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Bilancio approvato, il sindaco: «Diserzioni e irresponsabilità penalizzano la città»

La Redazione
Il commento del primo cittadino dopo la seduta del 27 marzo
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“Il bilancio di previsione per il 2017,  l’ultimo del mandato elettorale, è stato approvato. Non era scontato che si superasse quest’altro passaggio critico". All'indomani dell'approvazione, come sempre con numeri ridotti all'osso, il sindaco Pasquale Cascella espone le sue riflessioni su quanto accaduto in aula e sulla situazione politica cittadina.

"Sebbene alcune assenze in Consiglio comunale fossero ben giustificate (non tutte, a dire il vero), non è mancato il tentativo di far saltare il numero legale con una mossa ostruzionistica talmente demagogica da offendere persino il rispetto umano.  Ma i numeri servono a poco di fronte alle obbiettive difficoltà con cui il Consiglio comunale ha dovuto misurarsi sin dal suo insediamento. Non lo si è mai negato. Ma ci si deve pur chiedere, riflettendo sulla sorte della precedente consigliatura, se la crisi non venga da più lontano e se investa la sola maggioranza e non anche l'insieme della rappresentanza politica, tanto più ora che il quadro politico nazionale è anch’esso scompaginato da conflitti interni agli schieramenti ai partiti. E’ in queste condizioni che si è lavorato e si lavora: non ci si arrende agli interessi particolari, ma si prova a recuperare, attraverso lo scontro su posizioni diverse se necessario o il confronto se utile, qualche risultato per la città.

Basti pensare agli impacci burocratici e alle difficoltà politiche affrontate per le opere di urbanizzazione e i progetti di rigenerazione della 167. O alle visioni, persino trasversali, sulla nuova strumentazione urbanistica. Eppure non sono mancate scelte sostenute da più larghe assunzioni di responsabilità all’insegna del bene comune, come è accaduto soltanto pochi giorni fa sui diritti di superficie e sul regolamento per il verde pubblico. Le abbiamo favorite, mai avversate, e anche questo risponde a una concezione dirimente sul piano dell'agibilità politica. E uso non a caso questa espressione, apparentemente più limitata rispetto a quella della stabilità, ma in realtà più solida giacchè nessuna contrapposizione autorizza a disertare i compiti che derivano dall’appartenenza all'istituzione comune.

Se in Consiglio comunale si rinuncia a esercitare la propria funzione politica, se l'interesse di parte prevale su quello collettivo, se si nega la reciproca legittimità, allora anche questa istituzione entra in crisi e viene messa in discussione la stessa ragione democratica. Ecco perché si deve essere grati a quanti hanno ritenuto di dover percorrere l’ultimo tratto dell’arduo percorso di questa consigliatura: dalle forze politiche partecipi della amministrazione ai consiglieri che ora si trovano in posizione critica, ma anche a chi ha avvertito di dover recuperare spazio a una corretta dialettica. Per quanto spettacolari possano apparire i pregiudizi e le pregiudiziali, una volta tanto non è calato il sipario dell’antipolitica.

Resta, è vero, il disfacimento di un sistema che, a ogni livello, ripropone l'assillo morale, che è anche di dovere civico, del rispetto del mandato che la comunità cittadina consegna a ciascuna parte. Chiediamoci se sia possibile cogliere questo tempo per contrastare diserzioni, inerzie e irresponsabilità che penalizzano la città per favorire “qualcosa di nuovo”. Se così è,  allora, misuriamoci tutti non solo su quello che in quest'anno di tempo può essere portato a compimento, assumendo ciascuno il riferimento dell'interesse collettivo, ma anche sulla costruzione di alleanze politicamente solide attraverso una ricerca consapevole e coinvolgente dei cittadini”.

 

mercoledì 29 Marzo 2017

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