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Emergenza ambientale, intervista a Filannino (M5S): «Non diventeremo l’immondezzaio della Puglia»

Cosimo Giuseppe Pastore
L'emergenza ambientale, le aziende insalubri, la discarica di San Procopio e le linee programmatiche: «Ci si nasconde dietro problemi insormontabili che tali non sono».
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Da Palazzo di Città si attendono le linee programmatiche che dovranno segnare il sentiero quinquennale dell’Amministrazione Cannito e che torneranno in Consiglio Comunale nei prossimi giorni. Un documento aperto, lo ha definito il primo cittadino, in cui le opposizioni sono invitate a proporre integrazioni e osservazioni. Le osservazioni, di fatto, sono arrivate e hanno evidenziato, tra le altre cose, una particolare lacunosità della missione dedicata all’Ambiente.

Un’emergenza ambientale investe la città della Disfida, ma le politiche messe in campo non sembrerebbero andare nella giusta direzione. È stata pressoché questa la posizione assunta dal Movimento 5 Stelle, pronto ad elaborare un documento contenente proposte da integrare al “documento aperto” della Giunta Cannito. Tra i temi sui quali si è levata l’attenzione spiccano i riflettori (ri)accesi dal Consigliere Michelangelo Filannino (M5S) sulla discarica di San Procopio, assente nelle linee programmatiche, in cui sarebbero sversati rifiuti, probabilmente tossici, provenienti dall’Ilva. Nessun allarmismo per l’Assessore all’Ambiente, Ruggiero Passero, che nel corso di un’intervista (qui il link) ha dichiarato: «Tutto è risultato sempre essere conforme all’autorizzazione ottenuta dalla Provincia».

Allora, cosa si intende per emergenza ambientale e quale situazione si cela dietro la discarica di San Procopio? Ne abbiamo parlato con il Consigliere Comunale Michelangelo Filannino, capogruppo del Movimento 5 Stelle, già candidato sindaco alle scorse elezioni amministrative.

D: C’è un’emergenza ambientale a Barletta, l’Amministrazione Cannito non se ne occupa e l’Assessore all’Ambiente, Ruggiero Passero, non ritiene necessario procedere a verifiche circa la discarica di San Procopio. Questa sembra essere la vostra posizione, ma cosa si intende per emergenza ambientale?

«Posto che l’emergenza ambientale è planetaria, bisogna chiedersi qual è la posizione del territorio di Barletta. Per me non c’è dubbio che il territorio di Barletta, così come l’intero territorio della BAT, possa essere considerato una terra di sacrificio: uno di qui territori pugliesi che invece di essere coccolati e tenuti al meglio delle possibilità, anche per scopi turistici, è stato destinato ad interventi come la discarica di San Procopio. Quando si parla di problema ambientale bisogna farlo in modo globale, considerando varie componenti che agiscono tra di loro.

Barletta ha circa 94 mila abitanti con una densità superiore a 650 abitanti per Km quadrato, quindi è un territorio sottoposto ad una forte pressione demografica: siamo tanti in un territorio molto piccolo, che è segnato a nord dall’Ofanto e a sud dal canale Ciappetta-Camaggio. L’Ofanto porta con sé i rifiuti di 51 comuni, tra cui comuni con produzioni industriali abbastanza pesanti, ma al momento non abbiamo un’analisi delle acque dell’Ofanto. Dalla parte sud c’è il Ciappetta-Camaggio che porta altri rifiuti, mentre lungo la linea costiera ci sono una serie di canali tra cui il Canale H, oggetto di aperte discussioni per le sue caratteristiche. La falda acquifera non è in condizioni rassicuranti, mentre per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria, Barletta ha un numero di autoveicoli pauroso. L’amministrazione comunale ha progressivamente portato le abitazioni a ridosso della cementeria e della Buzzi Unicem: un cementificio e un’industria chimica che in base a decreti della sanità dovrebbero essere lontane dai centri abitati e che invece sono situate proprio nel centro abitato. Il suolo, invece, oltre ad essere stato oggetto di un’agricoltura aggressiva, è stato dichiarato inquinato nella zona industriale dal CNR che ha avviato una serie di monitoraggi.

Allora, se questa è la situazione, bisognerebbe avere un’Amministrazione comunale che difenda a spada tratta il territorio e la salute della popolazione, in particolar modo dei bambini. Mi chiedo se l’Amministrazione comunale voglia seguire questa impostazione o ne abbia un’altra. Noi ci chiediamo se questo sia un territorio in cui è possibile condurre una vita sana. Su questo, un’Amministrazione presieduta da un medico dovrebbe avere le idee molto chiare».

