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Decreto dignità, il sen. Damiani (FI): «Norme che scontentano tutte le categorie produttive»

La Redazione
"Il decreto dignità? E' riuscito nel paradossale intento di sucitare più che altro "l'indignazione" di imprenditori e lavoratori"
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“Il
decreto dignità? E’ riuscito nel paradossale intento di sucitare più
che altro “l’indignazione” di imprenditori e lavoratori”. Scontenta tutte le categorie produttive il decreto cosiddetto “dignità” approvato dal Governo M5S-Lega lunedì sera, come evidenzia il senatore di Forza Italia Dario Damiani, componente della Commissione Bilancio al Senato.

Incontrando sul territorio alcuni esponenti di categoria, ho raccolto tutto il
loro malcontento
nei confronti del provvedimento varato poi in serata.
Non solo quasi nulla di quanto promesso viene mantenuto, a partire
dall’abolizione del redditometro e dello spesometro
, ma alcune norme
sono persino punitive per lo sviluppo economico del Paese
: chi verrà più
ad investire in Italia in mancanza di incentivi? E le norme
penalizzanti per la delocalizzazione?

Un decreto che, già a poche ore
dalla sua approvazione, batte ogni record di contestazione da parte
degli addetti ai lavori
e che, da quanto risulta, avrebbe creato
notevoli perplessità anche all’interno dello stesso Governo, da parte
della Lega. Irrigidire il mercato del lavoro e limitare le opportunità
di chi fa impresa, dentro e fuori i confini nazionali, non può essere di
sicuro una ricetta vincente.
Anche la sua mancata applicazione alla
Pubblica Amministrazione in materia di stabilizzazione dei precari
andrebbe rivista. Tanti, dunque, i punti critici di questa riforma
annunciata come strategica e concretizzatasi in un probabile boomerang

del quale non tutti gli effetti collaterali sono prevedibili.

Un avvio
col pollice verso per il Governo su temi economici che andrebbero
ponderati con maggiore attenzione
e che manifesta tutta la distanza
siderale fra le semplicistiche promesse da campagna elettorale e la
regolamentazione di realtà complesse che richiede grande equilibrio”, conclude il sen. Damiani.

mercoledì 4 Luglio 2018

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