Cultura

Cittadella della Musica concentrazionaria, presentato il progetto

Dora Dibenedetto
L'ex distilleria diverrà un luogo di respiro internazionale, in cui saranno raccolti brani e musiche composti nei lager e recuperati in 30 anni di ricerche dal Maestro Lotoro
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Sorgerà nell’arco di tre anni, negli spazi ubicati nell’ex distilleria di Barletta, la Cittadella della musica concentrazionaria, “un sogno fatto storia” a seguito dei lunghi studi di ricerca (durati 30 anni) compiuti dal pianista barlettano Francesco Lotoro.

Pertanto è stato presentato domenica 17 settembre a Barletta, nella sala convegni di Palazzo Della Marra, l’intero progetto “Cittadella della Musica Concentrazionaria” alla cittadinanza, in presenza dell’assessore regionale all’Ambiente, il barlettano Filippo Caracciolo (in rappresentanza del governatore Michele Emiliano) del sindaco Pasquale Cascella, del direttore del dipartimentoTurismo Economia della Cultura e Valorizzazione del territorio della Regione Puglia Aldo Patruno,del professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Giuseppe Langella, del rettore Università degli Studi di Bari A. Moro Antonio Felice Uricchio</strong>; di Ernesto Bernardini R.U.P. (Responsabile unico del procedimento) del Comune di Barlettae dell’architetto Nicolangelo Dibitonto nonché (autore del progetto di recuperotrasformazione dell’ex distilleria) che insieme al maestroFrancesco Lotoro ha illustrato il progetto.

L’ex distilleria diverrà (da quelle che sono le intenzioni) un luogo di respiro internazionale, in cui saranno raccolti brani e musiche recuperati in 30 anni di ricerche e viaggi in giro per il mondo, pur di scovare le opere di quei musicisti che componevano mentre erano internati nei campi di concentramento: molti di loro sono deceduti senza neppure ascoltare la propria musica. Spartiti, quaderni musicali, materiale fotografico, fonografico e audiovisivo, recuperati da Lotoro, restituiranno dignità a migliaia di musicisti deportati nei campi di concentramento civili e militari dal 1933 al 1953. In questo lasso di tempo le vittime dei regimi totalitari utilizzarono le arti quale strumento di resistenza, pertanto il museo dell’arte rigenerata ( che sorgerà all’interno della cittadella) si prefiggerà lo scopo di promuovere la conoscenza della musica composta all’interno dei campi sperando di colmare allo stesso tempo una lacuna nella storia della musica.

Lo sviluppo dell’iniziativa si fonda su tre pilastri: la musica concentrazionaria, la riqualificazione dell’ex distilleria di fine 800 e l’esaltazione del concetto di Conservazione (memoria attiva). Un vero e proprio polo culturale che si articola in cinque edifici (su un’area di circa 9 mila mq) all’interno dei quali sorgeranno: un campus delle scienze musicali, una bibliomedediateca musicale,un museo dell’arte rigenerata, un teatro e un bookshoop con ristorazione (quest’ultima sarà caratterizzata anche da un “Bistrò Kosher”seguendo appunto le regole della cucina ebraica.) – cosi come hanno puntualizzato anche l’architetto Dibitonto e il maestro Lotoro.

Un progetto patrocinato dalla Regione Puglia, dalla Provincia BAT, dal Comune di Barletta, dall’Università degli studi di Bari A. Moro, dal Conservatorio di Musica Umberto Giordano Resonance,dal Touring Club Italiano e dall’Unione Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) nonché finanziato al momento con 5 milioni euro, stanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, “che è importante ma non sufficiente per completare il progetto” – ha asserito lo stesso Lotoro, il quale poi nel corso dell’incontro (moderato dal giornalista Rai Michele Peragine) ha altresì sostenuto che:

“Si tratta di una storia che vuole diventare presente innanzitutto; l’architetto che ha disegnato la cittadella è barlettano, Nicolangelo Dibitonto ed è stato il primo ad interpretare questo sogno per farlo diventare pietra. Dovrà costruire laddove sembrava che sino all’altro giorno fosse inconcepibile, dato lo stato di devastazione dell’ ex distilleria; un luogo che torna a vivere poiché dimenticato, tralasciato e abbandonato per tanti anni. La cittadella avrà una vocazione universale ospitando quella ( che mi auguro) un giorno possa essere la musica del futuro, anche se è nata 70 anni fa nei lager , nei luoghi di deportazione prigionia e di sterminio.

La cittadella è rivolta a tutti – ha proseguito il musicista – ho sempre creduto di essere andato un po’ più veloce degli altri, trent’anni fa ho creduto che questa musica avesse dei criteri universali tali, per i quali valeva la pena sacrificare magari qualche mio concerto, pur di dedicarmi a questa ricerca. Stiamo parlando di un patrimonio universale che non è mio non potrebbe mai essere solo mio, vorrei che tutti possano amare questa letteratura prendendosi carico di quello che significherà da domani per Barletta, poter gestire questa realtà, fatta di musei, teatri, biblioteche e di una libreria internazionale del novecento.L’architetto ha disegnato in modo tale che ci siano spazi di condivisione, di lettura, di ricerca e che quindi quella cittadella divenga il nuovo centro di Barletta.”

Il professor Langella ha poi precisato che :“In gioco c’è la difesa ad oltranza dei diritti umani nonché la sacralità della vita umana. La realizzazione della cittadella prevede una serie di iniziative che ruotano intorno alla storia dei campi di sterminio. Quindi, Barletta ospitando la cittadella si proietta a livello mondiale.”

Anche per l’assessore Caracciolo la cittadella è motivo di orgoglio per Barletta e per i suoi concittadini. “La Regione sotto l’aspetto culturale si sta impegnando molto in quanto anche in fiera è stato istituito un contenitore dedicato alla cultura”- ha precisato l’assessore.

Bernardini, responsabile comunale del progetto, ha poi evidenziato che : “Negli anni 80 l’area doveva essere demolita per costruire una scuola , nel 1991 è intervenuta la Soprintendenza e nel 2004 è intervenuto il Comune acquisendo l’area. La cittadella sorgerà in pieno centro urbano ben servito dalla ferrPvia. L’anno scorso il Comune ha partecipatoad un bando emesso dal Ministero, ottenendo un finanziamento di 5 milioni di euro dalla presidenza del consiglio dei ministri.”

Il direttore del Dipartimento Turismo della Regione Puglia Aldo Patruno, ha altresì aggiunto che : “La Puglia si arricchisce di un gran patrimonio del passato. Oggi si chiude la fiera del levante nel quale si vorrà creare il foro della cultura. In Regione si sta redigendo il piano strategico “PIIIL cultura”inteso come strumento di sviluppo basato su un’economia circolare fondata a sua volta sul riuso del patrimonio culturale nonché motore di sviluppo territoriale. La Regione ha investito centinaia di milioni di euro per il restauro e per rendere fruibile il patrimonio culturale: 100 milioni di euro sono stati impiegati per il progetto “Smart in Puglia” e per il quale si sta attivando anche il Comune di Barletta onde poter usufruire dei fondi messi a disposizione dal progetto stesso.”

martedì 19 Settembre 2017

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