati dalla FIDAL.
2) Pietro di ritorno da Mosca dove vinse le Olimpiadi, fece tappa a Barletta e, un giovedì pomeriggio (io c’ero), si recò al campo sportivo per allenarsi, ma il custode gli disse che non poteva entrare perché si stava allenando il Barletta calcio; per tranquillizzare questo increscioso incidente dovette intervenire la FIDAL perché era stato messo alla porta un atleta che aveva vinto le Olimpiadi e ancor prima aveva stabilito il record del mondo, se le mie fonti non mi tradiscono doveva essere 19”72.
3) Il 17 agosto 1980 si tenne a Barletta il meeting di cui tutti sono al corrente e non c’era bisogno di fare un ennesimo articolo. Qualche giorno prima a Pescara si disputò un altro meeting e Pietro (mio fratello) mi chiese di andare a Pescara per contattare alcuni velocisti e cercare di farli venire a Barletta, naturalmente stabilendo il loro compenso.
Pertanto quegli atleti che si vedono in foto li ho fatti venire (io c’ero) a Barletta, per essere precisi in quell’occasione mi accompagnò Savino Albanese.
4) Ora mi trovo a dover scrivere queste poche righe, pensando che questi ricordi, ormai lontani nel tempo, si fossero sopiti e coperti da polvere, ma c’è qualcuno che li richiama e li fa rivivere, forse perché non sa cos’altro raccontare. Il grandissimo Pietro (atleta) resta e resterà nella memoria di tutti anche senza raccontare le storielle. Ma purtroppo contro i supponenti non c’è altro mezzo che quello di affrontarlo sullo stesso terreno.
5) Quando Pietro si allenava a Barletta, chi si allenava insieme era il sottoscritto (fratello di Pietro) io c’ero e le prove ripetute sui 300/ 400 / 600 mt. le facevamo insieme e ancora per essere precisi i 600 mt. (3X600) con recupero di 10 minuti tra le prove li facevamo in 1’ 22”5, niente male per uno che aveva 16 anni ed era entrato nella carrelli elevatori di Bari, “per qualcuno” (per grazia divina).
Questo il Prof. Montenero (biografo) lo dovrebbe sapere, come dovrebbe sapere che si dimentica di Michele DIPACE che qualche volta si allenava sui 150 mt.
Per concludere qualcuno si pasce di questa situazione per continuare ad avere un po’ di visibilità, spero di porre fine a questa indegna sceneggiata che va avanti da decenni e, che ha arrecato notevoli danni, sputtanandola, la mia famiglia.
Dico un ultima cosa, che gli italiani sono buoni, ma l’ira dei buoni è terribile.
Io sono buonissimo.
Vincenzo Mennea
????