Politica

Coronavirus, interventi per crisi tessile e moda: il sen. Damiani (FI) scrive al premier Conte

La Redazione
"Il lockdown avrà ripercussioni negative a cascata su un indotto ampio, che assicura lavoro a migliaia di persone in un territorio già penalizzato dalle poche opportunità lavorative"
scrivi un commento 1574

Tra i settori produttivi che stanno subendo un duro colpo dalla
sospensione delle attività imposta su tutto il territorio nazionale per
contenere il contagio da coronavirus,
c’è un comparto, trainante in
particolare per l’economia del nostro territorio, che necessiterebbe di
attenzioni specifiche da parte del Governo. Si tratta del settore Moda,
inteso come l’indotto complessivo del tessile e calzaturiero,
che
rischia di vedere vanificata non soltanto l’annata corrente, data la
stagionalità dei prodotti e dei consumi, ma anche la prossima, poiché il
lavoro preparatorio si svolge in media con 12 mesi di anticipo rispetto
alla messa in vendita dei capi.

Per sollecitare un intervento mirato,
il senatore di Forza Italia Dario Damiani ha inviato una lettera al
Presidente del Consiglio Giuseppe Conte,
invitandolo a prendere in
considerazione l’ipotesi di provvedimenti ad hoc per il settore Moda, al
fine di salvaguardare la tenuta della filiera e dei posti di lavoro.

Di seguito il testo:

“Preg.mo Presidente Giuseppe Conte,

in questo momento di drammatica emergenza sanitaria ed economica per l’intero nostro Paese, è dovere di tutti collaborare nell’unico interesse comune di salvaguardare vite umane in primis ma anche prospettive e dignità del lavoro. Dal mio ruolo privilegiato di parlamentare, rappresentante delle istanze nazionali e dei territori di riferimento, sono a richiamare la Sua attenzione su un settore produttivo che, dal dopoguerra, ha consacrato il nostro Paese eccellenza mondiale: il comparto Moda. Anche la Puglia, e in particolare il distretto economico-produttivo della provincia di Barletta-Andria-Trani, annovera una tradizione quarantennale nel settore tessile e calzaturiero che, seppur fra le grandi difficoltà degli ultimi anni, resiste con determinazione e caparbietà grazie al lavoro di imprenditori tenaci.

Quanto sta accadendo nelle ultime settimane, il cosiddetto “lockdown” opportunamente imposto per limitare il contagio da coronavirus, avrà
purtroppo nel comparto Moda ripercussioni negative a cascata su un indotto ampio, che assicura lavoro a migliaia di persone in un territorio già penalizzato dalle poche opportunità lavorative, ben più gravi che in altri settori, poiché caratterizzato da peculiarità come la stagionalità e l’anticipazione annuale della produzione, che saranno oramai irrecuperabili anche dopo soli due mesi di chiusura delle attività.
Il blocco della produzione e della commercializzazione inciderà infatti in negativo non soltanto sull’annualità 2020 in corso ma anche sulla successiva, poiché in tale settore il lavoro preparatorio avviene mediamente con 12 mesi di anticipo sulla effettiva messa in vendita dei prodotti finali.
Al momento, mi risulta si tratti di un comparto che non ha ricevuto attenzione specifica e, pertanto, auspico che le strategie e le soluzioni che
verranno messe a punto dal Governo, formalizzate nei prossimi decreti e provvedimenti con i quali verrà orientata e disciplinata la fase di ripartenza economica, che tutti ci auguriamo sia il più vicina possibile, terranno conto della peculiarità del settore Moda per assicurare nel breve periodo la tenuta dell’intera filiera e garantire la continuità di lavoro e reddito.
Nel porgerLe i più cordiali saluti, manifesto piena disponibilità a fornire ulteriori approfondimenti attraverso dati e informazioni dettagliate
riguardanti l’ambito territoriale succitato.

Palazzo Madama – Roma, 05.04.2020
Sen. Dario Damiani”

lunedì 6 Aprile 2020

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Renato Borraccino
Renato Borraccino
4 anni fa

Barletta rispetto ad altri distretti tessili, non ha la distribuzione al dettaglio tranne in pochi casi. Fermandosi la filiera distributiva dei grossisti campani, calabresi, palermitani ed altre realtà del nord, si avranno ripercussioni gravi in quanto i grossisti hanno i magazzini stracolmi di merce non venduta, hanno in buona parte pagato i loro fornitori e le spese per la distribuzione ma non hanno incassato nulla. Le prossime stagioni saranno caratterizzate da una forte depressione di commesse il che significa che i produttori dovranno pazientare minimo un anno prima di vedere ordini, produrre e dignitosamente ricominciare. Credo che il governo debba trovare il modo di sbloccare anche i distributori altrimenti i produttori/fornitori inevitabilmente non potrà ripartire.

Salvatore Santeramo
Salvatore Santeramo
4 anni fa

Tu Senatore…un cenno tesimo non lo uscire dalla mia tasca.