D: Quando parliamo di aziende insalubri, quindi di inquinamento della zona industriale, non sarebbe il caso di guardare alle piccole aziende, forse fuori controllo, visti gli esiti dei procedimenti giudiziari che hanno investito quelle più grandi?

«Delle piccole aziende inquinanti, che al momento godono di una posizione di vantaggio rispetto a Buzzi-Unicem e a Timac, e che magari fanno guai peggiori, al momento nessuno ne parla, ma nel Ciappetta-Camaggio potrebbero esserci scarichi abusivi provenienti da loro. Quindi, probabilmente ci sono aziende inquinanti che sino ad ora l’hanno passata liscia, ma mi preoccupa maggiormente che sia considerato normale un co-inceneritore che brucerà 64 mila tonnellate l’anno di CSS (combustibile solido secondario n.d.r) fino al 2024, che un’industria chimica, per quanto di altissimo livello professionale, collocata in quel posto non sia considerata inquinante, oppure che sia normale dare una concessione edilizia sotto la Timac. Sfido qualunque persona a dire che si possa abitare a ridosso di un co-inceneritore senza avere dei danni.

Noi stiamo proponendo di avviare il bio-monitoraggio sui bambini e sul latte materno per vedere come variano alcuni parametri nel tempo. Tiriamo fuori i dati sui tumori, cominciamo a studiare lo stato di salute della città senza trucchi, perché vedo molta astuzia spicciola, mentre non vedo un autentico senso di responsabilità. Ad esempio, la Regione Puglia ha emesso un bollettino da cui risulta che l’acqua di balneazione di Barletta è eccellente. L’unico problema è che, se piove troppo, il Ciappetta-Camaggio e il Canale H scaricano di tutto. Noi dovremmo attenerci a questo pezzo di carta, però poi d’estate la gente si ammala, non fa più il bagno. C’è molto perbenismo e lo stesso vale per l’inceneritore Buzzi-Unicem per cui il trucco è semplice: sono stati dati parametri favorevoli ai co-inceneritori, ma non è stato fissato un limite di metri cubi di emissione accettabile».

D: Lei in Consiglio Comunale ha riacceso i riflettori sulla discarica di San Procopio. Da quali dati o fonti proviene la sua denuncia?

«A San Procopio c’è una discarica di rifiuti, che di certo non sono margherite. Se Rai 3 trasmette l’intervista di una dirigente dell’ARPA di Taranto che si sta occupando della bonifica di un’azienda collegata all’ILVA, dicendo che quei rifiuti non saranno smaltiti nella provincia di Taranto, ma nella BAT, con precisione a Barletta, da barlettano mi chiedo: qual è il livello di consapevolezza nella cittadinanza dell’uso e dell’abuso che si fa del territorio? Immediatamente qualcuno ha parlato di procurato allarme. Non c’è nessun allarme, le cose stanno così: noi prendiamo rifiuti, che non sono margherite, e li buttiamo in questa discarica.

Allora, dire che è stato fatto il sopralluogo e che in quella discarica tutto è normale non mi basta. Voglio sapere quale uso l’Amministrazione comunale voglia fare di questo territorio. Non mi basta sapere che c’è stata un’autorizzazione della Provincia. Senza entrare poi nel merito se si tratti di rifiuti tossici, pericolosi o non pericolosi, sappiamo che si tratta di rifiuti provenienti da un’azienda, oggetto di bonifica, collegata all’Ilva e che quindi margherite non sono».

D: In proposito lei ha proposto di intervenire con un monitoraggio tramite droni.

«Io ho sollevato, abbastanza scandalizzato, il fatto che questo territorio venga dato in pasto prima ad un co-inceneritore, poi ad una discarica per rifiuti, che non sono margherite, e che noi cittadini non abbiamo voce in capitolo. L’amministrazione risponde che l’ha deciso la Provincia. Allora andiamo a discutere con la Provincia, perché se questo è un territorio di sacrificio, come lo è la BAT, è perché si fa una certa politica. Noi non siamo schiavi della Provincia. Stando a contatto con gli amministratori vedo molta ipocrisia, a tratti, imbarazzante, su questi temi. Non possiamo diventare l’immondezzaio della Puglia.

