Cronaca

Clorpìrifos, il “No” dell’UE al pesticida in agricoltura: a Barletta un incontro informativo

Cosimo Giuseppe Pastore
La misura attuata ha abbassato la concentrazione del pesticida più diffuso al mondo ad un livello quasi prossimo allo zero
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Nasce dall’esigenza di tracciare una linea comune d’azione del mondo agricolo del territorio che faccia fronte alla normativa europea in tema di utilizzo di insetticidi nella produzione agricola. È l’incontro informativo “No Clorpìrifos: difesa fitosanitaria in viticoltura e olivicoltura” che, nel pomeriggio di ieri ha riunito, in una gremita Sala San Francesco (Chiesa dei Monaci), l’intera filiera del settore che dallo scorso dicembre deve fare i conti con nuovi livelli del pesticida clorpìrifos, tra i più usati al mondo, nei prodotti agroalimentari, dall’olio al vino, passando per la frutta fresca, il cui superamento comporterebbe l’estromissione dal mercato del prodotto finito, nonché l’impossibilità di esportarlo.

«La normativa – ha spiegato l’imprenditore Gian Michele Porro – pone limiti bassissimi all’utilizzo di questo principio attivo e la finalità è che non si trovi nel prodotto finale e quindi non vada sulle tavole un prodotto alimentare che abbia ancora delle tracce di questo principio. Ci stiamo dando da fare – ha proseguito Porro – per comunicare ai produttori che, in questa stagione, non si deve usare o usare il meno possibile, un insetticida che abbia questo principio attivo. Le cooperative agricole di Barletta stanno aderendo a pieno a questa idea e abbiamo trovato anche una grande sensibilità dei produttori agricoli a cercare delle soluzioni».

Trattasi di un programma di interventi con cui la Comunità Europea mira a ridurre progressivamente le tracce di pesticidi nei prodotti, tutelando sempre di più la salute del consumatore finale. «Il lavoro che stiamo facendo – ha aggiunto Francesco Balestrucci, Presidente del Consorzio di tutela del vino DOC di Barletta – è un lavoro formativo e informativo, teso alla tutela del lavoro che la filiera svolge in maniera comune e per tutelare la salute del consumatore finale. È un lavoro che ha una valenza preventiva, di qui la necessità di puntare sulla formazione e sull’informazione».

La misura attuata, tuttavia, ha abbassato ad un livello quasi prossimo allo zero la concentrazione della molecola (per la precisione pari a 0,01 milligrammi per kg di prodotto). Ne deriva, allora, la necessità di individuare non solo un modello comune per il monitoraggio della concentrazione della molecola nei prodotti locali, ma soprattutto di utilizzare, in via preventiva, prodotti sostitutivi che siano privi (o quasi) del principio in questione, abbandonando la stragrande maggioranza dei pesticidi presenti in commercio e applicati sino ad oggi nella produzione. «Le farmacie agricole di Barletta – ha ricordato Porro – hanno aderito a pieno a questa campagna e proporranno delle strategie alternative, di difesa dell’uva o delle olive da parassiti, che permetteranno di avere un prodotto finale di altissima qualità, perché non avrà residui di pesticidi, che potrà andare su qualunque mercato al mondo».

Così, è richiesta una sempre maggiore sinergia d’azione tra tutti gli attori coinvolti nella filiera, dal produttore al venditore, garantendo un prodotto salubre che esalti la qualità dell’agroalimentare del territorio, troppe volte fanalino di coda nell’adeguarsi alle normative. Una vera e propria sfida per la provincia Bat, ma anche per il resto dell’Europa, nel contrastare le conseguenze, anche penali, che sarebbero disastrose per il mercato. Saranno, allora, programmati ulteriori incontri futuri, che allarghino, ulteriormente, la platea di ascoltatori e che analizzino la questione anche sotto il profilo puramente tecnico-scientifico.

sabato 16 Febbraio 2019

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