Cronaca

Mons. D’Ascenzo ai funerali di Giuseppe Tupputi: :”Non dobbiamo arrenderci”

La Redazione
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Il pensiero commosso della moglia di Giuseppe Tupputi
"È necessario che Barletta si svegli"
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Una folla commossa e silenziosa ha accompagnato il feretro di Giuseppe Tupputi, il barista ucciso a colpi di pistola la sera dell'11 aprile all'interno del suo bar, il "Morrison's Cafè", alla periferia di Barletta. È il segno di una città sgomenta e solidale con la famiglia del povero Giuseppe, che soltanto ieri avrebbe compiuto 43 anni. Ai lati dell'altare c'era il gonfalone del Comune di Barletta, segno della vicinanza dell'intera comunità cittadina che, proprio mentre si svolgono i funerali, sta osservando il lutto cittadino. 

Il rito delle esequie è stato officiato dall'Arcivescovo, Mons. Leonardo D'Ascenzo. «Appena due giorni fa è stata Pasqua, abbiamo celebrato Gesù che è risorto glorioso e vincitore. Allora come oggi per i discepoli non è semplice comprendere la resurrezione. Non è facile accogliere la resurrezione come verità e motivo di speranza quando la morte stronca la vita di una persona cara» ha detto l'Arcivescovo nel corso della sua omelia. 

Un discorso che, partendo dall'analisi del Vangelo di Giovanni, proclamato durante la liturgia della parola, ha poi ricordato come Maria difronte alla morte di Gesù abbia solo le lacrime per esprimersi. Nonostante il dolore, grazie all'amore e alla fede resta vicino al corpo di suo figlio.

«Come dicevo al funerale di Claudio Lasala, anche oggi è necessario che Barletta pianga per allontanare distrazioni e banalità. Difronte a queste morti è necessario che Barletta si svegli davvero e che queste lacrime di dolore ci permettano di aprire gli occhi. Non vogliamo più che simili tragedie accadano. La nostra è una società malata e per questo dobbiamo prendercene cura con coraggio, determinazione, pazienza e costanza. Abbiamo iniziato un percorso che vogliamo proseguire: ciascuno, nel proprio ruolo, sentiamoci chiamati a dare il nostro contributo. Siamo convinti che questa sia la strada da percorrere. Siamo tutti convinti che dobbiamo investire in educazione e formazione per promuovere il rispetto reciproco e la convivenza solidale» ha detto il pastore.

«Un altro delitto, nella bella Barletta – ha continuato D'Ascenzo –  mentre Giuseppe lavorava nel suo bar. Ad essere colpita sua moglie Giusy e le figlie Francesca e Sofia. Nel nostro intimo sentiamo rabbia, sfiducia, impotenza insieme al dolore. Non possiamo e non dobbiamo arrenderci. Gesù ha vinto il male con l'amore. Il suo esempio sia la ragione per respingere ogni forma di male e violenza con il bene. Ora è il momento di stringerci attorno alla famiglia di Giuseppe. Facciamo sentire la nostra vicinanza affettuosa, discreta e concreta».

Al termine della celebrazione religiosa la moglie di Giuseppe, Giusy, ha ricordato la figura di suo marito, compagno di vita, «amore a prima vista» e «papà follemente innamorato delle sue principesse». Un discorso sentito (che riportiamo integralmente nel filmato) e che racconta, seppur brevemente, di quel giovane padre di famiglia da tutti conosciuto come un bravo ragazzo, ucciso brutalmente mentre stava lavorando. 

Al termine della celebrazione, sono stati liberati nel cielo del palloncini bianchi, segno di purezza e di libertà. 

 

martedì 19 Aprile 2022

(modifica il 12 Luglio 2022, 13:12)

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