Cultura

Portatori della Madonna dello Sterpeto, di padre in figlio tra fede e tradizione

La Redazione
Intorno ai primi anni del 1700, un gruppo di uomini prelevò la Sacra Icona e la portò processionalmente in città all'interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove rimase esposta per tutto il mese di maggio
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La storia dei Portatori della Madonna dello Sterpeto ha radici ben profonde, che si intrecciano con quelle del Santuario della Madonna dello Sterpeto e con la nascita della devozione del popolo barlettano nei confronti dell’Icona della B.V. Maria.
Abbiamo ripercorso le tappe di questa affascinante storia con l’aiuto di Giuseppe Antonio Dibari, segretario dell’Associazione dei Portatori della Madonna dello Sterpeto, proprio alla vigilia delle tre giornate di celebrazione dei riti religiosi in onore dei Santi Patroni della Città di Barletta, che si svolgeranno dal 13 al 15 luglio.

“Il culmine della devozione del popolo barlettano nei confronti dell’Icona della Madre di Dio si ha con il ritrovamento del dipinto, dove ora sorge il sontuoso Santuario, intorno al 1600, da parte di una bambina sordomuta – racconta Dibari ripercorrendo le vicende che nei secoli hanno scandito il culto – Già dapprima sorgeva in quel luogo un’abazia, poi una piccola cappella, con la presenza dell’Icona. Ma trovandosi tale luogo sacro in un posto troppo lontano dai primi insediamenti urbani, era continuo oggetto di furti e predoni. Allora si decise di abbandonare tale luogo, decretandone il declino e l’abbandono.

Ma, come già detto, una bambina sordomuta ritrovò qui la sacra icona, tra roveti e sterpi. Alla piccola, nel momento del ritrovamento, le si sciolse subito la lingua e potè parlare, le si schiusero le orecchie e potè udire. Subito in molti, saputo dell’accaduto, accorsero in questo luogo e vollero tutti che qui si riprendesse il culto nei confronti della Beata Vergine Maria dello Sterpeto. Le folle delle genti erano interminabili, tutti chiedevano a Maria dello Sterpeto grazie e favori celesti. Ma l’episodio che i barlettani portano più nel loro cuore è il seguente. Nel 1656 Barletta è dapprima colpita dal morbo della peste che semina morte e disperazione in città, nel periodo in cui viveva un grande splendore dovuto al commercio marittimo, visto che la città iniziava a espandersi notevolmente in particolar modo sul borgo attiguo al porto. Il morbo giunse purtroppo proprio via mare da marinai già colpiti da peste.

Rapido, purtroppo, fu il contagio. Successivamente la città venne duramente colpita anche da violentissime scosse di terremoto, che colpivano una città duramente provata. Ma i barlettani sapevano chi poteva loro dare un aiuto: Maria Santissima dello Sterpeto.
Questa storia è avvalorata da documentazioni ancora oggi presenti, come un documento firmato dall’allora Amministrazione comunale della Città di Barletta, nel quale si chiedeva l’intervento Divino e se ne sperimentava realmente l’intercessione. A liberare Barletta dal morbo della peste, a preservarla miracolosamente da altri violenti terremoti, che infliggevano morti e lutti nei paesi limitrofi , secondo il fedelissimo popolo barlettano e l’amministrazione comunale che ne sottoscrisse il documento furono: Gesù Sacramentato, Il Santo Legno della Croce, Maria Santissima dello Sterpeto e San Ruggero Vescovo.

Proprio a seguito di questi violenti terremoti i barlettani vollero che la loro amata Madre fosse più vicina alla città e a tutta la popolazione che la implorava. Fu così che intorno ai primi anni del 1700, un gruppo di uomini prelevò la Sacra Icona e la portò processionalmente in città all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove rimase esposta per tutto il mese di Maggio.
Ed è in questa circostanza che Maria dello Sterpeto mostra tutta la Sua materna protezione preservando la città e allora grande fu la volontà dei cittadini di voler Ella come protettrice della Città.
L’Icona fa rientro, subito dopo il mese di Maggio, accompagnata da tantissimi fedeli e portata a spalla da uomini pii e devoti nel suo luogo d’origine, dove i barlettani si impegnano a curare tale luogo e a edificare un tempio.
Venne costruita allora un altare principale dove troneggia la Vergine dello Sterpeto e all’interno della Chiesa a perenne memoria vengono eretti anche due altari che ne ricordano San Ruggero Vescovo e un altare dedicato alla Santa Croce di Gesù Cristo. Continuano al Santuario dunque i pellegrinaggi e continua ininterrottamente il flusso di devoti.

Ma tutti sono legati al momento in cui Maria Santissima dello Sterpeto giunge in Città portata a spalla da quegli stessi uomini che ora tramandano di padre in figlio tale devozione. I momenti sono due: per il Mese di Maggio in cui sosta per un mese intero all’interno della Basilica Cattedrale di Santa Maria Maggiore e per la seconda settimana di Luglio per la festa patronale. Tanti sono i festanti devoti e pellegrini che pregano, cantano a Maria dello Sterpeto, che giunge in Città per pregare per tutti i Suoi amati figli e per proteggere da ogni male e insidia l’amata Barletta.
Il cosiddetto gruppo di ‘Portatori di Maria Santissima dello Sterpeto’ ha radici molto profonde che si legano a tutti questi fatti ora enunciati.
L’associazione conta ora su circa venticinque portatori: alcuni dei decani di tale gruppo, sessantenni, come Domenico Partucci (ora presidente dell’Associazione), Antonio Dambra, altri come Anastasio Francavilla, Giuseppe Leone, Francesco Paolo Ricatti di discendenza. I portatori si sono sempre affidati alla preparazione spirituale nel corso del tempo all’arciprete della Cattedrale di Santa Maria Maggiore e hanno sempre trovato ospitalità nella suddetta Basilica”.

venerdì 12 Luglio 2019

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