Cultura

Giuseppe De Nittis, 175° dalla nascita dell’amatissimo pittore di Barletta

La Redazione
Dal 15 febbraio ha riaperto al pubblico la mostra "Rileggere De Nittis, oggi"
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Dal 15 febbraio ha riaperto al pubblico la mostra “Rileggere De Nittis, oggi”, incentrata sulle opere del grande artista barlettano tra le più alte espressioni della Scuola Impressionista con la sua “visione artistica di metà Ottocento, immersa in quel suo universo così tanto moderno quanto elegante nel tratto, nelle forme, nei paesaggi, nei volti e nelle figure”.

 La riapertura di casa De Nittis coincide con il 175° anniversario della nascita del famoso ed amatissimo pittore barlettano e per questo motivo ha assunto rilievi del tutto particolari.

    Lascio a chi di competenza (Amministrazione comunale in primis) l’onore e l’onere delle manifestazioni varie ed eventuali, da parte mia non posso far altro che svolgere la professione di archivista analizzando, per restare in tema, l’atto di nascita, si proprio quello, di Giuseppe De Nittis, documento che viene conservato dalla Sezione di Archivio di Stato di Barletta.

    La presa di potere nel Regno delle due Sicilie ad opera di Giuseppe Bonaparte, formalizzata con decreto dello stesso Napoleone nel maggio del 1806, dette il via alla riforma delle strutture burocratiche dell’amministrazione ripartendo il governo in Ministeri che spiccavano per centralità politica ed efficienza tecnica.

    Tra le altre innovazioni quelle contenute nel libro I titolo 2 del Codice Napoleonico e nel Real Decreto del 29 Ottobre 1808 con le quali veniva fatto obbligo di registrare le nascite, matrimoni e morti di tutti i residenti e non di una città.

    In più di duecento anni la normativa in questione è cambiata molto poco rispetto ad altre importanti leggi (si pensi a quelle che regolano la quiescenza o pensione che dir si voglia) e le ultime modifiche sono state apportate con il D.P.R. 445 del 2000.

    Alcuni si sono occupati, tra i tanti argomenti, delle “metamorfosi” dei cognomi della famiglia del pittore in maniera completa e puntuale ma qualcosa, non proprio trascurabile, è sfuggita, vuoi per l’intricatissima “selva” di leggi che regola lo stato civile e vuoi per la non abitudine a rapportarsi con documenti che hanno quasi due secoli di vita.

    Innanzi tutto facciamo chiarezza su un dato certo che può essere utile per i ricercatori o gli studiosi, la così detta comunicazione di servizio. Gli atti di stato civile dell’ex provincia di Bari che comprendeva, ovviamente, anche le città della BAT, non è possibile trovarli presso l’Archivio di Stato di Bari bensì, ormai da una trentina di anni, sono depositati presso la Sezione di Archivio di Stato di Trani mentre, la terza copia degli atti di stato civile facente parte dell’archivio storico del comune di Barletta, viene conservata dall’Archivio di Stato di Barletta.

    Altro punto da chiarire e forse il più fondamentale, è il De Nittis o Denittis? Per la legge è chiara ed inderogabile la norma che prevede la validità del nome e cognome riferita esclusivamente a ciò che è stato registrato dall’ufficiale d’anagrafe il quale, potrebbe anche sbagliare nella registrazione del nome o del cognome ma, purtroppo, quell’“errore” assume, a tutti gli effetti di legge, la veste di ufficialità. Né si può fare obiezione, affermando che sull’atto di matrimonio o di morte il cognome (o nome) era scritto in maniera diversa. Ancor peggio quando qualcuno dice “Si…però, lui si firmava così”. Niente di più sbagliato e fuorviante.

    Detto questo leggiamoci l’atto di nascita che recita testualmente “L’anno milleottocentoquarantasei il dì 27 del mese di febbraio alle ore otto e quarto antimeridiane … è comparso Don Raffaele Denittis (notare il cognome) di anni ventotto, di professione Proprietario (in realtà sarà per diversi anni illuminato amministratore delle Saline di Barletta)…domiciliato in strada Cordoneria (oggi Corso Vittorio Emanuele n. 26), il quale ci ha presentato un maschio. Lo stesso è nato da Donna Teresa Barracchia (mi ripeto…notare il cognome) ne giorno venticinque del mese di febbraio anno 184sei alle ore 18 italiane…Lo stesso ha inoltre dichiarato di dare al neonato il nome di Giuseppe Gaetano Denittis”. Tutto chiaro? Bene, abbiamo appurato che il cognome è Denittis un’unica parola, anche se in calce all’atto, dove si susseguivano le firme del dichiarante e dei testimoni, il papà del Pittore firmava “Raffaele de Nittis”. Tutto il resto è interpretazione di volontà che purtroppo non conta per la legge.

    Altro dilemma, poi non così tanto irrisolvibile,  la data e l’ora di nascita. Forse sarà stato un misunderstand o fraintendimento, come preferite, ma quella del “27 febbraio 1846 alle ore 8 e un quarto” non è la data di nascita bensì quella di registrazione. 

    Infine prendo in esame la mamma del pittore, Maria Teresa Barracchia e qui l’annotazione non viene rivolta ad una persona che ha effettuato lo “svarione”, bensì, anche, alla ultrafamosa enciclopedia Treccani. Come recita quella locuzione latina? Errare humanum est. Ebbene si, anche gli infallibili sbagliano, ahimè!

    Infatti sulla Treccani il nome della signora Maria Teresa non è “Barracchia” bensì “Buracchia”.

    Concludo con un invito… gli archivi sono lì per i motivi dei quali discutiamo. Saranno sempre lieti di accogliere tutti coloro che vorranno sapere come “effettivamente” sono andate le cose.

    Vi aspettiamo!

                                                                                                                                      Michele  GRIMALDI 

                                                                                                                      Direttore Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani        

giovedì 25 Febbraio 2021

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