Prestigioso riconoscimento ricevuto lo scorso 15 marzo a Roma in Campidoglio, sala della Protomoteca, dal geologo barlettano prof. Ruggiero Maria Dellisanti nell’ambito della cerimonia di premiazione del Premio nazionale Albero Andronico, per la sez. D – Ambiente e territorio, con la lirica “ Magliette rosse“. L’Associazione organizza annualmente un Premio di poesia, narrativa, fotografia, cortometraggi e pittura, giunto alla dodicesima edizione.
Un Premio che ha ormai assunto il carattere dell’internazionalità e si avvale di una Giuria particolarmente importante di cui fanno parte poeti e scrittori di fama nazionale, giornalisti delle più importanti testate stampa e tv, fotografi professionisti, registi e personalità del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo.
Ecco la lirica premiata:
Magliette rosse di Ruggiero Maria Dellisanti
Quando l’ombra della sera spegne lentamente il sole all’orizzonte e
l’infinito avvolge silenzioso il mare, s’odono rantoli che rompono la quiete
del lento sciabordio dell’onda sulla risacca.
Minuscoli puntini bianchi spuntano uno ad uno come lucciole
a voler illuminare l’oscurità delle tenebre,
in una notte di mezza estate senza luna.
Sono occhi spalancati che cercano, nella luce delle tenebre, un approdo.
Volti stremati, affaticati e sofferenti emergono
lentamente dalle calme acque di un mare ingeneroso.
Disperati e sfiniti, cercano la salvezza,
in un mondo che solo distrattamente li accetta.
Affondano il viso nell’umida rena, baciano il suolo amico
felici di toccare una terra dall’apparente promessa
che li accoglie nell’indifferenza, dopo il lungo viaggio
nel mare della sofferenza.
I fortunati s’abbracciano per la salvezza raggiunta, altri
piangono la disperazione delle magliette rosse spiaggiate.
Mare, madre amabile che crea la vita, mare crudele,
che toglie la vita e non restituisce i corpi per l’umana pietà.
Solo per alcuni il viaggio è concluso, altri, troppi, attendono
l’arrivo di un nuovo scafo che li porterà verso l’ignoto.
Lungo, impervio è il cammino dell’integrazione,
lingua, religione, tradizioni, abitudini del luogo natio
si scontrano con l’opulenta ed egoista terra straniera.
L’America è solo stenti e umiliazioni, non è la nuova vita sognata,
e mentre si fugge dagli orrori di una persecuzione, di cui non si ha colpa,
si chiede all’umanità, di comprendere l’umana ragione dell’essere rifugiato.