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Scuola “D’Azeglio”, due Commissioni si interrogano sullo stato dei lavori e sul suo futuro

La Redazione
Le Commissioni Cultura e Lavori Pubblici fanno il punto della situazione con dirigenti e assessori
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Garantire la piena sicurezza dell'edificio che ospitava l'istituto scolastico “Massimo D'Azeglio”: è questa la priorità emersa, in sintesi, nel corso delle sedute di due Commissioni consiliari riunitesi nelle giornate di mercoledì 18 gennaio e giovedì 19 gennaio, rispettivamente la Commissione Cultura e Istruzione e la Commissione Lavori Pubblici.

Finalmente, diciamo; perché purtroppo rammarica constatare che, in assenza di un evento serio come il cedimento di una parte del solaio in un'aula al piano terra della storica scuola elementare, amplificato dal quasi concomitante tragico terremoto in Centro Italia del 24 agosto scorso, sulla sicurezza negli edifici scolastici cittadini probabilmente non si sarebbero mai accesi i riflettori. Aperto dunque questo doveroso fronte d'indagine, del quale nessuno pone in discussione l'utilità e la necessità, la gestione della vicenda, dal fatidico 5 settembre ad oggi, cioè nell'arco di oltre quattro mesi, meritava di essere analizzata e approfondita in sede istituzionale nei suoi aspetti tecnici, amministrativi, nonché sociali, per il pesante impatto che la chiusura della scuola ha avuto sulla comunità scolastica intera.

In questa ottica di contraddittorio fra consiglieri comunali, rappresentanti dei cittadini, e Amministrazione nelle persone dei tecnici-dirigenti e degli assessori competenti, si è svolta la prima delle due riunioni, in taluni momenti accesa nei toni dalla diversità di vedute delle consigliere Grazia Desario e Giuliana Damato: la prima interessata a chiarire in primis gli aspetti tecnico-amministrativi di quanto accaduto, sui quali negli ultimi giorni si sono addensati dubbi in merito alla dinamica dell'incidente; la seconda, più focalizzata sulla tempistica, nell'ottica della ripresa dell'attività didattica, ha accusato la Desario di aver monopolizzato la seduta, durata più di due ore, con i suoi numerosi interventi.

Indubbio che l'episodio del 5 settembre sia stato “un evento imprevisto che ha scosso la comunità scolastica, obbligandola a confrontarsi purtroppo con tutti i disagi derivanti dalla nuova situazione, sul quale abbiamo il dovere di fare luce”, come ha evidenziato il presidente della Commissione Cultura, il consigliere Carmine Doronzo, avviando la seduta e le relazioni dei tecnici presenti, l'assessora ai Lavori Pubblici e Manutenzione, l'architetto Marina Dimatteo e il dirigente del Settore Manutenzioni e Patrimonio, l'architetto Donato Lamacchia. Gli aspetti tecnici della vicenda sono stati approfonditi a dovere attraverso le risposte ai numerosi e puntuali quesiti posti dalla consigliera Grazia Desario, componente la Commissione. A partire dalle perplessità circa l'affidamento dell'incarico allo studio tecnico di ingegneria SGM, chiarite così dal dirigente Lamacchia: “La mattina stessa dell'evento ho provveduto a contattare telefonicamente vari studi, attingendo all'albo comunale dei professionisti; da due di essi ho ricevuto disponibilità, SGM e Devenuto. Purtroppo Devenuto (barese) sarebbe potuto intervenire soltanto tre giorni dopo, ma la situazione richiedeva maggiore urgenza. SGM ha effettuato infatti il primo sopralluogo già nel pomeriggio”. Ispezione sulla base della quale il sindaco Cascella ha poi immediatamente emanato l'ordinanza di chiusura temporanea dell'intero edificio scolastico, stante la constatata situazione di pericolo per l'incolumità pubblica e privata. Altro punto oggetto di chiarimento, la mancata pubblicazione all'albo pretorio, avvenuta solo in data 18 gennaio, della determina di affidamento dell'incarico, per un importo di 36 mila euro. “La determina è stata perfezionata solo in data 31 dicembre”, è stata la risposta del dirigente.

In merito allo stato di avanzamento delle attività di indagine volte a definire gli scenari di intervento, Lamacchia riferisce che “i tecnici hanno già portato a termine il 70% delle prestazioni previste dall'incarico”. In base alla normativa vigente dal 2008, in ogni caso di interventi strutturali all'interno di edifici, è obbligatorio procedere non solo alla valutazione della risposta alle sollecitazioni antropiche, ma anche alla verifica della vulnerabilità sismica. Sulla base dei dati rilevati, è stato realizzato un modello teorico tridimensionale, dal quale sarebbe emerso che la struttura, in termini di impatto di un eventuale futuro sisma, sarebbe in grado di sopportare non più del 35% del terremoto più forte verificatosi sul nostro territorio negli ultimi 50 anni. Oltre, la struttura inizierebbe a collassare, che tecnicamente sta a significare manifestare la propria labilità. Effettuate tutte le indagini del caso, bisognerà poi attendere le valutazioni della Soprintendenza ai beni culturali, trattandosi di un edificio ultrasettantennale sottoposto a vincolo. I tempi previsti per questo ulteriore adempimento sono di circa 75-90 giorni.

