Cronaca

Storia di Pasqualino, una vita sospesa tra solidarietà e burocrazia

Cosimo Giuseppe Pastore
Il 118 non può portarlo via di peso perché Pasqualino, nonostante la sua situazione, non è un paziente psichiatrico
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La stazione è la sua casa, l’alcool la sua dipendenza. Lui è Pasqualino ed è l’alcool ad averlo ridotto in questo stato di semi incoscienza, costringendolo sulle panchine della stazione ferroviaria di Barletta, immerso nelle sue urine. Immagini che gelano il cuore e contro le quali, purtroppo, sembra ci sia poco da fare.

È da poco passata l’ora di pranzo di oggi, sabato 19 gennaio. La Polizia Ferroviaria allerta i primi soccorsi che giungono in stazione, ma la storia è sempre la stessa: Pasqualino risponde, ma rifiuta ogni cura, ogni tipo di assistenza. Il 118 non può portarlo via di peso perché Pasqualino, nonostante la sua situazione, non è un paziente psichiatrico, quindi non può ricevere un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Tra lui e la sua vita c’è un vuoto legislativo che rischia di essere colmato quando, ormai, sarà già troppo tardi. «Lui rischia di morire di freddo», ci allerta il Dott. Vito Dibari, arrivato sul posto per prestargli assistenza. Se gli operatori sanitari non possono intervenire, ci spiega, sarebbe necessario l’intervento di un giudice tutelare: «Se c’è un giudice che, per proteggere la sua vita, se la sente di emettere un provvedimento restrittivo della sua libertà e quindi decide di ricoverarlo in maniera coatta in un posto dove lo lavino, gli facciano le flebo, lo disintossichino e poi lo trasferiscano in una comunità, in un posto che possa accoglierlo, gli si salva la vita».

È altissimo il livello di preoccupazione intorno a Pasqualino, monitorato dalla Polfer barlettana che sta attenzionando la situazione e sembra stia vagliando, in queste ore, quale possa essere il miglior modo per salvaguardare l’incolumità di Pasqualino. Lui, purtroppo è in bilico tra la vita e la morte e ad attenderlo, lì fuori c’è un calo di temperature pronto ad arrivare. La Caritas cittadina cerca di prendersene cura, gli porta del cibo, lo accudisce. Ieri Pasqualino era al Pronto Soccorso, ci riferiscono, ma ha deciso di andare via e tornare in stazione.

Passa qualche ora, poi, Pasqualino si sveglia, ma è alla ricerca di altro vino. Il dottor Vito Dibari, dell’Associazione Ripresa di Barletta, si allontana con lui, provando, ancora una volta a convincerlo che quella non è la strada giusta.

sabato 19 Gennaio 2019

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