Cronaca

Il ministro della Giustizia Orlando a Barletta: omaggio alle vittime di criminalità e mafie

La Redazione
Scoperta una targa commemorativa per Francesco Di Cataldo, maresciallo scelto del Corpo degli agenti di custodia, assassinato dai terroristi delle Brigate rosse
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“E’
un riconoscimento che serve a suggellare, a 40 anni di distanza, la
memoria della lezione civile di un figlio di questa terra
che aveva
seguito la famiglia a Milano e lì aveva cercato il proprio riscatto
sociale nel servizio dello Stato, fino al sacrificio della propria
vita”. Così il sindaco Pasquale Cascella ha ricordato Francesco Di
Cataldo, maresciallo scelto del Corpo degli agenti di custodia,
assassinato dai terroristi delle Brigate rosse
mentre si accingeva a
raggiungere il proprio lavoro nella Casa circondariale di San Vittore.
Quella struttura carceraria ora porta il suo nome, per decisione del
Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ieri ha idealmente
collegato il riconoscimento di Milano a quello deciso dal Comune di
Barletta di apporre una lapide commemorativa
davanti alla casa natale
della “vittima del dovere” insignita il 15 giugno del 2004 della
medaglia d’oro al merito civile dal Presidente della Repubblica.

“Ne
raccogliamo la determinazione e il senso del dovere istituzionale,
onorando il valore di un servizio pubblico che già in quegli anni di
piombo era animato dal concetto di una detenzione che non poteva
limitarsi alla pena come condizione dell’espiazione ma doveva offrire
anche un’opportunità di riabilitazione umana e civile. Proprio l’umanità
di questo uomo che credeva fortemente nei valori democratici e
costituzionali i terroristi avevano inteso colpire. Tanto più è
doveroso, per noi, recuperare un valore su cui si fonda la stessa
identità della città medaglia d’oro al valore militare e al merito
civile
per aver contrastato l’occupazione nazista alla caduta del regime
fascista”, ha sottolineato il sindaco Cascella intervenendo
nell’incontro pubblico nell’oratorio della parrocchia del Santuario
dell’Immacolata concezione, alla presenza del figlio Alberto, di
numerose autorità civili, militari e religiose e una rappresentanza di
giovanissimi studenti , a pochi passi dal civico 85 di via XX settembre,
dov’era l’abitazione originaria di Francesco Di Cataldo e sul cui muro è
stata poi scoperta la targa commemorativa “a perenne memoria del
sacrificio nella difesa della democrazia e della legalità”.

I
valori di “grande equilibrio e continua ricerca per la rieducazione dei
condannati che animarono Di Cataldo nel coraggioso e umile adempimento
del proprio compito, hanno rappresentato la vitalità del tessuto
unitario della nazione in quei drammatici anni”, ha tenuto a
sottolineare il figlio Alberto. “A distanza di tanti anni in quel
carcere è rimasto molto del suo impegno come dimostra il tributo reso lo
scorso 25 ottobre da parte dell’Amministrazione penitenziaria dello
storico Istituto milanese di San Vittore dove egli aveva ricoperto il
ruolo di vice comandante “.

Si rafforza cosi, per il ministro
Orlando “il rapporto tra le città di Barletta e Milano
, oltre che
valorizzare ancora una volta la concezione del ruolo del carcere come
strumento di riconnessione sociale, dobbiamo continuare a tenere
presente il debito con gli ideali profondi e illuminati che animavano
Francesco Di Cataldo, affinché il dovere della memoria diventi un
esercizio di democrazia e di pedagogia civile. Eppure credo che essere
qui oggi a ricordare il sacrificio di Francesco Di Cataldo abbia per
tutti noi anche un altro significato: il quarantennale del 1978, un anno
drammatico della storia della nostra Repubblica, non può lasciarci
indifferenti,
soprattutto in questo tornante della democrazia italiana,
se ricordiamo come le ultime settimane di vita di Francesco Di Cataldo
fossero segnate dal clima che il nostro Paese stava vivendo a seguito
del sequestro di Aldo Moro. Corrispondere al quarantennale del 1978
richiede la massima attenzione verso la violenza politica, un demone del
passato che chiama alla costante vigilanza nel presente
. È una
responsabilità comune delle istituzioni, nello Stato centrale così come
in tutti i territori, avanzare gli ideali costituzionali e aumentare
l’attenzione e l’azione nei confronti della violenza, in ogni sua
espressione verbale e materiale”.

Seppure il maltempo non abbia
consentito l’altro impegno previsto nella giornata a Barletta, ovvero
l’intitolazione delle nuove strade dell’area 167,
il sindaco e il
ministro hanno tenuto a richiamare il filo delle lezioni che si dipana
dalla storia, dalle semplici case di fine Ottocento e dei primi del
Novecento,come quella di Di Cataldo, tirate su nelle strade a ridosso
del centro storico con la fatica delle braccia di famiglie fino alle
moderne costruzioni nelle strade dedicate alle vittime delle mafie: del
Sud lungo il percorso che porta alle nuove costruzioni della 167.

“Quei
nomi sulle targhe delle strade idealmente scoperte con la lapide che
ricorda il maresciallo Di Cataldo – ha sostenuto il sindaco –
appartengono alla stessa lezione della storia. E’con il sacrificio di
uomini così’ che l’Italia ha potuto contrastare la minaccia del
terrorismo, dello stragismo e della criminalità organizzata. Onorare la
loro memoria significa preservare i valori della legalità e della
convivenza”.


martedì 27 Febbraio 2018

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