Politica

Muro del Castello imbrattato, la non-notizia fra inciviltà e ignoranza

La Redazione
Sul parapetto che delimita il Castello scritte vandaliche con spray. Ma sono là da mesi
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Il parapetto del Castello Svevo imbrattato da scritte realizzate con bombolette spray. Per carità, non chiamiamolo murale, che ha una sua nobiltà espressiva; qui di nobile non c’è alcunché, nè nelle intenzioni e tantomeno nella forma o nella sostanza. E’ questa la notizia che da qualche ora spopola sui social, lanciata in rete da un post con foto-denuncia di un cittadino.

Ma è davvero una notizia? In realtà quell’obbrobrio è là da tanto, i beneinformati dicono addirittura da sette mesi, come si vede effettivamente sia dai colori già un po’ sbiaditi che dalla sovrapposizione di scritte realizzate nell’arco di diverso tempo. La vera notizia sarebbe: come mai nessuno finora si era accorto che un’ala del monumento più rappresentativo della città di Barletta fosse deturpata in quella maniera? E con “nessuno” ci riferiamo in primis a chi ha il dovere, onere ed onore, di amministrare la cosa pubblica, valorizzare il patrimonio culturale cittadino, vigilare sul rispetto delle regole. L’assessore alle Politiche sociali Marcello Lanotte dal suo profilo Facebook apre le danze della polemica tacciando di inciviltà i cittadini, quasi che ciò valesse a discolpa della classe dirigente “ingiustamente” criticata. Un ragionamento che non regge: l’inciviltà di alcuni cittadini, conclamata e acclarata, non può diventare certo un alibi per evidenti mancanze imputabili all’amministrazione: è adeguata la sorveglianza dell’area? Le denunce sul degrado e lo stato di abbandono in cui da anni versa una parte dei giardini del castello sono rimaste inascoltate, perché? A ciascuno il suo, si abbia almeno l’onestà intellettuale di ammetterlo. Che poi ogni comunità abbia gli amministratori che si merita e che la relazione governati-governanti sia un gioco di specchi in cui si riflette raramente il meglio, quasi sempre il peggio di una società, è cosa nota. Ma la differenza dei ruoli, tra chi resta semplice cittadino e chi sceglie di mettersi al servizio della città ricevendone il mandato elettivo, sta nell’assunzione della responsabilità politico-amministrativa di garantire alla comunità risposte e soluzioni. Il cittadino che imbratta un muro ne risponderà in sede civile e penale, o almeno questo è l’auspicio; ma puntargli semplicemente il dito contro, di per sé non risolverà certo il problema se non sarà seguito dalla predisposizione di un adeguato sistema di controlli e relative sanzioni che faccia da deterrente a certi ignobili gesti.

Ciò detto, la “non-notizia”, nel senso di fatto non nuovo, trattandosi di un atto di vandalismo là presente da tempo, ma magicamente reso finalmente reale attraverso un canale virtuale, ha suscitato parecchie reazioni. Chi ha commentato la foto-denuncia chiede soprattutto sanzioni esemplari per gli autori del misfatto, il che appare di poco probabile realizzazione; sul versante politico il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Dario Damiani, rilancia: “Mi dispiace che qualcuno si trinceri dietro l’inciviltà dei cittadini per nascondere le incapacità della propria amministrazione comunale. Questa immagine di oggi non è soltanto simbolo di inciviltà ma di ignoranza e una amministrazione politica che ignora da tempo tali deturpazioni è complice di questa ignoranza”.

Ed eccoci tornati al punto di partenza, l’ignoranza madre di tutte le sciagure: è colpevole ignorare che il muro (non storico) che circonda un monumento con mille anni di storia non si possa imbrattare; è altrettanto colpevole ignorare per mesi che quel muro era imbrattato. Nessuno si senta assolto.

domenica 24 Settembre 2017

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