Il monitoraggio con droni è di una banalità incredibile, costa pochissimo e a Trani ha permesso di conoscere una discarica di cui non si aveva conoscenza. Allora, ci sono i droni, il bio-monitoraggio sui bambini e sul latte materno, le centraline per il controllo dell’aria, l’analisi delle acque del Ciappetta-Camaggio, dell’Ofanto, dei canali e della falda. Smettiamola di prenderci in giro e diciamo qual è lo stato dell’ambiente. Le acque interne del Ciappetta-Camaggio, ad esempio, non sono monitorate dall’Arpa se non c’è una richiesta specifica. Allora mi chiedo: pagare uno studio che faccia periodicamente analisi biochimiche delle acque del Ciappetta-Camaggio è una cosa così difficile? Ci si nasconde dietro problemi insormontabili che tali non sono. Trani, ad esempio, ha bonificato Boccadoro con un finanziamento europeo, perché non possiamo farlo anche noi?».

D: Allora, si dovrebbe prima dialogare con la Provincia oppure procedere subito con un monitoraggio?

«Da quello che mi dicono, San Procopio è stata oggetto di verifiche che hanno rilevato che la discarica sarebbe gestita secondo i criteri fissati dal regolamento. Il punto è: quante altre discariche dobbiamo prenderci? Vogliamo capire che dobbiamo difendere il territorio, oppure dobbiamo far prostituire questo territorio e svenderlo a qualunque politica? L’amministrazione comunale questo territorio vuole difenderlo o no? Di fronte a questo io penso che il Sindaco, in quanto di formazione medica, non abbia bisogno di grandi consigli se vuole andare in una certa direzione, perché ci sono dati incontrovertibili: c’è un inquinamento globale e Barletta è all’avanguardia nelle politiche peggiori della tutela ambientale».

D: Come qualifica l’apertura che Cannito ha mostrato alle opposizioni in merito al documento contenente le linee programmatiche?

«Questa amministrazione, che fa del civismo la sua bandiera, si è presentata azzerando i partiti. Perciò, se il sindaco Cannito e la sua Giunta vogliono parlare il linguaggio del civismo, devono sentire le opposizioni e non devono fare differenza tra le idee che vengono dalla maggioranza e quelle delle opposizioni, dovrebbero scegliere le idee migliori per la città».

D: Il M5S sembra essersi reso disponibile a proporre integrazioni. Avete dichiarato che avreste redatto un documento con le vostre proposte, è pronto?

«Lo stiamo redigendo, alcune sono proposte che i consiglieri Basile, Carone e Coriolano già portano nelle varie Commissioni e il tema ambientale è fondamentale, trattandosi delle proposte più urgenti per la città, ma ci sono anche altre tematiche, come quelle legate alla cultura».

D: San Procopio rientrerà in questo documento?

«Ripeto, non si tratta di colpire San Procopio, perché c‘è già un’autorizzazione, così come per la cementeria. Da quello che dice l’Assessore all’Ambiente, Ruggiero Passero, sono stati effettuati sopralluoghi da cui è risultato che la discarica è gestita in maniera corretta, ma questo non vuol dire che una discarica che gestisce quel tipo di rifiuti è un buon investimento o rappresenta una politica da incoraggiare, soprattutto se a decidere queste cose è la Provincia, in cui ci sono rappresentanti del Consiglio Comunale di Barletta che hanno fatto passare queste delibere sulla nostra testa.

I Consiglieri Comunali e la Giunta in che senso vogliono difendere il nostro territorio? Se alle mie parole, l’unica reazione è dire che le carte stanno a posto, qualche dubbio mi viene. Il problema è: dobbiamo aspettarci altre discariche? Appena insediati ci siamo visti arrivare la proposta di insediare nuovi benzinai, di costruire due palazzine in bocca alla Timac, la direzione è questa? Se si vuole cambiare direzione si deve dire la verità. Noi vogliamo perseguire un’altra strada, accertando scientificamente lo stato dell’ambiente e della salute delle persone, perché i dubbi e le perplessità sono tantissime».

D: Crede che le proposte contenute nel documento che state redigendo saranno accettate dal sindaco Cannito?

«La prima cosa necessaria è un’operazione di verità: sapere in modo chiaro quale sia lo stato dell’ambiente e di salute dei cittadini con un’indagine conoscitiva che duri nel tempo. Ci vuole pragmatismo, non preconcetti. Bisogna vedere le cose come stanno e ci sono alcune cose, come la verifica con i droni e l’analisi delle acque, che non costano un granché. Si tratta di vedere quale sia l’intelligenza che c’è dietro le operazioni che si fanno».

mercoledì 5 Dicembre 2018

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