Cultura

Dalla Nigeria a Barletta, l’odissea di Eniola vince il concorso letterario nazionale “Lingua Madre”

Cosimo Giuseppe Pastore
Vittima solitaria di violenze ripetute e soprusi psicologici, Eniola Odutuga racconta una storia d'amore e di sofferenza
scrivi un commento 484

«La mia è una brutta storia». Esordisce così il racconto “Tempesta dentro me” di Eniola Odutuga, la donna di origine nigeriana, giunta in Italia, a Barletta, nel 2016, all’esito di un’odissea, quella della sua stessa esistenza. È la scrittura cruda, vera e viscerale ad averle valso il primo premio nell’ambito del concorso letterario nazionale “Lingua Madre” che dal 2005 si rivolge alle donne straniere che vogliono raccontare la propria storia nella loro lingua d’adozione, la lingua italiana.

Vittima solitaria di violenze ripetute e soprusi psicologici, Eniola racconta una storia d’amore e di sofferenza. Il binomio, che diventa una costante in “Tempesta dentro me”, diventa così condizione e causa forzata che conduce Eniola a fuggire dalla Nigeria nel 2013 e ad abbandonare il suo primo figlio. «L’uomo prodigo, buono e generoso si trasformò nell’esatto contrario – racconta Eniola nel suo scritto – Violenze e offese iniziarono ad abbattersi ogni giorno sulla mia già magmatica esistenza. Resistetti due anni. Poi decisi di infliggere a mio figlio la stessa triste sorte che era toccata a me all’età di due anni. Un giorno lo portai da mia madre, finsi di dover uscire d’urgenza per una commissione e non tornai più».

Un distacco, lenito dalla speranza del ricongiungimento, da cui ha inizio la fuga che dal Niger la condurrà in Libia. Di lì, nel 2016, in Italia dove partorirà il suo secondogenito. Accolta dalla fondazione “Lamacchia”, Eniola Odutuga, classe 1992, trova a Barletta la sua seconda casa in cui continua a maturare la speranza di rivedere suo figlio.

Intanto Eniola impara la lingua, studia ed approda al gradino più alto della XIV edizione del concorso letterario “Lingua Madre”, avvalendosi del supporto di due docenti, nonché amiche: la molfettese Maddalena Gadaleta e la biscegliese Graziamaria Porcelli. Il premio (pari alla somma di 1.000 euro) le sarà consegnato il prossimo 13 maggio in occasione dell’edizione 2019 del Salone Internazionale del Libro di Torino, da sempre sostenitore del concorso letterario ideato dalla giornalista Daniela Finocchi. Di seguito, la motivazione elaborata dalla giuria.

«Colpiscono la crudezza nel linguaggio, il coraggio nell’azione, la forza nel vivere e la speranza nel credere, riportate sulla pagina in modo soave e naturale, con fanciullesca semplicità. Un racconto di formazione in stile picaresco: le fughe, gli spostamenti, i rapporti con il mondo femminile, che non sempre appare migliore di quello maschile; la durezza della vita, il non arrendersi mai, l’incalzare di un nomadismo di esistenza che pare non trovare requie, se non nell’espressione del desiderio di una vita dignitosa, che alla fine si ricomponga con i propri figli in un paese che non si è scelto ma che è diventato in qualche modo casa. La scrittura incalzante, la tenuta stilistica, la dinamica delle azioni ben congegnata ne fanno una lettura appassionante».

domenica 14 Aprile 2019

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti