Cronaca

Accusò un dipendente di concorrenza sleale, “Monella Vagabonda” perde in giudizio

La Redazione
Tribunale di Bari
Le accuse mosse da Gorgoglione, legale rappresentante della Gielle srl si sono dimostrate infondate
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A quasi 10 anni dall’accusa mossa dalla Gielle srl, società barlettana che opera nel settore manufatturiero e titolare del marchio Monella Vagabonda, si è da poco concluso un ciclo di episodi che ha visto l’azienda barlettana accusare l’ex Direttore Commerciale Michele Fabio Caporusso di concorrenza sleale.

Le accuse ipotizzate contro il dipendente allora trentenne erano quelle di rivelazione di segreti industriali, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, appropriazione indebita con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera.

La storia

Il rapporto lavorativo tra il dott. Michele Caporusso e il sig. Luigi Gorgoglione, legale rappresentante della Gielle srl, è iniziato nel 2009 ed è continuato fino al giugno 2013, periodo durante il quale i due hanno lavorato uno a fianco dell'altro.

La Gielle srl, tuttavia, nel 2013 ha licenziato e denunciato Caporusso per concorrenza sleale. Da quel momento in poi, per l’allora 30enne barlettano si è aperto un percorso lungo quasi dieci anni, iniziato con un ritiro di beni personale e una perquisizione al suo domicilio (indagini coordinate dal dott. A. Savasta) e concluso con una sentenza di innocenza nei confronti dell’ex dipendente.

Tra le accuse mosse, l’apertura, da parte di Caporusso, di un sito concorrenziale alle Gielle sul quale il barlettano avrebbe venduto gli stessi articoli commercializzati dall’impresa di Gorgoglione. I giudici chiamati a valutare la veridicità o meno delle accuse mosse nei confronti dell’ex dipendente barlettano, però,  dopo un lungo processo di 10 anni hanno sentenziato che i fatti non sussistono.

“Dati non specificati, dichiarazione del denunciante generica, nessuna prova fornita, elementi probatori non forniti, assenza di alcun ulteriore elemento di prova sia pure indiretto di conferma”: così si è pronunciato il dott. Mauro Gasparre, G.O.T del Tribunale di Trani.

Luigi Gorgoglione, tuttavia, non soddisfatto del provvedimento, lo ha impugnato in Appello. Anche la Corte, composta dal Presidente V. Contento e dai Consiglieri O. Gozzo e A. Schiralli, ha però ritenuto che l’atto sia infondato e che vada pertanto disatteso.

L’ultima sentenza del 15 luglio 2021 è ora diventata irrevocabile: per Michele Caporusso si tratta della fine di un incubo. L’appellante Luigi Gorgoglione, dunque, è stato condannato a pagare le spese processuali.

Un’accusa infondata

L’ex imputato, difeso dall’origine all’epilogo dall’avvocato Rinaldo Alvisi (Gorgoglione è invece stato difeso dall'avv. Michele Cianci), trae un sospiro di sollievo dopo perquisizioni e sequestri a meno di 48 ore della denuncia e vecchi articoli di giornale che quasi compiono una prognosi di colpevolezza.

Caporusso, laureato con lode, è finito suo malgrado sotto i riflettori ed è stato impossibilitato a partecipare a concorsi pubblici. Sebbene sia oggi titolare di una sua attività, il barlettano non preclude ulteriori strade processuali a causa dei danni subiti.

venerdì 10 Giugno 2022

(modifica il 12 Luglio 2022, 12:58)

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