Cultura

“Copenaghen”, il trio Orsini Lojodice Popolizio incanta il pubblico del teatro Curci

Giacomo Caporusso
Tre grandi artisti sul palco: Umberto Orsini alias Niels Bohr, Massimo Popolizio che impersona in maniera maniacale Werner Heisenberg e Giuliana Lojodice nel ruolo di Margrethe Bohr
scrivi un commento 285

Parlare per quasi due ore di fisica, atomi, fissione, numeri e formule, mantenendo alta l’attenzione dello spettatore non è cosa facile, ma se a serrare i tempi e i modi del dialogo sono tre grandi attori, allora non c’è da stupirsi del successo di Copenaghen. É andato in scena nel week-end delle Palme al teatro Curci di Barletta lo spettacolo tanto atteso, “Copenhagen”, scritto nel 1998 dal drammaturgo inglese Michael Frayn, con la regia di Mauro Avogadro.

Tre grandi artisti sul palco: Umberto Orsini alias Niels Bohr, Massimo Popolizio che impersona in maniera maniacale Werner Heisenberg e Giuliana Lojodice nel ruolo di Margrethe Bohr moglie del grande fisico danese. Un dialogo serrato, comprensibile e mai noioso, che si focalizza su un fatto storico: la visita di Heisenberg, durante la seconda guerra mondiale, in Danimarca sotto l’assedio tedesco, al suo maestro danese per metà ebreo Bohr. Il tutto si svolge, però, post mortem dei tre, come se si volesse far luce sul perché Heisenberg si fosse recato a Copenhagen. Lo spettacolo allestito in un unico atto rappresenta un’aula universitaria in pendenza con le gradinate a semicerchio e chiusa da muri neri, raffiguranti grandi lavagne su cui i due fisici continuano a scrivere le loro teorie attraverso formule, algoritmi e scritture durante lo spettacolo. Il palco ospita quattro sedie che volta per volta saranno disposte in modo differente a seconda del dialogo tra i protagonisti.

La narrazione, triangolare come la disposizione che in tante occasioni i tre attori assumono sul palcoscenico, si fonda su uno studio biografico, dove i dialoghi rappresentano la realtà dei fatti. Eppure c’è un momento in cui certamente realtà e finzione si separano, ed è proprio sul controllo di questa distanza che si gioca l’equilibrio dell’intera pièce.Si susseguono così, tra giochi di luci , bombardamenti e nuove ipotesi, il ruolo di due grandi fisici che in quel momento storico stavano scrivendo insieme ad altri illustri colleghi una delle più brutte pagine della storia del Novecento, la formula fisica per far nascere la bomba atomica.Una rappresentazione che lascerà inquietudine agli spettatori per come sono andate le cose, ma che apprezzeranno la maestria ed il talento di tre grandi attori.Si replica ancora sabato 24 marzo alle 21,15 e domenica 25 marzo alle 18,00.

sabato 24 Marzo 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti