6 marzo 1466: Re Ferdinando I d’Aragona (1458-1494) concede una terza fiera alla città: la Fiera dell’Annunziata, dopo quella dell’Assunta (concessa da Federico II)
e di S. Martino (concessa da Carlo I d’Angiò)
I primi Statuti coi quali Ferrante volle regolare il buon regime della nostra Università, i primi del regno aragonese, portano la data del 4 febbraio del 1466, un mese dopo Ferrante concedeva a Barletta la terza fiera cittadina. In quell’anno Ferrante autorizzò la città a darsi un proprio Ordinamento, un codice di leggi e di consuetudini che si ispiravano alle riforme di governo già introdotte qualche secolo prima dagli Svevi e dagli Angioini.
Col nuovo Ordinamento venne nominato un Consiglio di settanta membri, 26 nobili e 44 tra popolani e mercanti (assemblea corrispondente all’attuale Consiglio Comunale) nell’ambito del quale ogni tre mesi veniva eletto un esecutivo di sei priori (l’attuale Giunta Comunale), composto da tre popolani, due nobili e un mercante. Il sindaco, i priori e i consiglieri duravano in carica un anno, erano rieleggibili e in caso di impedimento potevano essere surrogati. Alle riunioni doveva essere destinato un edificio.
I poteri del Consiglio e dei Priori, benché ampi, erano comunque sottoposti a quelli del Capitano, vero rappresentante della Corona. Al Consiglio e ai Priori spettava l’elezione annuale delle altre cariche elettive: innanzitutto quella del sindaco, e inoltre quella del maestro del dazio, del notaio, del banco, dell’erario dei catapani. Una serie di norme minuziose disciplinava l’attività del Consiglio, le modalità di votazione, le incompatibilità degli amministratori e dei funzionari.
Didascalia: Consiglio comunale nel XVI secolo
Didascalia: La Zecca di Barletta, il “Coronato” d’argento