Quali sono gli scenari ipotizzabili, sulla scorta dell'esito di tutte queste verifiche tecniche? Essenzialmente tre: un intervento di manutenzione straordinaria, il consolidamento statico o il declassamento della struttura. “Primo passo, dunque, la messa in sicurezza, per poi consentire in tempi brevi la ripresa delle lezioni”, ha sostenuto l'assessora Dimatteo. Circa i fondi necessari per gli interventi strutturali, è stato evidenziato come, dopo i tragici eventi sismici di qualche mese fa, il Governo Renzi ha consentito di scomputare dal patto di stabilità le spese per l'edilizia scolastica, che potranno quindi essere finanziate con gli avanzi di bilancio dell'ente comunale.

L'obiettivo sarebbe quello di portare a termine i lavori che si renderanno necessari entro la fine dell'anno 2017. Una indicazione sui tempi di attesa quanto mai necessaria in questo periodo particolare, in cui le famiglie formalizzano le iscrizioni a scuola per i propri figli.

Gli aspetti attinenti all'attività didattica sono stati oggetto della seconda riunione di Commissione, Lavori Pubblici, svoltasi questa mattina a Palazzo di Città. Presieduta dal consigliere Flavio Basile, all'incontro hanno preso parte l'assessora all'Istruzione ingegner Patrizia Mele, il dirigente Donato Lamacchia, i consiglieri Antonello Damato, Ruggiero Dicorato e Gennaro Calabrese, componenti la Commissione, la consigliera Desario, il dirigente scolastico professor Alfredo Basile e il sindaco Pasquale Cascella.

“La questione della scuola “D'Azeglio” ci impone di fare chiarezza e cercare soluzioni. In mancanza di certezze, il rischio è che il numero delle iscrizioni cali drasticamente per l'anno prossimo. Per cui è fondamentale stabilire in primo luogo quali siano state le cause del crollo: si è sollecitato troppo il solaio in maniera errata?”, ha chiesto in apertura di seduta il presidente Basile. Ottenendo dal dirigente Lamacchia le medesime spiegazioni tecniche già riferite in sede di Commissione Cultura. Ipotizzabile che il risanamento dell'edificio avvenga per stralci, in modo da rendere almeno parzialmente agibile il plesso. Al sindaco Cascella Basile ha chiesto “un monitoraggio costante della situazione ed incisività nei provvedimenti”. Il primo cittadino, ex studente della D'Azeglio, ha ribadito che la priorità è quella della “sicurezza per gli alunni, i docenti e il personale scolastico. Proprio a questo è stata finalizzata l'ordinanza di immediata chiusura e la scuola non potrà riaprire a prescindere dalla sicurezza”.

Delucidazioni più dettagliate sulla tipologia del solaio ceduto sono state chieste ai tecnici Lamacchia e Mele dal consigliere Calabrese. L'intervento del dirigente scolastico Alfredo Basile ha esaminato invece due problematiche: “In primo luogo il recupero di un edificio storico, importante, monumentale, vincolato, prima scuola di Barletta, che va restituito nel minor tempo possibile alla città. Poi la questione della fruibilità come scuola. Dobbiamo prevedere tempi lunghi, certo, ma dall'anno scolastico prossimo non ci sono più scuse, dobbiamo essere pronti a settembre con la piena funzionalità degli spazi. Il futuro della scuola è in gioco, e se non si formano almeno due classi è finita”. Parole pesanti come macigni, riflessioni che esigono attenzione costante sulla vicenda e massima trasparenza da parte dell'Amministrazione nei confronti dell'utenza scolastica, privata di colpo del proprio punto di riferimento didattico, ma anche della cittadinanza intera, che non può permettersi di perdere un simile patrimonio culturale di inestimabile valore.

giovedì 19 Gennaio 2017

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Lucio
Lucio
7 anni fa

La cosa strana è che sia il Dirigente scolastico che l’Amministratore della Bar.S.A. abbiano voluto precisare qualcosa solo dopo quattro mesi dall’accaduto. Dopo quanto accaduto il 5 settembre 2016, oggi apprendo che il Dirigente scolastico, il 12 gennaio 2017 va in televisione e si ricorda che alcuni tecnici della Bar.S.A., operando con un palo gestito dal pavimento e senza l’uso di un ponteggio o trabattello colpivano il solaio provocandone la caduta della pignatta (il soffitto non è venuto giù da solo ma il crollo è stato provocato dall’urto) e che, successivamente, anche L’Amministratore della Bar.S.A. ricorda in data 18.01.2017 (sei giorni dopo il Dirigente) l’esatto andamento dei fatti e che per giunta collimano. Perché un silenzio di quattro mesi?
Per voi è tutto chiaro? Per me no!