Cronaca

Omicidio in via Dicuonzo, costituito il presunto colpevole

La Redazione
Si tratterebbe di un 30enne che si è recato spontaneamente nella serata di ieri presso il Commissariato di polizia di Barletta
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Ci sarebbe una svolta nelle indagini sull’omicidio del 58enne Ruggiero Lattanzio avvenuto ieri in tarda mattinata in via Dicuonzo. In serata un 30enne si sarebbe presentato presso il Commissariato di Polizia di Barletta dichiarandosi colpevole. Da quanto si apprende, il movente del brutale assassinio a colpi di arma da fuoco sarebbe stato il timore di ritorsioni dopo una lite fra il 30enne e il figlio della vittima, avvenuta in un locale pubblico la notte di Capodanno. Il racconto viene ora vagliato dagli inquirenti per cercare riscontri alle dichiarazioni rese spontaneamente.

Ruggiero Lattanzio, elemento di spicco della criminalità locale e meglio conosciuto come Rino “Non lo so”, apparteneva al clan barlettano Cannito-Lattanzio. Un’auto in corsa, poi i colpi d’arma da fuoco lo hanno freddato, ieri mattina.

Un atto criminale molto preoccupante per Barletta, un agguato in pieno giorno, intorno alle 13:45, a pochi metri da una scuola nel quartiere Settefrati della città. I proiettili avrebbero colpito l’uomo, morto sul colpo, al torace e alla testa, costringendolo per terra, appena fuori da un negozio alimentare. Pronto l’intervento di Carabinieri e Polizia che hanno provveduto a chiudere la zona, affollata di gente, al traffico veicolare, così da consentire l’avvio delle indagini e dei primi rilevamenti con l’ausilio della Polizia Scientifica e del corpo di Medicina Legale di Bari.

Diversi i procedimenti penali in cui Rino (Non lo so) Lattanzio è stato coinvolto. L’ultimo risale al 3 luglio 2016, quando all’interno dell’attività di vendita di prodotti ittici, da lui gestita in piazza Marina, venne ucciso Francesco Di Leo. Il responsabile, allora, si rivelò essere Antonio Rizzi, anch’egli già conosciuto in città e preso in arresto lo scorso febbraio. Non doveva essere Di Leo la vittima: fu immediata, la conclusione degli investigatori che individuarono in Lattanzio, in quel momento assente dal locale commerciale, il vero mirino della sparatoria. Si va indietro fino al 2012, invece, per l’omicidio Pellizzieri, il 32enne ucciso, dopo un inseguimento, nel mercato rionale di piazza Divittorio, in cui il giovane lavorava. Anche allora, si fece strada l’ipotesi di un duro regolamento di conti legato al controllo delle attività illecite in città, che terminò con la morte del ragazzo dopo venti giorni di agonia in ospedale. Gli indagati, tra i quali Lattanzio era sospettato essere uno dei mandanti, furono però rimessi in libertà nel 2017.

Sull’agguato di ieri mattina è intervenuto anche il sindaco Cosimo Cannito, con la richiesta al Prefetto Sensi di potenziare i controlli in città

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mercoledì 16 Gennaio 2019

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