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Se ogni momento della nostra vita è movimento, allora come può vivere chi non può muoversi?

La Redazione
In questo periodo così pieno di propositi e di un frenetico moto, c'è chi rimane fermo, chi può solo pensare e buttare il secchio giù nel pozzo dei ricordi. Magari non ha neanche più la forza di tirarlo su
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La ricerca dei momenti per restare soli è una scelta per chi ne ha possibilità e possiede l'autonomia per farlo. Per le persone anziane, invece, la porta socchiusa non lascia orizzonti lunghi, ma spazi di vita che dipendono da chi è a loro vicino o lontano, a seconda che si misuri la distanza in centimetri o in battiti cardiaci.

In questo periodo così pieno di propositi e di un frenetico moto, c'è chi rimane fermo, chi può solo pensare e buttare il secchio giù nel pozzo dei ricordi. Magari non ha neanche più la forza di tirarlo su, perché metaforicamente i ricordi non condivisi rimangono giù, nel ricordo più intimo del quale ogni anziano privilegiato si nutre.

Se ogni momento della nostra vita è movimento, allora come può vivere chi non può muoversi?

Accetta con lo sguardo quella salvezza depressiva che spesso viene rimproverata, quasi fosse mancanza di volontà, mentre è mancanza di prospettive, di sogni da realizzare.

I nostri anziani sono il nostro specchio, e in questo specchio prezioso ci sono i figli e chiunque sappia trarre una lezione, per non trovare poi la disperazione della fine.

Pensieri e parole, che non vanno rimossi perché siamo in un mondo che vive di rimozione, alla frenetica ricerca della felicità che non può che nascere da una sana sofferenza, altro è effimero, quindi non dà felicità.

Il percorso di vicinanza nella nostra esperienza sia sempre presente, non scorgendo il bisogno, ma la lealtà dell'amore che è reciproco, anche quando la restituzione non è alla pari. I nostri anziani, ormai affidati ai luoghi di accoglienza e i nostri giovani affidati ai luoghi dell'effimero</strong>; con questa equazione il risultato è a segno meno.

Non insegniamo ai nostri figli che tutto è facile ed è passeggero, perché così non sapranno differenziarsi nella strada maestra che è fatica, conquista e sconfitta, tolleranza alle frustrazioni. I nostri ragazzi si frantumano perché sono disorientati dalla normalità, tra la forza e la conquista, esiste la stanchezza, lo smarrimento che, proprio come le spezie, danno sapore alle cose.

Tra i collanti di ogni persona ci sono tanti aspetti, io preferisco anche il silenzio, perché tanto il fragore esterno ci dà tanta confusione e ci fa perdere. Io credo che solo nella silenziosa nostra percezione noi riusciamo a ritrovarci. A ritrovarci dove, non so, ma sono sicuro e so che lì si ritrovano le persone che sono anche i nostri nonni, i nostri vicini, ricchi o poveri, autonomi o non. A voi tutti l'augurio di perdervi nella fragilità, perché solo cosi saprete trovare energie giuste, non ideali per resistere.

martedì 14 Dicembre 2021

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Elena Lorusso
Elena Lorusso
2 anni fa

Che bella riflessione! Dobbiamo imparare dalla nostra stanchezza e non sperare di liberarcene subito come se fosse un capo fuori moda.
Grazie dottore

Saverio costantino
Saverio costantino
2 anni fa

Gli anziani e non solo con il loro mondo in collisione con chi vede lontano