Cultura

Fieramosca e La Motte, nella Cantina della Sfida presentata l’opera restaurata

Cosimo Giuseppe Pastore
Un restauro a regola d'arte ha restituito alla città della Disfida il monumento più rappresentativo della celebre Sfida, che ritrae la sconfitta del comandante francese Guy de la Motte per mano di Ettore Fieramosca
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Terminati i lavori di restauro del Monumento “Fieramosca e La Motte”, simbolo della storica contesa che ha dato a Barletta il titolo di città della Disfida. L’opera è stata restituita, nel pomeriggio di ieri, 19 maggio, alla Cantina della Sfida alla presenza del Sindaco Pasquale Cascella e del Prefetto Clara Minerva.

«Non si tratta di una cerimonia» afferma il sindaco «ma è importante la presenza delle istituzioni ad un evento così significativo per la memoria storica barlettana». Estremamente significativa la valenza storica del monumento, che alla vigilia della Notte dei Musei, potrà essere riscoperto dalla comunità barlettana e non solo.

Un lavoro attento e puntuale, quello svolto dalla cooperativa barlettana Mures, che ha dovuto eseguire interventi su più parti dell’opera con la costante attenzione della sovraintendenza.

Il Monumento alla Sfida

Completata nel 1867 dallo scultore romano Achille Stocchi, l’opera, raffigurando un momento emblematico della storica Disfida, immortala la sconfitta del comandante francese Guy de la Motte per mano di Ettore Fieramosca.

Il dito della mano sinistra portato in alto da Fieramosca, quasi a sottolineare l’avvenuta vittoria su La Motte che invece giace sotto il capitano di ventura, stanco e con il capo rivolto verso il basso.

L’opera, concepita originariamente in marmo, fu poi realizzata in gesso e collocata dapprima nella Sala Consiliare del Comune e poi, nella prima metà del 1900, nella Cantina della Sfida, dove ieri è stata riconsegnata.

Il Restauro

Sontuosa ed emblematica di una storia che non può che essere parte del bagaglio culturale di ogni barlettano, l’opera è stata sottoposta ad un lavoro di restauro impegnativo, portato a compimento dalla cooperativa Mures.

I lavori, coordinati dalla restauratrice Francesca Amendola, hanno interessato parti fortemente compromesse del monumento quali la mano sinistra e l’elmo di La Motte, il drappo di Fieramosca e la mazza ferrata, quest’ultima totalmente ricostruita.

Gli interventi, portati avanti dall’attenzione di chi ama il proprio lavoro, non possono però garantire la perenne integrità di un’opera così fragile ed antica, ma «ci sarà bisogno di una manutenzione ordinaria», raccomanda Francesca Amendola, nella speranza che non cali mai l’attenzione su simili testimonianze storiche.

sabato 20 Maggio 2017

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