Spettacolo

“Mine Vaganti” al Teatro Curci: grande successo per l’opera di Ozpetek

Giacomo Caporusso
La rappresentazione teatrale firmata da Ferzan Ozpetek, nell' adattamento dell'omonimo film
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Teatro “Curci” gremito per la prima di "Mine Vaganti", la rappresentazione teatrale firmata da Ferzan Ozpetek,nell' adattamento dell'omonimo film.
Una scenografia pulita con un gioco di luci  che creano di volta in volta un’atmosfera intima e suggestiva, dalla camera da letto della nonna all' allegra sala in cui si svolge l’incontro tra gli amici di Tommaso e il resto della famiglia.
Gli spazi scenici organizzati, attraverso una serie di tulle bianco, formano tende  leggere che come sipari svelano gli squarci di vita quotidiana della famiglia Cantona in una comunità del Sud dalla mentalità retrograda.
Una drammaturgia che accompagna per mano il pubblico scena dopo scena all'interno  della vicenda che non si discosta di molto dalla pellicola cinematografia, alimentando il  tutto a suon di risate.
Iaia Forte e Francesco Pannofino sono moglie e marito dell’alta borghesia produttiva, lui manda avanti il pastificio di famiglia col figlio Antonio. L’altro figlio,Tommaso, è omosessuale e  da Roma ritorna nel piccolo comune del Sud per confessare finalmente alla famiglia ciò che nel tempo aveva sempre nascosto. A sconvolgere il precario ordine della famiglia è l’inaspettato coming out di Antonio, che batte sul tempo Tommaso.
Alla notizia il padre lo rifiuta cacciandolo di casa e assegnando al  figlio minore il ruolo di dirigere il pastificio di famiglia. A Tommaso non resta che aspettare tempi migliori, nella speranza di  cercare il momento più propizio per rivelare un'altra verità che potrebbe essere letale per suo padre.Nel corso della serata gli attori si spostano più volte nella platea per stabilire un'interazione con il pubblico
La morale, svelata sin dall’inizio è facile facile, e punta al perbenismo  della famiglia del Sud dove tutto è plasticamente immobile.
Uno spaccato di vita dove i genitori non possono accettare ciò che è fuori dal recinto della normalità.
Un ambiente stagnante dove a loro volta i figli si caricano, per anni, il peso del silenzio; perché nulla deve cambiare. Del resto il tabù è quello della vergogna sociale. Una citazione speciale  per la statuaria Simona Marchesini ottantenne da un mese che ha interpretato la nonna definita la mina vagante perché  è l unica che scompagina i piani con un pensiero alternativo. A determinare comunque la riuscita dello spettacolo,è stata certamente la bravura di tutti gli interpreti, che al termine della serata sono stati applauditi calorosamente dal pubblico del Teatro Curci.

sabato 29 Gennaio 2022

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