Il fitto calendario del “Maggio dei libri” ha visto a Barletta anche la presenza del noto giornalista del TG1, Francesco Giorgino. Ad ospitare, nella serata di ieri, la presentazione del suo ultimo libro dal titolo “Giornalismi e società. Informazione, politica, economia e cultura”, la location di Palazzo Della Marra.
Presenti all’incontro, organizzato dalla professoressa Maria Grazia Vitobello, anche Attilio Romita, caporedattore del Tgr Puglia e il sindaco Pasquale Cascella.
Un saggio, quello di Giorgino, che fondendo un approccio scientifico-accademico con un approccio tipicamente giornalistico, è destinato non solo agli studiosi di giornalismo, ma a tutti i fruitori di notizie. Obiettivo del lavoro è stato quello di «riportare la discussione sui fondamentali del giornalismo, della politica, dell’economia, della finanza e della cultura» afferma lo storico volto del TG1.
Il giornalista, infatti, ha voluto affrontare la tematica dell’informazione moderna, analizzandone sia la funzione sociale, sia la funzione di mediazione che spetta al giornalismo e al giornalista, passando in rassegna i “nei” dell’informazione moderna.
“Giornalismi”: funzione sociale e di mediazione
«Non potevo non declinare al plurale il termine giornalismo» spiega Francesco Giorgino, dal momento in cui «la pluralità di contenuti, di specializzazioni giornalistiche e di linguaggi a disposizione non può che essere indice di più “giornalismi”».
Il saggio, sapientemente costruito, si snoda attraverso capitoli che corrispondo ai sistemi con cui l’informazione innesca una dinamica relazionale e da cui deriva la funzione sociale della stessa: «Ne ho individuati tre: politica, economia e cultura». Quale sarebbe allora il ruolo del giornalista in un sistema così interconnesso ad altri sistemi? Quello di mediatore dell’informazione «che restituisca ai lettori l’informazione autentica, diversa da quella fai da te» osserva Giorgino.
I nei del giornalismo-informazione
«Per fare in modo che prevalga la funzione mediatrice del giornalismo di qualità» spiega il giornalista «bisogna comprendere cosa non funziona nel giornalismo moderno».
Giorgino, infatti, individua le criticità dell’informazione nell’autoreferenzialità e nel conformismo dilagante, volto ad alimentare solo le idee conformi alla maggioranza degli elettori: «I giornali sono prodotti destinati a generare conoscenza per il pubblico, bisognerebbe tornare a questo».
Il risultato che ne deriva è che si produce sempre più “informazione senza giornalismo” e “giornalismo senza informazione”. Un gioco di parole, quello usato da Giorgino, per indicare da un lato il proliferare della concezione secondo cui si possa fare a meno della funzione di mediazione del giornalismo; dall’altro la concezione che non vi debba essere coincidenza tra interesse ed importanza della notizia, facce inscindibili della stessa medaglia.
Informazione e democrazia ai tempi dei social
In che modo l’informazione aumenta il livello di democrazia in un paese? Una domanda a cui Giorgino ha trovato risposta comparando il ‘900 con il secolo attuale: «Se nel secolo precedente si è ritenuto che la quantità dell’informazione potesse aumentare la democrazia, in quello attuale ci dovremmo spostare dalla quantità alla qualità dell’informazione».
Non meno rilevante è l’analisi della cultura mediatica e dei social: la prima capace addirittura di condizionare la politica (si pensi alle leggi varate in virtù della pressione mediatica su certi temi), i secondi, invece, capaci di rendere chiunque autore di notizie e di incrementare l’informazione fai da te.
«I mezzi di comunicazione moderni sono fonti di trasferimento della conoscenza: li stiamo trattando con estrema sufficienza, mentre dovremmo presidiarli» conclude il presentatore del TG1.