Cronaca

Furto in oreficeria, la rabbia per l’omertà e la forza di ricominciare

Alessandra Bissanti
L'appello del titolare, derubato il 21 novembre scorso
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Feste natalizie, emblema di solidarietà, bontà e generosità. Abbiamo scelto proprio questa settimana che ci conduce al Natale per raccontare invece una storia dal sapore amaro, che ha per protagonista un artigiano, due ladri incappucciati e tanta gente che ha visto ma è passata indifferente davanti a una rapina in corso. Il fatto di cronaca è avvenuto il 21 novembre scorso in pieno centro a Barletta ai danni di un noto artigiano orafo</strong>; ed è stato proprio lui a contattarci quando ha preso visione, esterrefatto, delle immagini della telecamera di videosorveglianza, ora al vaglio degli inquirenti per risalire agli autori del reato.

Una lettera gonfia di amarezza la sua, giunta in Redazione: “Passanti e auto indifferenti permettono a questi malfattori di agire… Avrebbero avuto tutto il tempo di chiamare la polizia o i carabinieri, che tra l’altro ci avrebbero messo pochissimo tempo per arrivare in gioielleria, data la vicinanza (l’attività rapinata si trova infatti in via G. Di Scanno, a pochi metri dal Comando dei Carabinieri, ndr)”. Dunque oltre al danno, anche la beffa. Effettivamente i fotogrammi visionati documentano la totale indifferenza dei numerosi passanti che alle 18 circa passeggiavano lungo la via, spalla a spalla con i delinquenti, ma che non hanno reagito neanche con una telefonata di denuncia. A distanza di un mese da questa brutta esperienza, dopo un momento iniziale di pesante sconforto, il giovane titolare dell’attività ha trovato la forza di ricominciare e di lanciare un messaggio contro l’indifferenza e l’omertà.

Nella lettera infatti si legge: “Il danno maggiore non è stato per gli oggetti di nostra proprietà, sebbene la stima del valore di quanto sottratto sia molto elevata, bensì per tutti gli oggetti in riparazione depositati dai clienti, oggetti di valore affettivo inestimabile: questo fa male alla gente quanto fa male a me”. Armando Torre, titolare dell’oreficeria e vittima di questa brutta vicenda, per ora non ha notizie in merito alle indagini in corso. La speranza è che “forse, se iniziamo a parlarne non facendo cadere il tutto nel dimenticatoio, riusciamo a smuovere nella gente il desiderio di collaborare e uscire dall’omertà. Si dovrebbe vivere con il cuore, compenetrandosi empaticamente nel prossimo e ponendo rispetto nei confronti di chi, per vivere dignitosamente, studia, si prodiga con dedizione e passione creandosi un lavoro, perché “il lavoro nobilita l’uomo” e “chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista”, secondo la massima di San Francesco d’Assisi”.

Poi, rivolto ai responsabili del furto: “Potrete rubare alla gente i beni materiali, ma non potrete mai fare vostre la passione e la dedizione che ha portato alla creazione di quegli oggetti. La brava gente sa ricostruirsi perché con la propria mente e con il proprio sudore ha sempre la forza di rialzarsi, e ciò che conta è che tornando a casa riesca a meritarsi la stima e il rispetto dei suoi cari. Voi provate a raccontare ai vostri figli da dove proviene quel pranzo, provate a dire che dietro la vostra sazietà e gioia ci sono le lacrime e la fatica di altra gente, guardate le vostre mogli…bel colpo avete fatto, ma in realtà quel colpo lo avete inflitto a voi stessi, avete condannato a vita i vostri figli, perché ogni bambino merita un genitore che sia un buon esempio“.

Tanta rabbia, comprensibile lo stato d’animo che in questo momento alberga in famiglia, come si deduce dalla lettera di denuncia, che così si conclude: “Con questo nostro sfogo pubblico vorremmo accendere in ognuno di noi il senso civico, provare a sperare che la solidarietà non sia solo uno slogan buono per certi periodi dell’anno, come le feste natalizie, ma si traduca in azioni concrete a beneficio del prossimo, tutti i giorni dell’anno”.

mercoledì 20 Dicembre 2017

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Maurizio
Maurizio
6 anni fa

Armando la solidarietà non è cosa di tutti… un abbraccio e buon lavoro.

Giuseppe Di Gregorio
Giuseppe Di Gregorio
6 anni fa

Armando se li faranno di medicine vedrai..

Anna Ricco
Anna Ricco
6 anni fa

Sig. Armando Torre, quella sera del 21.11.2017 anche io, come lei, sono rimasta sconcertata dall'indifferenza della gente a cui chiedevo aiuto per entrare nel negozio svaligiato, temendo il peggio. Mi sono chiesta in che genere di città vivo. Poi, però, ho incrociato un parente ed insieme abbiamo chiamato la polizia. Capisco il suo sconforto e la rabbia per aver subito un torto ma, mi creda, quando l'ho vista rientrare nel negozio, ignaro di tutto quello che era successo, ho tirato un sospiro di sollievo e ringraziato in cielo perché era incolume.
Condivido il suo sfogo ma le auguro serenità ed prosperità.