Il Teatro Curci di Barletta onorato di ospitare ancora una
volta Alessando Bergonzoni con la sua nuova produzione “Trascendi e
sali”.
Assistere ad una parte di spettacolo
guardando i soli piedi é stata un’altra intuizione vincente di
Alessandro Bergonzoni. I passi percorrono il piano superiore del
trabattello illuminato. Avanti e indietro, da destra a sinistra e
ritorno. Definirlo attore, sì ma anche uno scrittore, un artista
completo, e perché no, un comico di prestazioni verbali dell’assurdo, un
affabulatore dei dialoghi no sense, insomma, il migliore tra gli artisti
contemporanei.
Una scenografia divisa e segnata per non
uscire fuori dagli schemi (un ossimoro considerando il fuori schema dei
suoi pensieri). Sul fondo palco un telo rosso a mezz’asta dove l’attore
affronta alcune tematiche sociali, come la morte di Giulio Regeni e
quella di Stefano Cucchi; nel limitare destro del palco, una
impalcatura, “la pensostruttura” da dove parte la genesi del suo monologo;
per il resto lo spettacolo si svolge a leggio, al centro della scena,
di fronte al pubblico.
Un onemanshow comico, dove quando ti va
bene capisci una battuta ogni quattro. E non perché siano
incomprensibili, semplicemente perché sono troppe. Del resto, una delle
caratteristiche degli spettacoli di Alessandro Bergonzoni sono i giochi
di parole, le allusioni, e doppi sensi. La stessa ironia che lo ha reso
noto fin dai tempi del “Maurizio Costanzo show”.
Una grande
interpretazione teatrale, servita su un piatto di porcellana e condita
con storie di ordinaria follia e senza un file rouge.
All’apparenza
forse, ed ecco allora che si parla di politica, d’istituzioni, passando
per le religioni, fino a giungere al recente tema di attualità:
“Quello sui migranti? Sta dicendo che l’Italia non sa ancora se fare una
raccolta di migranti… E nel caso, bisognerà farla differenziata?
“Metterli nella carta, in questo caso “stampata”? Nel vetro? Cioè nelle
televisioni? O metterli dell’organico? Terra o mare?”.Le sue frasi ad
effetto lasciano nel dubbio il pubblico attento e partecipe del teatro
Curci. Che faccio rido, sorrido, mi intristisco o piango? Non c’è tempo
perché il menù gourmet offerto dallo chef bolognese non si ferma e
continua offrendo portate sempre diverse.
Le risate del
pubblico non sono all’unisono: c’è chi ride a catenella, chi sguaiato,
altre sono risa di sottofondo, tenui, tenere, perché la frase appena
assaporata va gustata con calma per farla posare sul fondo di ognuno di
noi . Dopo i cento minuti di spettacolo, e con quasi quattro di un
applauso interminabile, il pubblico richiedeva il ritorno di Alessandro
Bergonzoni sul palco. Lo stralunato personaggio, ma lucido nella mente
,esce dalle quinte, che sono anche seste e settime; torna davanti al
pubblico dicendo che lo spettacolo è finito e che dunque bisogna
abbandonare il teatro, dovete andar via! Tra applausi scroscianti e
risate di gusto da parte dei commensali… lui indomito portatore di
posate e di pensate, continua il discorso precedente che sembrava finito
ed invece è infinito, senza soluzione di continuità teatrale.