Cronaca

Pasqualino è salvo! A Serracapriola, il suo paese, ospite di una struttura di accoglienza

Cosimo Giuseppe Pastore
Ad attenderlo, nel suo paese, una struttura di accoglienza individuata dai servizi sociali e pronta ad aiutare Pasqualino
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Pasqualino ha lasciato la stazione di Barletta per tornare a casa, a Serracapriola, in provincia di Foggia. Sono le 10:30 di questa mattina quando arriva il mezzo di soccorso che avrebbe riaccompagnato Pasqualino nel suo paese. I volontari, che in questo periodo lo hanno seguito, sono commossi dalla speranza che quello possa essere l’inizio di una nuova vita per Pasqualino, lontano dalle panchine della stazione ferroviaria di Barletta, ma soprattutto lontano dal vino, la dipendenza che ha impedito a Pasqualino di decidere per se stesso. Ad attenderlo, nel suo paese, una struttura di accoglienza individuata dai servizi sociali e pronta ad aiutare Pasqualino.

È un segnale di grande civiltà il traguardo che è stato raggiunto questa mattina grazie all’impegno della Polizia Ferroviaria di Barletta che, ancora una volta, ha messo in campo le sue risorse in una missione umana più che professionale. La rete di collaborazione attivata dalla Polfer barlettana, infatti, ha coinvolto in un comune spirito di solidarietà l’intervento di operatori sanitari, della Polizia Locale e dei volontari. Decisivo il ruolo di questi ultimi che nelle ultime 48 ore hanno prestato il proprio fianco a Pasqualino, convincendolo ad accettare le cure di cui necessitava.

Così, l’uomo che ha fatto commuovere la città, ha finalmente deciso per se stesso. Pasqualino sarebbe prima stato ospitato dal centro Caritas cittadino, ci spiegano, per rimettersi in sesto e poi accompagnato a Serracapriola, il comune con cui l’amministrazione comunale di Barletta si è rapportata, cercando la soluzione migliore per l’incolumità di Pasqualino. «In accordo con il sindaco di Serracapriola – ci ha riferito il sindaco Cannito – abbiamo preso in consegna il signor Pasqualino in evidenti condizioni di disagio psicofisico. Ho chiesto ai colleghi del pronto soccorso di provvedere alla sua pulizia, a dargli degli abiti puliti per poi accompagnarlo a Serracapriola, in cui il sindaco lo affiderà ai servizi sociali del comune che stanno aspettando il suo arrivo. Devo ringraziare la Polizia Ferroviaria, la Misericordia e il Pronto soccorso. È normale che dobbiamo aiutare le persone in difficoltà, ma Pasqualino fino a ieri non voleva essere aiutato e non possiamo agire di forza perché è vietato dalla legge».

Il vuoto legislativo in materia, infatti, è drammatico. Per questo l’Associazione Ri.Pre.Sa di Barletta, la Caritas e la Comunità Papa Giovanni XXIII hanno deciso di sollevare la questione in Parlamento, interfacciandosi con il Senatore di Barletta Ruggiero Quarto (M5S), con un documento che non ha intenzione di traslare il TSO a situazioni analoghe a quelle di Pasqualino, ma di individuare possibili soluzioni alternative allo stallo che mette in seria difficoltà il paziente e i suoi affetti. Nell’attesa che l’iter legislativo possa fare il suo corso, l’unica strada percorribile è quella dell’intervento di un giudice tutelare che, là dove necessario, possa adottare misure restrittive della libertà personale per salvare la vita di persone come Pasqualino.

lunedì 21 Gennaio 2019

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