Cultura

Il buon giornalismo a scuola: il Presidente Ordine Puglia Ricci ospite dell’Istituto “Girondi”

Cosimo Giuseppe Pastore
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Il buon giornalismo a scuola: il Presidente Ordine Puglia Ricci alla "Girondi"
Una lezione di giornalismo tra regole, giochi di prospettiva e ricerca della verità per insegnare ai più piccoli a difendersi dalla cattiva informazione
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Formare le giovani menti alla decodificazione delle notizie, al porsi domande e al ricercare risposte, in un’epoca storica in cui il bombardamento mediatico la fa da padrone e le fake news governano la terra di tutti e di nessuno, il web. È il tema dell’incontro ‘Il Giornalismo sui banchi di scuola’ che ha catapultato, ieri mattina 18 gennaio, gli alunni delle classi quinte della scuola Primaria ‘R. Girondi’ in un mondo fatto di regole e prospettive, di ricerca e di verità, quello del giornalismo. A condurre il viaggio, due maestri d’eccezione, i giornalisti Piero Ricci, Presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti e Giuseppe Dimiccoli, Vicepresidente dei revisori dei conti dell’Ordine.

«Avete mai costruito un puzzle? Il giornalismo somiglia ad un puzzle» spiega Piero Ricci ai giovani studenti. «Prima di costruire un’immagine avete tanti piccoli pezzi che solo mettendo insieme daranno vita ad un quadro completo, una verità costruita pezzo per pezzo». Ed è qui tutto quello che si è voluto trasmettere ai piccoli alunni della Girondi: curiosità, rispetto delle regole, corretta informazione. Solo un lavoro di ricerca permette al giornalismo e di riflesso al lettore, di garantire agli altri e a sé stessi una corretta informazione, di essere armati rispetto al mondo delle fake news o alla velocità del web e di essere, così, dei buoni cittadini. È proprio la «necessità di informarsi e di informarsi al meglio», osserva Giuseppe Dimiccoli, che impone agli organi di stampa di intervenire contro i rischi della cattiva informazione, dell’informazione distorta e quindi lesiva. Come? Partendo proprio da una lezione sul giornalismo per i più piccoli, con cui Dimiccoli e Ricci, non hanno avuto la pretesa di formare i giornalisti di domani, ma la necessità di spiegare la funzione sociale dell’informazione, per sé stessi e per gli altri. Ecco allora che in un gioco di prospettive si chiede ai piccoli cittadini di descrivere ciò che vedono, perché il giornalismo è anche un gioco di punti di vista da cui raccontare la realtà e riuscire a coglierne la verità, la stessa che formerà le nostre coscienze civiche.

Solo riuscendo a decodificare ed interpretare il linguaggio giornalistico, sarà possibile sfuggire alle trappole a cui le nuove generazioni sono molto più esposte rispetto al passato, a causa di una connaturata intesa con il web e non più solo con l’informazione filtrata dalla televisione, che gode ancora di una discreta egemonia.A svolgere allora il ruolo di garante e difensore, dovrà essere in primo luogo lo stesso giornalista e gli organi di stampa. Nulla deve essere lasciato al caso, nulla può essere non abbastanza documentato, nulla deve essere costruito per fare notizia, è la notizia stessa che deve muovere la penna.

venerdì 19 Gennaio 2018

(modifica il 12 Luglio 2022, 13:30)

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