Politica

Province, tornare al voto diretto dei cittadini? Forza Italia presenta una proposta di legge

La Redazione
Intervista di Nino Vinella al sen. Dario Damiani
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Proprio in queste drammatiche ore per il Paese, la tragedia del ponte crollato a Genova ha riportato d’attualità il ruolo delle Amministrazioni provinciali nella gestione della sicurezza di quelle infrastrutture stradali di competenza.

Ruolo fortemente ridotto dopo l’entrata in vigore della cosiddetta Legge Delrio tradottasi nell’effettivo svuotamento di poteri e di fondi assegnati proprio alle Province.

Sta dunque riprendendo quota la concreta possibilità per una “inversione di marcia” consistente nel ritorno al voto diretto per l’elezione degli organi amministrativi (presidente ed assemblea consiliare) delle Province.

Ma anche in questo momento si sta verificando un acceso confronto fra tutte le forze politiche. Ed é in questo senso che il giornalista Nino Vinella ha realizzato l’intervista qui di seguito pubblicata – in esclusiva – con il senatore Dario Damiani (Forza Italia) per fare il punto della situazione.

E’ stata la Lega a tirare la “volata” sul ritorno del voto diretto ai cittadini per eleggere Presidenti delle Province e relativi consiglieri? Stando alle notizie di stampa circolate proprio in queste ultime ore sulle principali testate nazionali, sembra di sì. Ma in casa del Centrodestra, coalizione esistente e molto determinata anche in questo Governo giallo-verde sempre da verificare giorno per giorno, ci tengono a dire come stanno esattamente le cose.

E ci pensa lui, Dario Damiani, giovane e combattivo senatore pugliese, anzi barlettano doc, eletto in Forza Italia, ad esternare. Lui che della Provincia di Barletta-Andria-Trani, con tre co-capoluoghi ma fra le più giovani (e più vittimizzate) nuove realtà provinciali del Paese, è stato anche componente della prima ed unica Giunta guidata dal primo ed ultimo, finora, presidente eletto dal popolo della Valle d’Ofanto, Francesco Ventola.

Barletta si è sempre battuta, anche da sola, e fin dall’epoca borbonica, per rivendicare dignità e rango di Provincia nel territorio a cavallo dell’unico fiume di Puglia. Poi le vicende politiche hanno incanalato la legge istitutiva del 2004 verso la policentricità, varando nel 2009 col voto degli abitanti un’amministrazione provinciale dove Damiani è stato assessore alle finanze dopo aver percorso un cammino elettivo sempre a diretto contatto della gente: consigliere comunale per più mandati e sempre nello stesso raggruppamento politico, con Berlusconi. Anche adesso, anche a Barletta dove, con una coraggiosa scelta di campo, Forza Italia è scesa in lizza come “Forza Barletta” a sostegno della Coalizione del Buon Governo per eleggere, al primo turno, Mino Cannito sindaco. Sindaco purtroppo già dimissionario a nemmeno due mesi dal voto del 10 giugno…

Ma torniamo al voto diretto per le Province intervistando a Palazzo Madama il senatore Damiani, componente della Commissione Bilancio e protagonista di numerosi interventi, fra cui l’ultimo sul reddito di Dignità.

Senatore Damiani, precisiamo le notizie in merito alla volontà di ritornare al voto diretto per le Province…

Più che proposta della Lega, siamo stati noi di Forza Italia i primi a presentare proposte di legge. Tutto parte dalla legge cosiddetta Delrio sull’abolizione degli organismi provinciali eletti direttamente dai cittadini. Nella stessa Delrio del 2014 si dice che il percorso era di configurare le Province quali enti di secondo livello. E poi siamo dovuti andare alla riforma costituzionale. La riforma costituzionale, quella famosa del governo Renzi, che è stata bocciata dal referendum. Quindi la Delrio stessa diceva qual era il percorso… Allora oggi dobbiamo affrontare legislativamente la questione nei fatti veri: e cioé che queste province realmente esistono, nonostante tutto e a dispetto di chi le voleva estinguere, perché poi la riforma costituzionale non le ha assolutamente eliminate. E quindi oggi che dobbiamo fare delle Province? Sempre noi di Forza Italia siamo stati quelli a pronunciarsi chiaramente: visto che le Province esistono, è giusto e sacrosanto che si dia nuovamente il suffragio universale e si ritorni alla situazione ante legge Delrio.

Ci può spiegare meglio la situazione alla luce della cronaca politica e degli atti parlamentari?

Semplicissimo: perché un’altra riforma costituzionale oggi non la si può fare a distanza di pochi anni, ma deve trascorrere un certo tempo, tempo politico, tempo sociale e soprattutto tempo politico con l’aria che tira, per poi ripresentare eventualmente una proposta di cancellazione dalla Costituzione delle Province.

Anche nella BAT i problemi di ordine finanziario per pagamenti, freni, lacci e situazioni critiche a danno dei lavoratori sono sulla bocca di tutti…

Purtroppo per noi, e più amaramente per me che sono stato assessore provinciale proprio alle finanze, in questo momento, esiste una montagna, tutta una serie di difficoltà diffuse in tutto il Paese. Perché la Delrio ahimé sta andando in gravissima difficoltà: perché molte Province non possono votare. Perché in molte Province si sono dimessi i sindaci dalla carica di presidente eletto dagli altri colleghi primi cittadini. Non esistono più gli organismi, non c’è più il consiglio…

Quindi, Forza Italia si è fatta carico del problema…

E allora avevamo pensato anche di inserire, noi, qualche emendamento all’interno stesso del decreto “Milleproroghe”, ma non è stato possibile perché alcune forze si sono arroccate sulle loro posizioni; poi la Lega ha voluto depositare questa proposta, che prevede un election day il 31 ottobre, con la riduzione della incandidabilità dei sindaci a 12 mesi rispetto ai 18 precedenti. Soltanto ridotto. Però il problema non sarebbe risolto, comunque. Ma i firmatari di prime proposte di legge per riportare il suffragio universale siamo stati noi di Forza Italia.”

venerdì 17 Agosto 2018

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