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Giorno del Ricordo, a Barletta una mostra fotografica su esuli e vittime delle foibe

La Redazione
La storia de nostri connazionali che si ritrovarono stranieri in Patria
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Si è tenuto giovedì 7 febbraio, presso il salone delle conferenze
del Palazzo Della Marra a Barletta, l’incontro con lo scrittore,
giornalista e filosofo Marcello Veneziani,
in occasione del Giorno del
Ricordo.

Il dibattito è stato promosso da Stella Mele, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Barletta.

“Ho
voluto fortemente questa iniziativa perché da italiana sento di dover
assolvere ad un dovere che ogni cittadino italiano dovrebbe sentire come
proprio e cioè quello di mantenere viva la memoria degli oltre 11.000
nostri connazionali infoibati dai partigiani slavi e dei 350.000 esuli
dalle terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia”
– dichiara il consigliere comunale Stella Mele – “ l’ho voluta fortemente perché
ritengo che i martiri delle Foibe siano stati uccisi due volte, una
volta dai comunisti di Tito e un’altra volta dalla storia che li ha
dimenticati.
Quella delle Foibe fu un vero e proprio massacro di massa,
consumatosi nell’immediato 2º dopoguerra
e che mirava all’eliminazione della popolazione italiana contraria al
comunismo del maresciallo Tito che occupò quelle terre. Ad essere
torturati, violentati, seviziati e uccisi furono civili e soldati.
Donne, uomini e bambini che opponendosi al regime comunista, dopo aver
subito atrocità di ogni genere, venivano legati ad un filo di ferro e
gettati nelle cavità naturali del Carso (sull’altopiano alle spalle
della Città di Trieste e dell’Istria), profonde decine di metri. La
parola “foiba”, infatti, è un latinismo, significa “fossa, buca”. La
Loro è la storia di nostri connazionali che si ritrovarono stranieri in
Patria
e che laddove non infoibati, lasciarono per sempre la loro casa
per continuare ad essere italiani. Due volte italiani, quindi. Una volta
per nascita e una volta per scelta.

Per questo, in qualità di
Presidente della Commissione Cultura del Comune di Barletta, unitamente
alla collaborazione di Michele Grimaldi, Responsabile della locale
sezione dell’Archivio di Stato, del dott. Giuseppe Dicuonzo, profugo di
prima generazione
(nato a Pola da madre autoctona istriana) e Vice
Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Culturale “Famiglia
Dignanese”, del Fiof, del Rotary Club e dell’Unimri,
che hanno curato ed
allestito la mostra documentale fotografica dal titolo “Le Radici, il
Ricordo…il Futuro”
(che resterà aperta dal 7 al 17 febbraio 2019 dalle
ore 10,00 alle ore 20,00
di ogni giorno escluso il lunedì), ho inteso
ricordare il sacrificio di questi italiani che non sempre, o quasi mai,
hanno trovato posto nei libri di storia, di scuola o nei programmi
scolastici. Ho ritenuto doveroso ricordare questa orribile pagina di
storia italiana perché per oltre cinquan’anni ne è stato negato il
ricordo. Solo nei primi anni del 2000, infatti, dopo anni di oblio, la
pagina delle foibe e dell’esodo istriano, giuliano-dalmata tornó alla
ribalta, quando con la Legge n.92 del 30 Marzo 2004 veniva istituito il
10 Febbraio come “GIORNO DEL RICORDO”.

L’iniziativa, che ha
visto la preziosa partecipazione di Marcello Veneziani, i saluti del
Sindaco Mino Cannito, del Sen. Dario Damiani, di Don Filippo Salvo e del
Vice Prefetto dott. Gaetano Tufariello
, non mira a dividere, ma a
diffondere la conoscenza di quei tragici eventi sui quali ancora oggi vi
sono ingiustificabili ombre di negazionismo. Con la viva speranza di
poter addivenire ad una riappacificazione nazionale su temi che ancora
dividono”.

Intervenendo, il sen. Dario Damiani (Forza Italia) ha dichiarato: “Trecentomila uomini, donne e
bambini, la cui unica colpa era essere italiani, costretti ad
abbandonare la propria terra per sfuggire all’eccidio dei partigiani
slavi di Tito, che ne massacrarono 11 mila nelle foibe. La pagina
dell’esodo istriano e giuliano-dalmata è storia recente drammatica e
agghiacciante, eppure è stata rimossa e ignorata per decenni anche dai
testi scolastici per un’assurda e colpevole distinzione fra le vittime,
fino al giusto riconoscimento di una giornata dedicata nel 2004. Una
preziosa conquista per chi, e ne sono testimone diretto poiché la mia
famiglia paterna è istriana di Pola, ha dovuto soffocare la verità e il
dolore per quelle vicende che non si potevano raccontare perché negate e
cancellate dalla memoria collettiva. Ho partecipato nei giorni scorsi
alle iniziative istituzionali promosse per questa giornata dal
Parlamento e mi congratulo anche con l’amministrazione della mia città,
Barletta, dove trovarono generosa accoglienza decine di esuli
provenienti dal confine orientale, che commemora fino a domenica 17
febbraio con una mostra fotografica a Palazzo Della Marra queste vittime
dell’odio della guerra e delle ideologie. Invito i miei concittadini a
visitare la mostra, utile a ricomporre per tutti noi e soprattutto per
le giovani generazioni un mosaico più completo e veritiero di un periodo
tanto buio della storia italiana”.

domenica 10 Febbraio 2019

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