Cronaca

“Un’altra primavera per Pietro…”, omaggio al campione a 5 anni dalla scomparsa

La Redazione
Con la collaborazione di scuole e associazioni sportive
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Stazione di Barletta. Luogo di arrivi e di partenze. Nella vita. Nello sport. Luogo popolare. Luogo conosciuto dalla gente. Luogo dove tutto scorre visibile a tutti.

Qui, proprio qui, l’indimenticabile campione olimpionico, velocista e recordman di fama mondiale Pietro Mennea (Barletta 28 giugno 1952 – Roma 21 marzo 2013) nella Stazione ferroviaria di Barletta, il luogo più popolare e visibile dov’è collocato il suo busto (opera dello scultore Paolo Desario e donato dal Lions Club Barletta Host in occasione del primo anniversario dalla scomparsa, il 21 marzo 2014) ieri, nel quinto anniversario della scomparsa, ha ricevuto l’affettuoso e commovente, pubblico tributo della gente, di tutti quanti insieme senza distinzione…

L’iniziativa, sorta spontaneamente con un rapido passaparola in rete sui social ad opera del Gruppo Facebook “Barletta per Pietro Mennea Official Fan Club”, si è avvalsa della consulenza organizzativa del “Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia”, quale Organizzazione di volontariato operante nei beni culturali e turismo dal 1953, nonché di “Barletta Sportiva” quale Associazione Sportiva Dilettantistica, animatrice di numerose e qualificate manifestazioni, promotrice della recente Half Marathon dedicata alla memoria dell’indimenticabile uomo di Sport primatista mondiale sui 200 metri.

Al “tam tam” in rete hanno immediatamente risposto semplici cittadini, le scuole (con una sua classe, l’istituto comprensivo Musti Dimiccoli reduce dal progetto “Sulle orme di Pietro Mennea”, il più inclusivo e multidisciplinare fin qui realizzato dalla morte del campione), le associazioni sportive.

E soprattutto sono intervenuti a testimoniare la memoria di Mennea nel cuore chi lo ha conosciuto, chi ha condiviso con lui momenti di gloria e momenti di semplice quotidianità.

Elvira Autorino, figlia di Alberto, il professore di educazione fisica di Pietro all’istituto per ragionieri Michele Cassandro, il suo “scopritore”
nelle fasi di avviamento all’atletica leggera, prima alla corsa campestre e poi alla velocità. Matteo Puttilli, figlio di Cosimo, il marciatore barlettano vincitore di due titoli italiani sui 50 km, che di Mennea è stato il mentore ed il riferimento per la purezza dell’ideale sportivo e la durezza della fatica, intensa, metodica, premiante. Ed infine Franco Mascolo, il primo allenatore di Mennea, chi gli ha orientato la strada verso la velocità e gli ha impartito i primi insegnamenti nella pratica agonistica della velocità. Con il suo personal ricordo degli allenamenti sulla salita del Vaglio, in quel rione della marina di Barletta vicini vicino al porto dove Pietro testava la sua proverbiale attitudine alla fatica.

Un trittico di voci a commentare la grandezza universale del messaggio sportivo ed umanissimo (“La fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni” come ricordato più volte) e che è stato ripreso più volte durante questo momento, arricchito dall’intervento dell’Amministrazione comunale nela persona dell’assessore allo sport, Patrizia Mele, che ha posto l’accento sulla determinazione sulla forza di continuare a credere nelle proprie risorse come Pietro ha dimostrato nella vita con le sue quattro lauree, le cinque Olimpiadi, l’impegno pubblico come eurodeputato. Un particolare e doveroso ringraziamento è stato manifestato a tute le strutture del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e della Polizia Ferroviaria Bari per aver fattivamente cooperato nella realizzazione dell’evento sul piano strettamente tecnico-operativo.

A coronare la mattinata, l’omaggio florale delle atlete di Barletta Sportiva (col presidente Enzo Cascella) e la corona d’alloro coi colori della Città di Barletta donata dal Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, con le fronde di alloro tagliate qualche ora prima nelle campagne di Canne della Battaglia, luogo amatissimo da Pietro Mennea dove lui, allenandosi solitariamente nella natura vicina al fiume Ofanto, riconosceva il valore simbolico della più disastrosa sconfitta (Roma battuta da Annibale nel 216 avanti Cristo) trasformata in massima vittoria solo grazie all’impegno, alla voglia di riscattarsi, alla grinta, alla fatica, alla costanza.

giovedì 22 Marzo 2018

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antonio
antonio
6 anni fa

Scusate, da chi si è appreso che corresse anche vicino al fiume Ofanto? Qual è la fonte bibliografica o giornalistica volta a suffragare questo nuovo evento prima sconosciuto, ossia che si allenasse pure vicino al fiume Ofanto? Ma in quale periodo storico? Prima del famoso record o dopo? E chi era l'allenatore dell'epoca? Si allenava da solo o c'era qualcuno che prendeva solo i tempi? C'è qualche voce autorevole che conferma questa notizia? Un vecchio articolo di giornale, un libro, un diario sparito… Da lettore ho notato come vengano riportati tra i fantasiosi luoghi di allenamento i posti più disparati: Ponente, Levante, sulla sabbia e poi sulle pietre a piedi nudi, intorno alla cattedrale, salita del vaglio, prendeva il treno per andare ad allenarsi a Bari o in Via Baccarini.