12 settembre 1943: i soldati tedeschi, superata l’ultima, disperata resistenza italiana, entrano in città. Gli aiuti richiesti dal comandante del Presidio di Barletta, il colonnello Francesco Grasso, non sono arrivati e non arriveranno mai. Per i tedeschi, invece, a dar manforte al reparto respinto il giorno prima dagli italiani, giunge il maggiore Walter Gericke con 1.000 uomini scelti della Prima Divisione paracadutisti sostenuti dalla Luftwaffe.
La ferocia tedesca inizia a mietere vittime innocenti tra i civili: bambini, donne, anziani vengono feriti o uccisi senza un perché.
Contro il muro del Palazzo delle Poste, vengono allineati undici vigili urbani e due netturbini: i loro sguardi sono attoniti, increduli, terrorizzati. Per loro non c’è alcuna pietà e vengono barbaramente ammazzati. Si salva solo Francesco Paolo Falconetti grazie al coraggio di Lucia Corposanto e Addolorata Sardella.
“Inizia,
così, a Barletta la lunga scia di terrore e di sangue che, fino alla
Liberazione, attraverserà e dilanierà l’Italia: Monte Sole, Sant’Anna di
Stazzema, le Fosse Ardeatine.
Il Palazzo delle Poste è ancora lì
con i fori dei proiettili che parlano dell’orrore delle guerre, del
mostro che, ignorando ogni legge umana, aprì ferite ancora non
rimarginate in tanti Italiani e nella memoria collettiva della Nazione”.
A spiegarlo è Roberto Tarantino, presidente dell’ANPI BAT.
“Nei
primi anni Duemila, Barletta ebbe l’opportunità di acquisire il palazzo
e sottrarlo alle mani di privati e a un uso non pubblico, ma se la
lasciò sfuggire!
Solo l’intervento di privati cittadini promosse
un’iniziativa che portò all’apposizione di un vincolo da parte della
Soprintendenza. Si aprì, quindi, un lungo contenzioso che ci ha portati
alla possibilità – oggi – di tentare, da parte dell’Amministrazione
Comunale, l’acquisizione al patrimonio pubblico dello storico palazzo.
Il
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, con una
nota pervenuta il 18 settembre scorso, ha comunicato al Comune di
Barletta il rilascio dell’autorizzazione alla vendita del Palazzo delle
Poste e ha invitato gli enti destinatari a “valutare le determinazioni
preventive circa l’interesse ad esercitare il diritto di prelazione”.
Cosa farà il Sindaco, cosa farà il Consiglio comunale? Commettere errori è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico”.
“L’ANPI auspica – conclude il presidente Tarantino – e chiede che si evitino errori del passato e che lo scadere dei termini ci faccia trovare (ancora una volta!) di fronte al “fatto compiuto”, che immediatamente e in maniera trasparente, si affronti la questione e che sia fatto il possibile per acquistare l’immobile da destinare a un uso pubblico”.