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Braccianti morti a Foggia, Potere al popolo Barletta presente allo sciopero

La Redazione
"Di quale immagine di civiltà parliamo? Quella della precarietà e dello sfruttamento"
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“Siamo stati a Foggia, abbiamo portato solidarietà alle lotte per una vita migliore, abbiamo fatto parte di uno sciopero che non è una delle cerimonie fatte dai soliti sindacati ma la messa in questione dei fondamenti dell’attuale società”. A parlare è Luigi Filannino, che ha partecipato a nome di Potere al Popolo di Barletta allo sciopero per i braccianti morti a Foggia. “Là dove la società del benessere crea illusioni da difendere abbiamo manifestato invece le sue piaghe reali da cui dobbiamo redimerci. Ci chiedono di difendere una ipotetica civiltà ma di cosa parliamo? Di quale immagine di civiltà parliamo? Quella della precarietà e dello sfruttamento, quella del lavoro povero e mortificato, delle morti sul lavoro, della negazione all’accesso alla sanità, della repressione a chi si ribella a opere inutili, corrotte e dannose come Tap e Tav o quella di un’istruzione ormai divisa dal suo intento emancipatorio e ridotta a merce del mercato? Questa è la civiltà che dobbiamo difendere? Il progresso può avvenire soltanto creando le condizioni reali che contraddicono quelle attuali. E ancora una volta diventa palese che la nuova società non potrà realizzarsi con chi è stato capace di passare come buonista o radical chic, ma dovrà realizzarsi attraverso le persone che vivono le sofferenze reali, oppressi e sfruttati, chi vive la necessità di un mondo nuovo. A loro bisogna dare le chiavi della nuova società, alla parte di mondo che subisce i dolori universali.

Potere al Popolo guarda molto più lontano. Non ci sta a chiedere l’elemosina per stare poco meglio, non ci sta a trovare il compromesso con uno stato di cose che ovviamente non vuole cambiare. Come in cuor suo non accetta il compromesso fatto negli anni ’70 dalla sinistra così oggi ha chiaro nei suoi progetti che c’è la necessità di una trasformazione radicale alla base e non di un “governo del cambiamento” delle parole. Potere al Popolo non può prendere un’altra via perché vuole il popolo al potere, non uno qualsiasi, ma quello che patisce tutte le torture di questa realtà”.

venerdì 10 Agosto 2018

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