Cronaca

Scarti di lavorazione abbandonati sulla costa a Barletta: intervento di Bar.S.A.

La Redazione
Si tratta di scarti di lavorazione di opifici; non è stato trovato alcun elemento identificativo ma le indagini sono in corso
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Tre grosse balle composte di resti di tomaie, scarti di lavorazione in pelle, tessuto e altri materiali, oltre a pneumatici e rifiuti di ogni genere, sono stati rinvenuti e rimossi dopo una segnalazione arrivata nella tarda serata di ieri, sulla costa di Barletta, alla foce del canale Ciappetta Camaggio.
Due mesi fa, nello stesso luogo, era stato compiuto un intervento di pulizia, a cura di Bar.s.a., disposto dall’Amministrazione comunale e stamani gli operatori sono dovuti tornare con un “ragno” meccanico, il cui utilizzo è stato necessario per rimuovere le tre grosse balle.
È evidente che si tratti di scarti di lavorazione di opifici; non è stato trovato alcun elemento identificativo ma le indagini sono in corso, visto anche il coinvolgimento del nucleo Ambientale della Polizia locale di Barletta.
“Episodi come questi sono di una gravità inaudita – hanno detto il sindaco Cosimo Cannito e l’assessore all’ambiente Ruggiero Passero, intervenuto sul posto – e chi ne è responsabile deve sapere che Barletta non è zona franca per i chi commette questi reati”.
“La città è controllata e siamo orgogliosi della sensibilità che i cittadini dimostrano nei confronti dell’ambiente – hanno aggiunto il primo cittadino e l’assessore Passero – perché questa è la prima e anche la migliore protezione in cui si possa sperare. Non daremo tregua a chi compie tali misfatti, l’opinione pubblica ha preso coscienza dell’importanza della tutela ambientale anche per la salute pubblica e in questo, lo sappiamo benissimo, un ruolo fondamentale lo hanno avuto le associazioni e i movimenti ambientalisti che operano in città”.
“Tutti insieme – hanno concluso Cannito e Passero – dobbiamo proseguire in questa direzione accerchiando i pochi untori che ancora pensano di poter usare le spiagge e le campagne come discariche”.

«Si tratta di
un’attività criminale, diciamolo senza mezzi termini. Spregevole perché
con leggerezza e lucidità si decide di depositare in mare rifiuti
dall’impatto ambientale altissimo. La foce del canale è un luogo
bellissimo su cui già mi sono espresso, ma facilmente raggiungibile da
malfattori a cui non importa nient’altro che il proprio tornaconto». Non
le manda a dire l’amministratore unico di Bar.S.A. S.p.A. avv. Michele
Cianci, visibilmente colpito da gesti così dissennati.

«Smaltire
le tomaie ad esempio, costa pochi euro. E’ l’esempio perfetto di chi,
solo per risparmiare un’inezia mette a repentaglio un ecosisistema così
delicato come il nostro mare – continua Cianci -, quei residui sarebbero
stati trascinati in poco tempo sui nostri fondali, inquinando le acque
in cui amiamo fare il bagno nei mesi estivi o mangiati dai pesci.
Inimmaginabile. Sono esterrefatto. Spero davvero in un passo falso di
questi lestofanti e che una volta per tutte le coscienze si risveglino».

giovedì 1 Ottobre 2020

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