Cronaca

Roberto Mancini, quando il CT della Nazionale era militare a Barletta

La Redazione
Correva il 1988, esattamente il 19 luglio: Roberto Mancini e Paolo Maldini erano al loro primo giorno di servizio militare a Barletta
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Roberto Mancini: ovvero quando il CT della Nazionale faceva il militare a Barletta. C’era una volta… Trent’anni dopo si può raccontare una di quelle storie che possono cominciare proprio come una favola. Ma che sono state la cronaca dell’altro ieri.

Le prime parole di Mancini appena designato mister degli Azzurri sono in questo messaggio ai tifosi e ai giocatori: “Dovremo essere noi a riavvicinare la Nazionale ai tifosi, perché quando gioca e fa divertire i tifosi sono tantissimi e vicini. Cosa dirò ai miei giocatori? Di avere dedizione, ma questo è normale. L’importante sarà che i giocatori che arriveranno in Nazionale tirino fuori i sogni che hanno nel cuore, come può essere quello di vincere un Mondiale con l’Italia: i sogni sono molto importanti”.

L’orgoglio dell’Italia. Da commissario tecnico come da giocatore. Come da cittadino. Come da recluta. Correva il lontano 1988, esattamente il 19 di luglio, martedì, quando la caserma di Barletta venne presa d’assalto da tifosi e giornalisti, curiosi di vedere Paolo Maldini e Roberto Mancini al loro primo giorno da militare. I due si presentarono a mezzogiorno, in perfetto orario, pronti a svolgere il loro servizio.

Stava per cominciare il secondo campionato in serie B dei biancorossi ed il clima era di euforia mista ad orgoglio tutto patriottico. Ed i titoli sulla stampa erano così:

FOLLA IN CASERMA PER I SOLDATI MANCINI E MALDINI

BARLETTA – “I giocatori della nazionale Paolo Maldini e Roberto Mancini hanno cominciato ieri il periodo di servizio militare a Barletta nella caserma del battaglione di fanteria Salento, dove svolgeranno l’addestramento. I due si sono presentati in caserma verso mezzogiorno. Più tardi gruppi di appassionati e giornalisti si sono assiepati davanti all’ingresso della caserma. Per evitare confusione le autorità militari hanno disposto che, all’ora di libera uscita, i due calciatori si allontanassero a bordo della propria automobile”.

Noi giornalisti li potemmo intervistare nella sede del Barletta Calcio, e la sensazione fu molto, molto forte: all’epoca si scriveva sulle pagine nazionali e Barletta andava sempre a finire sotto gli occhi di tutta Italia, anche per meriti calcistici e comunque sportivi con Pietro Mennea di quegli anni d’oro…

Io appartengo a quella generazione. I colleghi più giovani di me, come Luca Guerra, se ne sono occupati scrivendoci così: “Che Barletta fosse culla di talenti sportivi, non era un mistero. Basti pensare all’eccellenza di Pietro Mennea, fino ai giorni nostri, con la classe di Mimmo Ricatti, la passione di Cosimo Diviccaro, la falcata di Vito Incantalupo, la costanza di Veronica Inglese, passando per la maglia della Nazionale vestita da Gennaro Delvecchio.

Dall’album dei ricordi, che oggi è passato dalla carta ai social networks, viene fuori una foto raccolta dal gruppo Facebook “Barletta, come eravamo”: lo scatto risale al 1986, ben 28 anni fa, e immortala Roberto Baggio e Alberigo Evani,celebri protagonisti del calcio italiano tra gli anni ’80 e ’90, al CAR (Centro Addestramento Reclute) della città di Eraclio. Imberbi e giovanissimi (19 anni il “Divin Codino”, 23 l’ex centrocampista) come “comuni” militari, nascondevano tra i loro volti i protagonisti del domani calcistico. Evani, centrocampista con le maglie di Sampdoria e Milan tra le altre, protagonista di oltre 400 partite in A, segnando 17 reti in 18 anni da professionista, ha vinto tutti con i rossoneri e oggi allena la Nazionale Under 20.

Roberto Baggio non ha bisogno di presentazioni: è stato uno dei più forti calciatori italiani di ogni epoca, ha infiammato Firenze, Torino (sponda bianconera), Milano (sia Inter che Milan) e anche la provincia (da Brescia a Bologna), lasciando sempre il segno e conquistando la 16ª posizione (primo italiano) nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer, oltre al Pallone d’Oro del 1993.

Numeri che alla base hanno in minima percentuale radici barlettane, come per tanti altri professionisti sportivi per i quali in quegli anni era d’uopo la tappa barlettana, centro di reclutamento sportivo. Tra gli “attendenti” calciatori in particolare, da Antonio Cabrini ad Aldo Serena passando per Beppe Bergomi, Paolo Maldini e Roberto Mancini. Ora Facebook riporta alla luce un curioso amarcord, un piccolo sorriso per una Barletta che spesso nello sport e nelle sue strutture trova più crucci che bellezze. Tempi che sembrano lontani anni luce ma che, indubbiamente, hanno plasmato campioni assoluti e tanti protagonisti del calcio italiano”.

Calcio da favola. Storia dell’altro ieri fra nostalgie e rimpianti. A Barletta…

Nino Vinella

giovedì 17 Maggio 2018

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savino
savino
5 anni fa

PURE A QUESTI CONOSCI? ALLORA TI MANCA DI CONOSCERE GESU' CRISTO.