L'opinione

Ma questa casa canonica in via Vitrani “non s’ha da fare”?

La Redazione
Per la settima volta in Consiglio comunale mancano i numeri per votare la proposta
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Se questa casa canonica “non s’ha da fare”, che si abbia il coraggio di dirlo apertamente, una volta per tutte. E invece in Consiglio comunale, per la settima volta (!), la proposta di delibera sul progetto in deroga al Piano regolatore che possa consentire la costruzione in via Vitrani di quattro alloggi al primo piano, ad uso casa canonica, e un oratorio al piano terra non è andata in porto. Un progetto arcinoto da tempo, esaminato, valutato, sviscerato in tutti i modi possibili,  modificato a gennaio scorso per adattarsi alle richieste di variazioni dell’Amministrazione, a servizio di due parrocchie numericamente consistenti come Santa Lucia e Buon Pastore; a parole sta bene a tutti, alla maggioranza fatta eccezione per i consiglieri di Sinistra Unita Campese e Doronzo, e all’opposizione: di fatto non ci sono ancora i numeri sufficienti per votarlo.

Durante l’ultima seduta di Consiglio comunale, il 20 marzo, soltanto 13 erano i presenti in aula, a fronte dei  17 voti minimi richiesti per l’approvazione della delibera; di questi 13, solo 8 consiglieri di maggioranza e 5 di opposizione.

A rendere la situazione ancora più surreale, l’approvazione della proposta del consigliere Dario Damiani di votare il provvedimento come “ dato per letto”, passata con 9 voti favorevoli, 8 astenuti e 3 contrari, salvo dopo pochi minuti il “ripensamento” di alcuni che improvvisamente cambiano idea e, pur non avendo votato contro il “dato per letto”, decidono di abbandonare l’aula, sconfessando la propria scelta di qualche attimo prima.  Se l’abbandono dell’aula fosse uno sport, tanti consiglieri di maggioranza sarebbero a questo punto in splendida forma fisica, considerata l’assiduità e la costanza con cui ormai lo praticano da anni, con cadenza fissa.

In particolare, in questa vicenda della bistrattata casa canonica, per quanto si cerchi di arrampicarsi sugli specchi di presunti pareri (non vincolanti) mancanti, circostanza non ostativa al voto in molteplici occasioni ma che, stranamente, stavolta diventa dirimente, e necessità di approfondimenti ( e con la prossima saremo a 8 convocazioni sullo stesso argomento…), di inoppugnabile resta il dato di un provvedimento che ha già ricevuto l’approvazione dell’Ufficio tecnico comunale, e che per ben sette volte non ha trovato una volontà politica concorde. Al netto delle blande motivazioni che ogni volta sorreggono la fuga al momento del voto, c’è da interrogarsi seriamente sulla reale volontà di portare a termine il progetto  o meno, esprimendo una valutazione politica che può essere legittimamente positiva o negativa, ma che è doveroso arrivi in tempi brevi. Sarà buona l’ottava?

giovedì 23 Marzo 2017

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