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E’ morto Alfredo Reichlin: era nato a Barletta 91 anni fa

La Redazione
Lo storico dirigente del Pci è venuto a mancare nel corso della notte a Roma
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E' morto durante la notte, a 91 anni, Alfredo Reichlin, partigiano, dirigente del Pci, direttore dell'Unità, parlamentare e figura autorevole della politica italiana. Figlio di Pietro ed Elisabetta Lauro, era nato a Barletta il 26 maggio del 1925 ma all'età di cinque anni si trasferì con la famiglia a Roma.

Nella capitale Reichlin partecipò alla Resistenza con le Brigate Garibaldi, facendo parte dei GAP. Nel 1946 si iscrisse al Partito Comunista Italiano, di cui fu uno dei dirigenti più importanti per circa trent'anni. Allievo di Palmiro Togliatti, fu vicesegretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel 1955 entrò all'Unità, dove diventò vicedirettore e poi direttore nel 1958. A partire dagli anni '60 si avvicina alle posizioni di Pietro Ingrao, le più a sinistra nel partito.

Da Segretario regionale del PCI in Puglia fu molto attento alla questione meridionale. Nel 1968 entrò in Parlamento, durante gli anni Settanta collabora con Enrico Berlinguer. Fu favorevole alle trasformazioni del partito da PCI in Partito Democratico della Sinistra prima, da PDS in Democratici di Sinistra poi, ed infine da DS in Partito Democratico. Dal 1989 al 1992 fu "Ministro dell'Economia" del governo ombra del Partito Comunista Italiano. Sposato in prime nozze con Luciana Castellina, ha avuto due figli: Lucrezia e Pietro, entrambi economisti.

"Ricordo Alfredo Reichlin grande dirigente della sinistra. Una vita esemplare di impegno verso i più deboli e di responsabilità nazionale". Sono le parole del premier Paolo Gentiloni per ricordare lo storico dirigente Pci scomparso stanotte. Il suo ultimo intervento sulla stampa pochi giorni fa, il 14 marzo, sull'Unità: “Sono afflitto da mesi da una malattia che mi rende faticoso perfino scrivere queste righe. Mi sento di dover dire che è necessario un vero e proprio cambio di passo per la sinistra e per l’intero campo democratico. Se non lo faremo non saremo credibili nell’indicare una strada nuova al paese (…). Non sarà una logica oligarchica a salvare l’Italia. È il popolo che dirà la parola decisiva".

 

Fonte: Ansa.it

mercoledì 22 Marzo 2017

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Michele Rinella
Michele Rinella
7 anni fa

Sicuramente una bella testa pensante che , credo, non abbia avuto un grande feeling con la sua terra di origine( in cui riposano suoi cari: non so se la questione meridionale lo abbia catturato di più della questione del partito di cui ha asseverato il fallimento attuale.