Cronaca

Licenziamenti Timac, la protesta arriva al tavolo dei candidati Sindaco

Cosimo Giuseppe Pastore
Alcuni lavoratori della Timac sono intervenuti al confronto pubblico fra i sei candidati Sindaco
scrivi un commento 456

«Pensiamo che chiudendo la Timac avremo risolto il problema dell’inquinamento ambientale a Barletta?». È questa la domanda che nella serata del 17 maggio, dedicata al confronto tra i candidati Sindaco presso il Future Center, ha scatenato la reazione di alcuni lavoratori della Timac. Una questione complessa e spinosa, il caso Timac, incardinata nella più ampia emergenza ambientale, destinata a smuovere gli animi di cittadini e candidati alle prossime amministrative. Un’emergenza per la quale fare promesse in campagna elettorale potrebbe portare consensi, certo, ma anche costare caro a chi quelle promesse potrebbe non riuscire a mantenerle. Ricordiamo che dal 1° maggio scorso è stata revocata, dall’autorità giudiziaria, la facoltà d’uso che era concessa a Timac Agro. L’azienda, infatti, dal 2016 era sottoposta a sequestro con facoltà d’uso, una soluzione funzionale a lavori di messa in sicurezza dello stabilimento che, a distanza di due anni, sono stati qualificati come insufficienti dall’autorità giudiziaria. Così, alla revoca della facoltà d’uso, l’azienda ha risposto con l’avvio di procedure volte a licenziamenti collettivi per cessazione di attività. Sarebbe questa la soluzione per avviare una bonifica dell’area che potrebbe avvenire solo ad impianto spento.

In questa successione di avvenimenti, tra allarmi ambientali e dati inquietanti circa le condizioni dell’area industriale di Barletta, la voce dei dipendenti della Timac è rimasta sullo sfondo, almeno sino alla serata di mercoledì, quando la loro sofferente situazione è piombata nel bel mezzo del confronto politico, scardinando la compostezza sino ad allora mantenuta. È così che ci si è chiesti se fosse corretto far emergere solo il nome di Timac durante i dibattiti legati all’ambiente in campagna elettorale, spegnendo i riflettori su altre aziende partecipi di un inquinamento diffuso della zona industriale. È così che una situazione asfissiante per centinaia di famiglie ed estremamente precaria ha tuonato in sala, imponendosi all’attenzione della platea del Future Center e spingendo gli aspiranti primi cittadini a parlare di lavoro, a dare risposte che non avrebbero potuto, però, esaurirsi in poche battute politiche. Qualche voce fuori dal coro, forse inopportuna, che ha condotto la serata verso un epilogo difficile da gestire e che ha, di fatto, smosso le coscienze, tanto da far apparire inadeguati i candidati che dalla propaganda politica hanno dovuto affrontare persone affrante dall’imminente licenziamento.

Ecco allora che i prossimi cinque anni di amministrazione si delineano sempre più decisivi per risolvere questioni scomode, che richiedono meno slogan e più confronti con tutte le parti coinvolte.È per questo che il nostro appello va direttamente ai sei candidati Sindaci, affinché la loro campagna elettorale possa essere scenario di discussioni che vengano poi portate avanti nel tempo, sino a raggiungere i tavoli intorno ai quali dovranno sedere tutti, vincitori e vinti. Che si vada oltre le asserzioni teoriche e i sillogismi facili e d’impatto emotivo, che si scavi a profondo per raggiungere soluzioni condivise, ristabilendo un filo diretto con i cittadini che il prossimo 10 giugno si recheranno alle urne, affinché Barletta non diventi la nuova Taranto.

sabato 19 Maggio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti