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Roma-Capo Nord in sella, la barlettana Antonella Gentile sostiene il progetto Amref

Mirella Vitrani
Ha percorso 5 mila chilometri in compagnia della sua bicicletta Olimpia
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Antonella Gentile, 33 anni, barlettana, era a Roma lo scorso anno quando ha mollato la vita di tutti i giorni per prendere una bici e vivere l’avventura che sperava l’avrebbe portata fino a Caponord. E così è stato, impiegando quattro mesi e mezzo sulla sella di una city-bike.

Caricando un paio di borse e iniziando a pedalare, pedalare, e ancora pedalare, ha attraversato l’Italia, l’Austria, la Germania, la Danimarca e la Svezia, fino alla Norvegia. L’avventura è stata seguita da centinaia di persone su una pagina Facebook che la ragazza aveva creato per parlare della sua passione, i viaggi. Grazie ai social, Antonella ha mantenuto una rete di contatti di fan che l’hanno motivata e hanno sostenuto la causa umanitaria che si è ripromessa dal momento della partenza: la raccolta fondi per la costruzione di pozzi d’acqua in Sud Africa.

I fondi raccolti sono stati consistenti grazie all’interesse di tantissime persone e agli evidenti rimandi della protagonista del viaggio alle popolazioni che sono costrette quotidianamente a percorrere a piedi troppi chilometri, semplicemente per abbeverarsi o portare acqua ai figli.

Antonella Gentile si è mostrata disponibile a rispondere ad una breve intervista prima dell’incontro a Barletta presso Motel Woodstock, dove racconterà aneddoti e mostrerà immagini e prove del suo incredibile viaggio.

L’evento a Barletta si terrà mercoledì 11 aprile alle ore 20.00 e prevede l’ingresso libero.

Hai percorso 5 mila km in bicicletta per più di 180 giorni. Sembrerà banale come prima domanda, ma io comincerei proprio da questo, il limite fisico della stanchezza e della prova davanti alle intemperie, e il coraggio sulla strada. Cosa ti ha permesso di resistere così a lungo? Hai mai avuto paura durante questo viaggio?

Penso che ci decide di intraprendere un viaggio del genere lo faccia con gioia perciò più che di resistenza si è trattato di voglia di esplorare, conoscere nuovi territori e persone. È stata proprio la forza di volontà che mi ha portato così lontano, fino a Capo Nord in bicicletta. Ci sono stati momenti difficili durante il viaggio: sono stata seguita da un uomo che per fortuna mi ha infastidito solo verbalmente, ho attraversato tunnel e percorso alcuni km al buio e con ghiaccio e neve e temperature al di sotto dello zero.

Come è nata l’idea di partire e la collaborazione con l’associazione umanitaria Amref? Oltre al dormire presso B&B, sei stata anche ospitata da gente comune? Ciò ha richiesto una attenta e largamente anticipata pianificazione del viaggio? Avevi con te anche tenda e sacco e pelo?

Ho sempre avuto la passione per i viaggi ma precedentemente avevo usato solo mezzi convenzionali: roulotte, treno, aereo. Quest’anno ho voluto sperimentare un viaggio lento in bici. Avevo voglia di godermi il tempo, spesso siamo così presi dalla quotidianità che dimentichiamo che la bellezza della vita sta nell’assaporare le piccole cose. Ho dimenticato di avere l’orologio e ho vissuto per 5 mesi a contatto con la natura, esplorando nuovi territori, scrutandone i minimi particolari e conoscendo nuove persone. Mentre progettavo questo viaggio, ho pensato che purtroppo ci sono tante donne che viaggiano per necessità per attingere acqua dai pozzi. Non potevo rimanere indifferente di fronte ad un problema del genere e ho contattato Amref, che è un’associazione che da anni si batte per migliorare la salute di popolazioni africane, dando loro acqua e cibo. Ho sostenuto un loro progetto idrico, invitando le persone che seguivano la mia pagina Facebook a donare per la costruzione di pozzi in Africa.

Durante il viaggio sono stata ospitata da tante strutture alberghiere, ma ho usato anche siti di ospitalità gratuita (Couchsurfing e Warmshowers). Giorno dopo giorno contattavo le famiglie presenti su queste piattaforme online per chiedere ospitalità.

Prima di questo viaggio, qual era il tuo rapporto con la bici? Avevi già provato viaggi di lunga percorrenza su due ruote? La tua Olimpia, non è esattamente il tipo di bici più adatta per le strade di percorrenza tipo le strade provinciali che hai percorso… o sbaglio? C’è mai stato un momento in cui hai rimpianto di non essere attrezzata diversamente? Cosa hai fatto nei giorni di pioggia?

Non essendo una ciclista professionista, ma semplicemente un’appassionata di viaggi, non avevo la possibilità di pianificare i km che avrei percorso giornalmente.Quando non riuscivo a trovare ospitalità, usavo tenda e sacco a pelo o se non c’erano campeggi disponibili in zona, cercavo ostelli o altre strutture ricettive. Prima di questo viaggio ne ho fatto solo un altro in bicicletta da Barletta a Roma. Poi a causa di una compressione del nervo ulnare mi sono fermata. La bicicletta la usavo di rado, ma dopo queste esperienze ora non ne posso più fare a meno. È proprio una parte di me. La mia bici è una Jumpertrek che teoricamente non sarebbe adatta per affrontare lunghi percorsi. Ha solo sei marce e anche il cestino. Quest’ultimo per me è stato davvero comodo durante il viaggio e sento che quella bici sia proprio perfetta per me. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto cambiare le gomme e usare quelle adatte per la neve. Nei giorni di pioggia ho usato impermeabili, ma ho pedalato ugualmente. Ho percorso anche strade ghiacciate e con la neve.

Hai mai pensato di restare più a lungo in alcune città o paesi sul tuo percorso lungo il viaggio? Quali sono le persone a cui ti senti più grata per questo viaggio?

Ho attraversato sei Paesi europei durante questo viaggio: Italia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia. Ho attraversato tantissime città e conosciuto persone bellissime a cui devo tanto per l’ospitalità ricevuta, per i consigli, per avermi dato tanto calore umano. Proprio per questo motivo, a volte facevo fatica a distaccarmi da loro e mi risultava difficile andar via dalle loro città. Avrei voluto avere a disposizione ancora altro tempo per godere della loro compagnia e per visitare insieme le loro città.

Hai ricevuto un premio in occasione della celebrazione de I cavalieri della Disfida presso il Teatro Curci quest’anno e molta attenzione dalla tua città in generale. Ci sono degli eventi a Barletta e dintorni che vedranno a breve protagonista il racconto del tuo viaggio, che forse diverrà un libro.

Le mie più grandi passioni sono la scrittura e i viaggi. Ho deciso di scrivere un libro su questa esperienza perché ne rappresenta il connubio perfetto. Sono davvero felice di parlare di questo viaggio a tante persone incuriosite, appassionate di bici o di viaggi.

Gli eventi in zona sono: il 6 aprile a Bari presso la sede di Velo Stazione, l’11 aprile presso Motel Woodstock a Barletta, Il 13 aprile a Rutigliano presso la sede di Palazzo Settanni, il 21 aprile ad Andriapresso la sede di Yoga per tutti, il 22 Aprile sarò ad Osimo (Marche) per un grande evento organizzato da Free time store, un negozio dedicato al viaggio e all’attività all’aria aperta.

Durante questi incontri, ci sarà una videoproiezione con alcuni momenti del mio viaggio e un dibattito.

Cosa consiglieresti a chi sta pianificando un viaggio di più giorni, dalla lunga percorrenza, in bicicletta?

A chi vuole intraprendere un lungo viaggio in bici dico che non bisogna essere necessariamente atleti o possedere bici tecnologiche. Bisogna partire con il sorriso e con ottimismo e non farsi prendere dalla paura e armarsi di tanto spirito di adattamento. Attraverso questo tipo di viaggio si accettano i propri limiti e si impara a diventare indipendenti.

Quali sono i luoghi di questo viaggio che resteranno per sempre nella tua memoria e perché.

Le Lofoten (isole dell’arcipelago della Norvegia che si estende a nord-est tra le contee di Nordland e Troms, ndr) mi hanno completamente conquistato. In Norvegia molti territori sono bellissimi, perché non sono stati toccati dall’uomo.

giovedì 29 Marzo 2018

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