Cultura

“La Puglia dei Polacchi”: quando la solidarietà pugliese diventa storia

Cosimo Giuseppe Pastore
Ricerche e interviste alla base del libro di Gianluca Vernole e Zaneta Nawrot che colma un incredibile vuoto storico del secondo dopoguerra
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“Il pensiero che probabilmente non sarebbero più tornati a casa”. È questo ad aver spinto Gianluca Vernole e Zaneta Nawrot ad avviare un lavoro di ricerca, tra documenti e interviste ai testimoni, durato 10 anni e culminato in un libro, “La Puglia dei Polacchi”. Un pezzo di storia rimasto impolverato sino ad oggi, assente dai libri di scuola e sbiadito nelle nostre memorie, è stato presentato in un incontro, moderato dal giornalista Costantino Foschini con il contributo di Michele Grimaldi, dagli autori in anteprima regionale a Barletta, mercoledì sera 12 dicembre, presso la sede del Circolo Unione. Qui, per l’occasione è stata anche allestita una mostra fotografica, a testimonianza dei segni lasciati della presenza polacca in Puglia.

È da dal cimitero militare polacco di Casamassima, il più antico presente in Italia, che parte il viaggio nel periodo post bellico degli anni ‘40, quando la Puglia venne soprannominata la piccola Polonia, data la diffusa presenza di polacchi nella regione. Per la maggior parte ragazzi, arruolati nei corpi militari polacchi e accolti dalla solidarietà pugliese come figli. Saranno Barletta e Trani le città, considerate terre sicure, in cui verranno dirottati molti polacchi salvati dalla ferocia nazista. Nascono così i campi di stazionamento pugliese per quanti, liberati dai lager, ripartirono proprio da qui, dalla Puglia.

Una ricerca che non solo ha approfondito un’eredità storica che rischiava di essere persa, ma che ha soprattutto restituito il giusto valore ai segni indelebili della presenza polacca nelle nostre terre: tracce tangibili come iscrizioni lapidarie e cimiteri, a cui si aggiungono i legami affettivi nati nel secondo dopoguerra. Qualcuno in città ricorderà ancora il “mercatino dei polacchi”. Proprio lì, nei pressi della scuola D’Azeglio, grazie alla vendita di indumenti usati, i polacchi avrebbero trovato la loro fonte di sostentamento.

È nel preservare questi rapporti, a rischio di estinzione con la morte degli ultimi testimoni di quegli anni, che il volume “La Puglia dei Polacchi” trova il suo miglior pregio. Gli autori, che intanto si rendono ciceroni per molte scolaresche e studiosi, sono pronti a riprendere le loro ricerche, che in realtà non si sono mai interrotte.

venerdì 14 Dicembre 2018

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