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Similitudo, la giornata mondiale del rifugiato: Barletta è una città ospitale

Cosimo Giuseppe Pastore
Anche Barletta festeggia la giornata mondiale del rifugiato con un dibattito sul tema dell'immigrazione, seguito dalla proiezione del documentario "Similitudo"
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Le differenze sono importanti, ma mai quanto le somiglianze. È il messaggio di ‘Similitudo’, l’evento di sensibilizzazione all’accoglienza pensato in occasione della giornata mondiale del rifugiato che, nella serata di ieri 12 luglio, ha riunito cittadini barlettani di ogni origine in piazza Pescheria. Superare i pregiudizi per valorizzare le assonanze di un unico genere, quello umano, è una missione che è stata recepita positivamente dalla comunità barlettana. Lo dimostrano i risultati del progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che, tramite la collaborazione con la Comunità Oasi2 San Francesco Onlus, ha fatto del processo di integrazione e autonomia degli ospiti giunti in Italia il paradigma universale della parola ‘libertà’.

È la libertà, infatti, a essere minata in questo clima socio politico in cui la chiusura dei porti assurge a funzione risolutiva di una crisi economico-sociale che fa da traino ad animi vulnerabili. «Il momento politico che stiamo vivendo è feroce» osserva Laura Triminì, referente del progetto Sprar Barletta che prosegue: «Barletta si è dimostrata una città accogliente, magari all’inizio c’è qualche resistenza da parte dei privati che devono assumere, ma è solo una percezione iniziale, perché nel momento in cui si abbatte quel primo muro di pregiudizio le cose procedono tranquillamente». Ad attestarlo sono i numerosi progetti di sensibilizzazione all’accoglienza, portati in giro per le scuole della città, nonché le collaborazioni con le realtà produttive del territorio per l’attivazione di tirocini formativi, previsti dal progetto ministeriale, che garantiscano la riqualificazione professionale di rifugiati e richiedenti asilo che arrivano in Italia. «L’accoglienza è un valore etico, morale e come tale ha le sue fragilità e va coltivato, alimentato e costruito in un’intelligenza collettiva», osserva l’assistente sociale Stefania Damato che chiarisce: «Un concetto continuo e comune del nostro lavoro è la paura, ma dobbiamo comprendere che si tratta di due paure messe a confronto, la nostra e la loro».

La serata è stata occasione per la proiezione del documentario #Similitudo, realizzato da Factory Lab. Con interviste in giro per la città, nei luoghi di maggiore aggregazione barlettana, tra mercati rionali e centro storico, l’attrice Maria Filograsso si è cimentata in un’indagine introspettiva, chiedendo agli ospiti del progetto Sprar di raccontarsi e raccontare la propria esperienza di inclusione in città. «L’esperienza di Similitudo ci ha fatto riconoscere quanto siamo simili gli uni con gli altri – ci rivela l’attrice – il lavoro è stato studiato perché si evidenziassero più gli aspetti comuni che le differenze. Le differenze esistono, ma consistono nelle qualità che permettono poi di incontrarci».

«La percezione della città di Barletta è una percezione di solidarietà, lo dicono i fatti» esclama il Vicesindaco Marcello Lanotte che ricorda: «Barletta è stata tra le prime città d’Italia a farsi carico dei progetti Sprar e che ha accolto nel proprio Palazzetto venti ragazze nigeriane. È importante garantire l’inclusione perché chi pensa di fermare il fenomeno migratorio con la chiusura dei porti, probabilmente non è a conoscenza del fatto che l’immigrazione è un fenomeno che riguarda l’umanità dalla notte dei tempi». L’immigrazione non è un’emergenza, a ribadirlo è Gianpietro Losapio, referente della comunità Oasi2, che evidenzia: «Gli antidoti sono due: parlare in maniera chiara del fenomeno e sperimentare la ‘buona accoglienza’, i nostri dati ci dicono che la maggioranza di persone che vengono accolte in servizi come lo Sprar, si integrano perfettamente al territorio che le ospita».

venerdì 13 Luglio 2018

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