Cultura

Domus medievali tornano alla luce a Barletta: quale futuro?

La Redazione
Durante le Crociate erano le sedi amministrative (Precettorie, o Domus) dell'Ordine Cavalleresco dei Templari e dei Cavalieri di Malta (o Cavalieri Gerosolimitani)
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Finalmente sono tornate alla luce le due grandi Domus cavalleresche di Barletta: lungo via Vespucci, all’incrocio con via Trani, durante la realizzazione di lavori pubblici sono emersi sotto il manto stradale i resti di quelle che durante le Crociate erano le sedi amministrative (Precettorie, o Domus) dell’Ordine Cavalleresco dei Templari e dei Cavalieri di Malta (o Cavalieri Gerosolimitani) da cui venivano gestiti gli insediamenti e le attività dei cavalieri di tutto il Meridione d’Italia. E insieme ad esse sono state ritrovate monete, componenti di armi e di vasellame e testimonianze delle attività artigianali del tempo. Ma nei giorni scorsi l’Amministrazione Comunale, dopo aver ricevuto il consenso dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, ha fatto ricoprire i ritrovamenti da terra e asfalto ripristinando il manto stradale.

Già negli Anni Settanta, durante i lavori di costruzione del complesso edilizio Solemar, emersero i resti delle due Domus, ma all’epoca non esistevano le leggi di tutela archeologica attuali e gli addetti ai lavori “pensarono bene” di distruggere quanto ritrovato e portarlo in discarica. Fu un manipolo di giovani studenti che, compresa l’importanza dei ritrovamenti, riuscì a sottrarre dallo scempio le lastre tombali dei cavalieri, trasportandole prima all’esterno del cantiere e poi in Piazza Caduti per sensibilizzare l’opinione pubblica. E tuttavia i lavori edili andarono avanti, cancellando per sempre la presenza delle Domus. Cosa ne è stato delle lastre salvate? Sono oggi esposte all’interno del Castello (allego immagine di alcune di esse), nella sezione archeologica appena riallestita e rappresentanti le uniche testimonianze della presenza dei Cavalieri a Barletta.

Gli scavi effettuati fortuitamente nelle settimane scorse avevano una dimensione di circa 15m per 10m, ma distanziavano di ben 35 metri dal punto più vicino del complesso Solemar (sotto cui, è dato storico certo, vi era parte rimanente delle Domus). Senza considerare che spostando la traiettoria poco più in basso si nota uno spazio vuoto di terra incolta mai destinata all’edilizia distante ben 70 metri. Ciò significa che gli scavi archeologici di cui si parla potrebbero essere estesi lungo una superficie circa 10 volte superiore rispetto a quella appena coperta (allego immagine). E se da questo piccolo “foro stradale” sono stati già ritrovati reperti e mura cosa potrebbe sorgere da uno scavo archeologico di dimensioni ben più grandi?

Durante il periodo delle Crociate i Cavalieri Templari a Barletta gestivano enormi ricchezze, possedevano vasti terreni nei dintorni (le stesse saline di Margherita di Savoia erano da loro gestite) e realizzarono un cantiere navale per le imbarcazioni verso la Terrasanta. Le navi destinate alle Crociate partivano da molti porti della Puglia, ma quasi sempre sostavano nella ricca Barletta per i rifornimenti. Nel 1308, quando l’ordine dei Templari venne soppresso, la Domus dei Templari di Barletta venne ceduta ai Cavalieri Gerosolimitani (che avevano la propria di fronte a quella templare), i quali si trovarono così a possedere una delle Domus più grandi e ricche d’Italia. Tante sono le probabilità che molti tesori archeologici, quindi, potrebbero celarsi tra le macerie dei palazzi di una delle capitali cavalleresche.

Spero che l’attuale Amministrazione Comunale, che tanto proclama una svolta nella gestione di Barletta, dei suoi beni culturali e dei suoi ampi potenziali, in seguito alla recente importante scoperta si decida a portare alla luce le testimonianze di tutto ciò e a valorizzare i nostri patrimoni.

Ruggiero Sardaro

domenica 12 Agosto 2018

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Roberto rizzi
Roberto rizzi
5 anni fa

La proposta di allargare gli scavi mi sembra molto sensata visto che quasi di sicuro si troverebbero reperti importanti. Io sarei favorevole anche a lasciare aperti gli scavi rendendoli fruibili a tutti, vicini al castello e al nostro centro storico

Rossella Distaso
Rossella Distaso
5 anni fa

Si però il terreno adiacente non è di proprietà dei condominio del solemar? Il comune può trovare un accordo?